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Da padre costituente a strumento di marketing: Cifarelli si aggrappa a De Gasperi

Da padre costituente a strumento di marketing: Cifarelli si aggrappa a De Gasperi

Ogni campagna elettorale ha il suo lessico magico. Una parola che apre tutte le porte, che emoziona, una cornice sentimentale, una bandiera simbolica. C’è qualcosa di profondamente stonato nella scelta della lista "Periferie per Matera" di issare nientemeno che Alcide De Gasperi quasi a nume tutelare della candidatura di Roberto Cifarelli. Sì, proprio lui, il padre costituente, uno dei principali statisti del '900 che nel dopoguerra ha contribuito a risollevare un Paese in ginocchio e che a Matera c'è stato per toccare con mano le difficili situazioni di vita con l'obiettivo di accendere la miccia del riscatto dei Sassi. E adesso, eccolo lì, stilizzato a mò di fumetto su manifesti e grafiche patinate, come se fosse il testimonial di un’operazione di marketing. Una scelta che lascia perplessi e rischia seriamente di cadere nel grottesco e nella blasfemia politica, soprattutto per come si colloca la campagna elettorale a Matera con l’eredità dell’uomo che gestì il passaggio da monarchia a repubblica. La verità è che usare l’immagine di De Gasperi in questo modo è come mettere un quadro di Caravaggio in una sala giochi: fa scena, ma è fuori luogo. De Gasperi fu democristiano, certo, ma in un’Italia dove la politica aveva senso di Stato, profondità, visione. Oggi il centrosinistra lucano - o quel che resta - arranca in ordine sparso e Cifarelli ne è testimone e protagonista.

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