IL MATTINO
Analisi
24.02.2025 - 22:06
Acta Spa, la società partecipata unicamente dal Comune di Potenza, ha il compito di gestire l’igiene urbana del capoluogo e non solo. Un incarico di tutto rispetto, per un bilancio sociale annuo di circa 25 mln di euro ed un servizio, quello della gestione dei rifiuti, che pesa interamente sui cittadini.
Il sindaco, mesi fa, aveva promesso una rivoluzione: riformare gli strumenti e le metodologie per riportare Acta ai fasti di un tempo, quando la società brillava nel firmamento nazionale della raccolta differenziata e Potenza vantava percentuali da fare invidia. Tra le mosse strategiche, invece, ci sarebbe il mero recupero dei crediti Taric, un simpatico gruzzoletto stimato in 18 milioni di euro che i cittadini morosi avrebbero dovuto versare dal 2018 ad oggi. Tuttavia, senza una road map che guidi l’azienda verso il futuro possiamo dire che la sorte è segnata. Tant’è!
Eppure, otto mesi dopo l’insediamento del primo cittadino, la notizia bomba: l’amministratore unico di Acta si dimette. Senza spiegazioni, senza polemiche, con un comunicato elegante e misurato. Insomma, il bon ton dei congedi. Il risultato? Ora Acta, l’azienda che dovrebbe garantire la pulizia della città, vaga senza guida. Un po’ come un robot aspirapolvere senza mappatura, che gira in tondo sperando di trovare la via.
E dunque, cosa ci aspetta? Quali strategie verranno adottate? Ci saranno svolte epocali o assisteremo a una lenta deriva burocratica? Nel frattempo, speriamo almeno che non nevichi: senza Acta a regime, potremmo scoprire che oltre ai rifiuti, anche i fiocchi di neve possono accumularsi senza che nessuno li porti via.
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