IL MATTINO
Analisi
03.02.2025 - 16:09
La Basilicata sembra correre inesorabilmente verso la liquidazione. Due spunti di riflessione. Lo spopolamento è galoppante: le giovani coscienze stanno andando via, la loro formazione avviene altrove e la regione, con i suoi problemi, viene vista da lontano, in alcuni casi solo come il luogo dove risiedono genitori e nonni. Del resto, i dati della Cgia di Mestre sono sconfortanti: negli ultimi dieci anni, 22.000 giovani hanno lasciato la Basilicata. Nel contempo, mentre da un lato si cerca di raccontare una regione dalle grandi opportunità, dall’altro persistono evidenti criticità che disincentivano nuovi investimenti nei vari settori e ostacolano il ritorno di tanti talenti emigrati. I più gaudenti di una certa parte politica, in modo assurdo, immaginano una Basilicata ripopolata dai migranti. Ad ogni modo, restano sul tavolo diversi temi urgenti: dalle infrastrutture ai servizi essenziali.
Ed è proprio sui servizi che si inserisce la questione della risorsa idrica. Dopo le abbondanti nevicate, l’erogazione dell’acqua nei 29 comuni interessati dalla crisi è tornata a una pseudo-normalità. Tuttavia, per la mancanza di un’autorizzazione, l’invaso della Camastra non può superare i 9 milioni di metri cubi e starebbe rilasciando l’acqua verso il mare. Stiamo per uscire dalla stagione invernale e l’ultima crisi idrica sembra non averci insegnato nulla. Anzi, a oggi si percepisce una sostanziale mancanza di interesse nel superare le condizioni che scoraggiano chi guarda alla Basilicata come possibile terra di investimento o di ritorno. In questo quadro, non saranno certo le politiche dei “bonus” a fare la differenza.
Ma se settori trainanti per il Pil regionale, come il turismo e l’agricoltura, rischiano di essere stritolati da una para-liberalizzazione della risorsa idrica – dove l’acqua diventa di fatto una merce – allora bisogna porsi seri interrogativi.
Insomma, vale la pena chiedersi: lo sviluppo autopropulsivo della Basilicata – la capacità di crescere grazie alle proprie risorse, senza dipendere dall’esterno – è ormai un’utopia? Il sogno del riscatto si è infranto per colpa di un territorio ostile, di una classe dirigente inadeguata o di una politica troppo incline a subire pressioni esterne?
Alla prossima puntata.
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