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Napoli, lo startupper di provincia

Napoli, lo startupper di provincia

Michele Napoli (archivio)

La politica lucana, quel meraviglioso pantano di alleanze improbabili, manovre a corto raggio e folgorazioni sulla via di Lauria, sembra aver trovato finalmente il suo salvatore: Michele Napoli, capogruppo dei meloniani in Consiglio Regionale della Basilicata e consigliere del ministro Urso, che ci invita - con la narrazione da startupper di provincia - a guardare altrove. Più in là, molto più in là, del resto "le grandi rivoluzioni iniziano dove nessuno le aspetta", proprio come quella avvolta nel tricolore dei fratelli coltelli dove le collezioni di mal di pancia, veleni e rivalità sono più evidenti delle sue promesse futuristiche. La Silicon Valley non è certo alle porte della città che ha amministrato con fortune assai alterne, né esiste un Musk lucano pronto a fare la rivoluzione, tuttavia il già vice del peggior sindaco d'Italia ha palesato la sua vera passione, totalmente immerso nel mondo dell’innovazione e della tecnologia. Intelligenza artificiale, blockchain, robotica, industria 5.0, qualche algoritmo panacea di ogni male e la solita pappa riscaldata, forse anche il teletrasporto, se avanza tempo. Un programma da visionario peccato che la realtà lucana sia più simile a un romanzo di Dickens che al testamento di Steve Jobs. Stellantis? Roba superata, come se una delle poche realtà industriali che ancora tiene in piedi l’economia lucana fosse una ferramenta di quartiere e dopo averci regalato la visione di una Basilicata da fantascienza il buon Napoli non ha dimenticato di indossare l'elmetto del rottamatore e mettere mano anche alla sanità. Come un reporter d'inchiesta appena tornato da una missione sulle isole maledette della salute, emulando le gesta congressuali del Sarli iracondo ha deciso con piglio napoleonico ma cavalleria leggera che il modo migliore per cambiare le cose è cominciare con un bel calcione (metaforico) all'assessore del suo stesso partito, scatenando una resistenza interna tanto rapida quanto compatta in direzione Nova Siri. La politica, talvolta, è un gioco di equilibri più che di rivoluzioni perchè è risaputo: le vere battaglie partono da dentro ma chi scaglia il primo colpo spesso finisce per colpire se stesso. Dice il generale borbonico: "Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… chi ha dato, ha dato, ha dato… scurdámmoce ‘o ppassato, simm ‘e Napule paisá!".

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