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Il caso

Unibas, il video con Gianluca u' Sfiammat': «Iniziativa non ufficiale». L'Università prende le distanze

La prorettrice Esposito: «Non è stato ideato, prodotto o autorizzato dall'ufficio comunicazione dell'Ateneo e non rientra in alcuna delle nostre campagne di comunicazione ufficiali»

Unibas, il video con Gianluca u' Sfiammat': «Iniziativa non ufficiale». L'Università prende le distanze

Gianluca u' Sfiammat e la professoressa Esposito, prorettrice Unibas

POTENZA- «In qualità di prorettrice alla comunicazione e valorizzazione dell'immagine dell'Ateneo desidero precisare che lo spot del comico lucano Antonio Sabia, che coinvolge l’Università degli Studi della Basilicata, è da ricondursi a un'iniziativa estemporanea e indipendente. Non è stato ideato, prodotto o autorizzato dall'ufficio comunicazione dell'Ateneo e non rientra in alcuna delle nostre campagne di comunicazione ufficiali, inclusa la campagna di immatricolazione condivisa con il Consorzio Unibas e con l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio della Basilicata». Parole di Elena Espoito, prorettrice alla comunicazone dell'Università della Basilicata. Il video promozionale apparso sui social media (che trovate qui https://www.ilmattinoquotidiano.it/video/basilicata-free/103247/studia-con-noi-e-potrai-aspirare-a-fare-il-gommista-il-grottesco-spot-dell-unibas-che-ha-sconvolto-i-genitori-degli-studenti.html) che ha scatenato un acceso dibattito all'interno dell'Università della Basilicata e tra il pubblico, insomma, non rientra nelle campagne ufficiali di comunicazione. Nel filmato, il comico lucano Antonio Sabia, noto come "Gianluca u’ Sfiammat’", interpreta un gommista che, interagendo con un docente universitario, attribuisce ironicamente la sua professione agli studi effettuati presso l'ateneo. La scena ha sollevato preoccupazioni riguardo al messaggio trasmesso sull'importanza dell'istruzione universitaria, generando interrogativi sull'eventuale coinvolgimento ufficiale dell'università nella produzione del video. La professoressa Esposito, contattata dal Mattino, ha spiegato: «Per toni e contenuti, il video è stato percepito da molti come inappropriato e offensivo. Sono certa che queste non fossero le intenzioni dell'autore; tuttavia, desidero esprimere il più profondo rammarico per il disagio suscitato, in particolare all'interno della comunità accademica, tra i nostri studenti e le loro famiglie, a cui dedichiamo quotidianamente il nostro impegno». E ancora: «Vorrei ribadire che l'Università della Basilicata è nata per contribuire allo sviluppo territoriale, con l'obiettivo di garantire il diritto allo studio e permettere a tutti, con spese contenute, di accedere all'istruzione universitaria e realizzare traguardi soddisfacenti o ambiziosi. Al di là del titolo di studio e degli aspetti economici, siamo fermamente convinti che lo studio, la cultura e la conoscenza consentano di essere cittadini del mondo rispettosi, dotati di spirito critico, e costituiscano i presupposti per un reale progresso della nostra società». Poi ha concluso: «È evidente che continueremo a investire nel sapere con grande forza e determinazione. Questa vicenda, pur spiacevole, non altera la nostra missione né il nostro impegno verso gli studenti. Non sono previsti provvedimenti disciplinari nei confronti di chi ha partecipato allo spot, poiché non riteniamo opportuno alimentare ulteriori polemiche. Confidiamo che questa occasione possa servire a rafforzare la comprensione del valore dell'istruzione e dell'importanza di una comunicazione attenta e rispettosa».

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