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11.03.2025 - 13:59
"Oltre il 72% dei cittadini ha verificato un peggioramento del Servizio sanitario nazionale nel tempo". E' questo uno dei dati più significativi contenuti nel III Rapporto Fnomceo-Censis 'Centralità del medico e qualità del rapporto con i pazienti per una buona sanità. Alle origini della criticità della condizione dei medici nel Servizio sanitario'. Una sintesi dei principali risultati verrà presentata il 12 marzo a Foggia, in occasione delle celebrazioni della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, per la Giornata contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, per voce di Sara Lena e di Francesco Maietta del Censis. La Fnomceo anticipa già oggi alcuni dati, per divulgare mercoledì l'intera sintesi e presentare poi il report integrale a fine marzo in Senato. Il rapporto, che vuole indagare le cause della violenza nei confronti dei medici e degli altri operatori sanitari, è stato costruito, oltre che su numeri provenienti da banche dati istituzionali, attraverso una doppia intervista: un'indagine condotta su un campione nazionale rappresentativo di 1.000 italiani maggiorenni e una su 500 medici. "Per quanto riguarda la percezione dei cittadini, i dati mostrano il gap tra aspettative ed esperienze concrete, il cui esito inevitabile è un'incrinatura nel rapporto medico-paziente. In concreto, tale rapporto è sempre più schiacciato dai tempi ristretti che gli operatori sanitari possono dedicare all'interazione con pazienti, familiari o caregiver. E origine importante è la carenza di personale, tanto che il 66,4% dei cittadini ha verificato la forte carenza di medici e infermieri e, in particolare, il 64,8% dei residenti nel Nord Ovest, il 61,9% nel Nord Est, il 64% nel Centro e il 71,9% nel Sud e Isole", sottolinea la Fnomceo. Un rapporto incrinato anche dalle esperienze negative vissute dai cittadini nei luoghi essenziali della sanità. "Al 52,2% dei cittadini è capitato di avere, per sé o per un parente, una brutta esperienza in un pronto soccorso (lunghissime attese, carenza di informazioni, ecc.). E' capitato - evidenzia il report - in particolare al 45,4% dei residenti al Nord Ovest, al 49% al Nord Est, al 50,4% al Centro, al 60,5% al Sud e Isole". Del resto, il prolungato ridimensionamento delle strutture e degli organici del Servizio sanitario nazionale è un dato di fatto, rimarca la Federazione nazionale Ordini medici. "Prendiamo, ad esempio, proprio i pronto soccorso: il loro numero nelle strutture del Servizio sanitario era pari a 659 nel 2003, a 490 nel 2013 e a 433 nel 2023 (elaborazione Censis su dati del ministero della Salute). In 20 anni si è avuta una contrazione di 226 punti di pronto soccorso nelle strutture pubbliche e del privato accreditato", ricorda la Fnomceo. Gli accessi al pronto soccorso "erano 22,7 milioni nel 2003, 20,6 milioni nel 2013 e 18,4 milioni nel 2023; tuttavia il numero medio di accessi per pronto soccorso è aumentato da 34.463 del 2003 a 41.941 del 2013 a 42.386 del 2023. In 20 anni quindi si registra un incremento del carico medio teorico per punto di pronto soccorso di 7.923 unità annue pari a +23%: dato che mostra plasticamente, sia pure sulla base di un indicatore statistico teorico, l'incremento del carico assistenziale sugli operatori del pronto soccorso".
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