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L'intervista

C'è un Diabolik "kontrokorrente" a Biella in memoria di Sergio Zaniboni, ce lo spiega il figlio Paolo

Uno degli albi più famosi tra le pubblicazioni diabolike, disegnato in coppia dal duo Sergio e Paolo Zaniboni, con innovazioni stilistiche molto importanti.

In esposizione a Palazzo Ferrero a Biella, la mostra "DIABOLIK KONTROKORRENTE" dedicata al Maestro Sergio Zaniboni, realizzata in collaborazione con l'Associazione Sergio Zaniboni. I visitatori potranno ammirare le tavole originali del Grande Diabolik "Eva morirà tra sessanta secondi".

Sergio Zaniboni, purtroppo scomparso qualche anno fa, è stato tra i disegnatori di Diabolik più amati e importanti, il suo tratto era immediatamente riconoscibile a tutti i lettori dell'albo. Da diverso tempo lavorava in coppia con il figlio Paolo, anche lui eccellente disegnatore, che ci ha concesso questa intervista nella quale parliamo della mostra, dell'Associazione dedicata al padre e qualche altra piccola curiosità.
Paolo come è nata l'idea per la realizzazione di questa mostra?
L'idea è nata a Daniele Statella, curatore artistico del festival del fumetto "Nuvolosa" di Biella, che ospita la mostra; quest'anno il tema è "Natura controcorrente" e il personaggio più controcorrente del fumetto italiano è sicuramente Diabolik. Daniele mi ha chiesto di selezionare delle tavole di Diabolik da mettere in mostra e per coerenza ho scelto quelle che hanno segnato un duplice partenza: l'inizio ufficiale della collaborazione tra me e mio padre, su Diabolik, e l'introduzione in Astorina di un procedimento produttivo controcorrente rispetto al modo tradizionale adottato fino a quel momento, concepito da mio padre grazie a una delle sue intuizioni geniali.
Non le deve essere semplice gestire un'eredità artistica, come quella di suo papà Sergio Zaniboni, che è indubbiamente iconico nella rappresentazione di Diabolik ed amatissimo dai fan del ladro in calzamaglia. Quando è nata l'Associazione a lui dedicata?
L'Associazione Sergio Zaniboni è stata fondata da me e mia moglie nel 2022. È nata per dare una sorta di continuità al lavoro di mio padre e per condividere la sua storia con il resto del mondo. Mio padre ha sempre avuto l'esigenza di innovarsi nel lavoro, e nella vita, e naturalmente mi sono ritrovato a fare parte di questo processo. Con l'avvento dei primi personal computer, negli anni '90, come ho accennato prima, ha avuto un'intuizione per poter utilizzare direttamente il suo tratto a matita, senza coprirlo con l'inchiostro, dato che nella produzione di Diabolik e nel fumetto seriale il disegnatore che fa le matite non è lo stesso che si occupa poi dell'inchiostrazione. Per evitare che il suo segno a matita venisse "snaturato" ha avuto l'intuizione di poter utilizzare il computer per preservarlo e in quel momento mi sono inserito io, in maniera continuativa, con una collaborazione che è durata vent'anni.
 
Lei ha avuto un'infanzia per molti di noi invidiabile... La immagino bambino sommerso dagli albi di Diabolik, con un papà che disegnava quello che per molti di noi è il personaggio più amato del fumetto italiano. Ha sentito, come artista ,  il peso di questa eredità?
Devo dire che quando ero piccolo non leggevo assolutamente Diabolik perché, essendo un fumetto per adulti, non mi interessava molto. L'eredità è sicuramente importante. A volte è difficile da portare ma è un piacere farlo, perchè per me è una "continuazione naturale" a cui tengo molto.
Vorrei parlare un pochino dei quattro personaggi principali, intendo le due coppie, cioè Diabolik e Eva, Ginko e Altea. Interessante la dicotomia tra queste due coppie...
Certamente. Ginko e Altea insieme non si vedono in tutte le storie, mentre Diabolik ed Eva sono all'ordine del giorno e sono anche la coppia più famosa, diciamo che il loro rapporto ormai è chiaro, negli anni si è palesato in diversi modi. La coppia Ginko Altea è stata lasciata un pò in secondo piano. Probabilmente per una scelta narrativa non si è voluto fare di Diabolik un "gioco delle coppie".
 
Trovo particolare il fatto che sia Diabolik che Ginko abbiano scelto come compagna una donna aristocratica...
E' vero, bisogna dire però che le sorelle Giussani non hanno fatto scegliere Eva a Diabolik perchè è un'aristocratica ma perchè lei, nel loro primo incontro, non ha avuto paura di lui e l'ha considerata alla sua altezza.
Lei ha avuto modo di conoscere le sorelle Giussani?
Purtroppo solo Luciana perchè quando mio padre ha iniziato a portarmi in Astorina, Angela non c'era più.
Ho conosciuto Luciana già prima di lavorare per Diabolik perchè per alcuni anni, mentre lavoravo con mio padre per "Il Giornalino" delle Edizioni Paoline, lo accompagnavo a Milano per consegnare il lavoro e a Natale facevamo il giro delle case editrici per scambiarci gli auguri; è in quel periodo che ho avuto anche il piacere di conoscere Sergio Bonelli.
Sergio Bonelli è un'altra grande figura del fumetto seriale italiano...
Sicuramente. Mio padre aveva un bel rapporto anche con la Bonelli e con Sergio, che gli ha fatto la corte per anni, perché disegnasse un Tex.
Tornando alla mostra, vorrei chiederle cosa vedranno i visitatori?
Alla mostra sono esposti degli originali della storia de "Il grande Diabolik" del 1999 che si intitola "Eva morirà tra 60 secondi".  È una storia molto particolare ed è stato un lavoro notevole perché per la prima volta ho lavorato a computer sulle tavole e, come se non bastasse, c'è stato anche un intervento straordinario per la produzione di Diabolik, quello dell'inserimento di un fondino colorato nelle tavole in bianco e nero, per differenziare il mondo "reale" da quello "virtule". La parte virtuale è quella realizzata in "verde" per rappresenta un videogioco creato da un personaggio che, per motivi che non svelo, è geloso del rapporto sentimentale tra Diabolik ed Eva. Eva è tenuta prigioniera e rischia la vita.
Il risultato grafico è stato molto apprezzato dalla casa editrice e la mia collaborazione è decollata. 
Ho voluto per la prima volta dare la possibilità al pubblico di ammirare  una parte di questo lavoro che è stato fatto nel 1998, perchè generalmente si lavora circa un anno in anticipo sui disegni prima della pubblicazione.
Nel suo futuro quali altri impegni?
Nel futuro c'è sicuramente l'Associazione Sergio Zaniboni perché voglio proseguire questo percorso di condivisione del lavoro di mio padre insieme anche ad altri artisti. Il lavoro che stiamo facendo è anche quello di mettere in piedi dei laboratori e dei corsi di fumetto, ma non solo,  anche corsi di produzione cinematografica, di modellazione 3D al computer, di composizione musicale elettronica e coaching editoriale.
L'idea dell'Associazione è quella di portare avanti il lavoro, ma anche le passioni che ho condiviso con mio padre,  quindi il cinema, la musica che ci ha sempre accompagnato mentre lavoravamo insieme e si ascoltava la radio. 
Il cinema è stato anche un modo di documentarsi per tante storie a fumetti che sono state poi pubblicate, ma anche la lettura, i romanzi.
Stiamo cercando di portare avanti questi temi con l'Associazione e, dato che siamo impegnati nel sociale, proprio ultimamente abbiamo realizzato delle riprese per dei laboratori con i ragazzi nelle scuole dove, con una società che se ne occupa, attraverso la divulgazione di tematiche attuali per l'ambiente e l'economia circolare abbiamo realizzato dei mini documentari con i ragazzi da divulgare all'interno le scuole. Questo ci ha permesso di dare loro la possibilità di provare l'esperienza di produrre un documentario, imparare a fare delle riprese video e montarle a scuola.
 
Ha visto i film di Diabolik realizzati dai Manetti Bros? Che ne pensa?
Lo stile di questi film è particolare e non li si può paragonare alla cinematografia internazionale dei film d'azione perchè sono una cosa diversa. Il primo mi ha emozionato molto. Sicuramente il mio coinvolgimento personale e professionale non mi permette di essere obiettivo ma per me è un bel film. Non sapevo cosa aspettarmi ed ero timoroso di rimanere deluso, invece sono uscito dalla sala sconvolto, in maniera positiva. Il film di Bava che è stato fatto negli anni  ettanta presentava un Diabolik per diversi aspetti diverso dal fumetto, invece con i film dei Manetti, per la prima volta, si è visto il personaggio per quello che effettivamente è. Una responsabilità grandissima per i produttori e i registi che hanno portato in scena il fumetto di Diabolik.
Purtroppo il secondo non mi ha restituito le stesse emozioni forti e il terzo ancora non l'ho visto.
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