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Avvio al progetto di «Psicoarte» della dottoressa Federica Nastri

La prima collaborazione parte con la Direzione fotografica di Marco Casella nella rappresentazione di un dolore

Avvio al progetto di «Psicoarte» della dottoressa Federica Nastri

Il progetto di “PSICOARTE” della dottoressa Federica Nastri, Psicologa Clinica, Criminologa, Pedagogista, Mediatrice Familiare e Formatrice, racchiude la rappresentazione psicologica delle emozioni attraverso l’interpretazione artistica in fotografia, scenografia, dipinto, scultura, scrittura, poesia, recitazione, musica, cucito, artigianato, cucina, etc.. per permettere una comunicazione del “profondo” che sia quanto più diretta ed efficace. In collaborazione con artisti, professionisti e colleghi lotteremo per riportare in vita forme d’arte ormai oltrepassate o credute poco degne d’attenzione. Il nostro obiettivo è quello di ritornare alle “origini” in contesti “primitivi” in cui l’autenticità ne fa da padrone.

 

La prima collaborazione è avvenuta con l’arte della Direzione Fotografica di Marco Casella, Ingegnere e Fotografo specializzato nel settore “wedding”, che, attraverso le sue riprese, ha permesso di entrare nel profondo di un dolore, guardandolo da ogni punto di vista: lontano, vicino, interno, esterno.

 

-“Ciao Federica, so che stai soffrendo. Posso chiederti un favore?” - “Dimmi tutto”. -“Potresti non nascondere questo dolore, lasciare che ti oltrepassi e ti trasformi. Potresti permettere a questo dolore di “esserci” prima di essere “lasciato andare”? -“Si”. - “Perfetto, grazie! Oggi la tua sofferenza sarà rappresentata in una forma d’arte. – “Perché?” – “Perché questo mondo ha bisogno di confrontarsi con una realtà meno illusoria. Necessita di non sentirsi più solo in un’apparente rincorsa al perfezionismo. Richiede un nuovo modo di esistere”.

“E’ stato scelto il testo di “Cumm’è” in quanto affronta temi legati alla ricerca di liberazione dalla sofferenza, al potere di abbracciare il cambiamento, alla costruzione di sollievo e scoperta dell’ignoto. Incoraggia l’ascoltatore a “scendere” per “iniziare a capire” che una sofferenza senza obiettivo, è una sofferenza sprecata. “Accompagna” nella paura, per “imparare” la vera trasformazione personale. È mare, è dolore, è speranza, è colore, è odore, è inno alla vita. Tutto ciò, che in questo processo, va sentito, sperimentato, navigato”.

“Ci insegnano ad avere il coraggio per sopportare, ed invece dovremmo scoprire il potere di “lasciare andare”. Ma per poter “lasciare andare” dobbiamo permettere inizialmente il fluire: che sia un’emozione, una sensazione, un sentimento, un impulso. Il “flusso”, in psicologia inteso come “esperienza ottimale/trance agonistica” è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività, in una condizione caratterizzata dal totale coinvolgimento dell’individuo, consapevole di quanto il solo “sentire” possa “liberare”. Il mare, ce lo insegna con la “marea”, un fenomeno oceanico costituito da ampie masse d’acqua che si innalzano e si abbassano senza paura, per equilibrare un sovraccarico di stimoli”, spiega la dottoressa Nastri.

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