«Si sentono tante cose in questi giorni duri per la città di Potenza e il suo hinterland. I fuochi del Basento, memorabile romanzo storico-antropologico di Raffaele Nigro del 1987, aveva reso noto nel mondo uno dei nostri fiumi. Dal fuoco all’acqua, due dei quattro elementi delle cosmogonie planetarie, il passaggio inglorioso di questi giorni e sotto gli occhi di tutti. L’eredità, parola che riecheggia in questi giorni in Consiglio Regionale dove la troviamo? Quanto ha pesato? Ne elenchiamo e pubblichiamo alcune delle eredità", lo scrive su Facebook l'ex governatore dem Vito De Filippo per 8 anni alla guida della Regione Basilicata. "La prima delle tante eredità - spiega De Filippo - la norma (Art.21 del DL201/2011 Finanziaria Monti) di soppressione dell'EIPLI metteva in posizione di forza la Basilicata. Come è del tutto evidente le modifiche sostanziali, fatte dagli attuali non-eredi, sono costituite dall'apertura ai "soggetti privati" prima preclusa, nonchè la eliminazione del diritto già previsto in capo alle Regioni Basilicata, Campania e Puglia. La Basilicata avrebbe potuto vantare una percentuale di oltre l'85%. La nuova versione volute dal Governo Meloni "costringe" tutti i "soggetti pubblici" entro il 5%, volute dal Governo Meloni (Modifiche D.L. 22/04/23 N.74 – L.21/06/2023 N.44). Il Presidente del Consiglio di amministrazione di “ACQUE DEL SUD”, in questi giorni ha scritto tanto ma il punto di una lunga storia, quello della gestione della risorsa idrica in capo alle Regioni (e quindi alla Basilicata) lo ha omesso. Platealmente! E siamo nel tempo dell’autonomia differenziata! Appare tutto gravissimo a mio parere ed a tratti anche esilarante. Una volta - rimarca l'ex presidente - si facevano accordi di programma, il tavolo con la Puglia (convocato simbolicamente quasi sempre in Basilicata) era un luogo alto e dialettico di discussione fra i due Presidenti delle Regioni (quel tavolo interregionale serviva per drenare risorse nazionali ed europee) per finanziarie reti idriche ed altro. Si doveva continuare con quel rigore con quella costanza. Con quella velocità (Acquedotto progettazione dimostrò grande efficacia, fu soppresso). Si fece tutto in un colpo? - domanda De Filippo - Certo che no. Rifare reti idriche, adduzioni e manutenzioni delle dighe nel nostro territorio determina disagi. Sono lavori infrastrutturali di grande complessità. Un programma così vasto di opere idriche, come si è fatto in quegli anni, non è mai stato conosciuto nella storia della Regione. L’eredità del presente senza speculare, senza demagogie e senza populismi è chiara! Mai una emergenza idrica a mia memoria come questa. Mai. Anche il quadro dell'andamento pluviometrico degli ultimi decenni può essere analizzato ed usato come base di una discussione e della programmazione. Un post - conclude - non contiene la complessità della questione e dei temi. Sono pronto in ragione della mia esperienza e delle mie responsabilità al confronto pubblico, ovviamente in qualsiasi momento ed anche alla collaborazione se viene richiesta. Ma per gettare acqua sul fuoco ci vuole serietà e responsabilità. Quelli di prima non sono i nostri alibi».
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