IL MATTINO
basilicata
05.11.2024 - 11:02
Se fosse una commedia degli equivoci, piena zeppa di situazioni verosimilmente surreali, non potrebbe che essere ambientata in Basilicata, dove la realtà da tempo ha superato l'immaginazione, in quella martoriata terra di illustri economisti e meridionalisti che da Nitti a Fortunato nel loro piccolo c'avevano visto davvero lungo sul perchè e sul per come il cuore del Sud fosse destinato ad una tristissima e lenta agonia. E' qui che la politica da sinistra a destra, negli ultimi 30 anni e non solo ha trasformato lo stornello dell'oro blu e dell'oro nero in un dogma, una vera e propria operazione di intontimento delle coscienze e al tempo stesso è qui che i cittadini, loro malgrado e in attesa dell'autonomia differenziata, fanno i conti con una tafazziana gestione delle risorse del suolo e del sottosuolo che non si offendano i buonisti dei bonus e senza scomodare manager illuminati, farebbe impallidire persino il più sprovveduto e ingenuo ragioniere di provincia. L'oro blu non c'è più, almeno nel Potentino, tra restrizioni e rubinetti a secco con la balla del cambiamento climatico che - come la rete infrastrutturale - fa davvero acqua da tutte le parti ed è al massimo uno tra i motivi residuali dell'odierno disastro idrico condito da poca lungimiranza, scarsa manutenzione e inesistenza programmatica. L'oro nero, invece, è croce e delizia: dall'occupazione all'impatto ambientale passando per i decantati progetti no oil non v'è traccia di progresso e di benessere su larga scala. La Basilicata non è diventato l'ottavo Stato degli Emirati Arabi Uniti e ironia della sorte sono proprio i lucani, quasi quotidianamente come oggi martedì 5 novembre 2024, a pagare la benzina più cara d'Italia, per mettersi in viaggio, magari, in direzione Sicignano degli Alburni lì dove tra un salto di carreggiata e qualche cantiere maggiorenne, aleggia l'attualissimo spettro di Carlo Levi. Cantava un lucano doc: "Oro, oro, oro quanto oro ti darei".
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