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Accordo Apulo-Lucano: no, non è il Maastricht della sanità ma un semplice rattoppo

Quando il benessere è solo un 'sentiero' da percorrere altrove

Accordo Apulo-Lucano: no, non è il Maastricht della sanità ma un semplice rattoppo

l'assessore regionale alla Salute Cosimo Latronico

Tempi duri, ma forse fortunatamente rinviati per dializzati e talassemici, tempi ancora più duri per l'assessore regionale alla Salute Cosimo Latronico che forse rimpiange - da non eletto - gli anni trascorsi in Dipartimento Ambiente ad occuparsi di bollette, non metanizzati e borghi da rigenerare, costretto pure a portare la croce laica della pesantissima eredità di un effes man leghista, rientrato in Consiglio regionale dalla finestra e bocciato dai potentini per la fascia tricolore. Dopo la strigliata dell'Aned forse qualcosa si sbloccherà. Per i migranti sanitari, invece, qualcosina si è mossa in direzione Puglia, lì dove il volume economico delle prestazioni erogate per i pazienti lucani supera i 42 milioni di euro, con l’81% per attività di ricovero e il valore delle prestazioni erogate dalla Basilicata per pazienti pugliesi, invece, ammonta a circa 14 milioni, con il 55% per attività di specialistica ambulatoriale. Chissà se lo scorso agosto il solerte assessore parlando di "sentieri del benessere" alludesse a quelli attraversati dai lucani costretti ad andar fuori regione per curarsi adeguatamente e in tempi ragionevoli. Sentieri costosi, con esborsi ben superiori rispetto agli incassi per prestazioni erogate in Basilicata a favore di cittadini residenti altrove. Del resto, con tutto il rispetto, ve lo immaginate un veneziano a Potenza per la cataratta? Chissà se tra quei sentieri - camuffati da "collaborazione interregionale" per la migrazione sanitaria "in entrata e in uscita" a "supporto reciproco con la Regione Puglia" ce ne sia casualmente uno che dal materano, dove su Latronico le aspettative elettorali e non sono altissime, porti al Miulli di Acquaviva delle Fonti, che da tempo ha chiuso le porte ai lucani a causa del raggiungimento dei tetti di spesa e che rappresenta una via crucis e un refugium peccatorum per una sanità materana perennemente in affanno. Il lessico talvolta è più importante della propaganda a tutti i costi e forse sarebbe stato più aderente alla ratio e alla realtà dei numeri ribattezzare il documento: "Accordo salva Asm". Ma tant'è, è già significativo riscontrare tra le righe della nota assessorile le parole "carenze di offerta" e "bisogni non soddisfatti". C'ha pensato il buon Vizziello, che di professione, nonostante le camaleontiche giravolte partitiche non è un politico e che da stimato camice bianco di sanità materana un pochino se ne intende, a smontare il protocollo "Apulo Lucano" e riportare sul pianeta terra chi evidentemente immaginava di aver firmato il nuovo Maastricht. Se proprio è impossibile rilanciare seriamente una sanità lucana incerottata e ferma al palo, l'auspicio è che vista la passione per gli accordi e per i compromessi che non fermano la migrazione sanitaria creando illusioni al ribasso, sulla scorta di questo primo squisitamente frontaliero e reciproco, ce ne possa essere qualche altro con le Regioni che - dati di Agenas alla mano - accolgono centinaia di lucani con la valigia in mano verso Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, puntando magari a rimborsi parziali per i costi non indifferenti di trasferta e pernottamento per paziente ed eventuale caregiver, del resto al Rizzoli non si va mica in vacanza. Dice il saggio: "Uno slogan ben costruito può nascondere l’assenza di una visione concreta".

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