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L'intervista

A tu per tu con Riccardo Nunziati, il diaboliko toscanaccio dei fumetti

Nunziati è tra i disegnatori più talentuosi ed amati degli ultimi anni, i suoi folder e i numeri da lui disegnati vanno letteralmente a ruba. Ed è di quei fumettisti che amano stare in mezzo ai fans e lo fa con toscana simpatia

«Devo essere sincero: ho deciso di fare il fumettista durante l'ora di ginnastica a scuola! Durante l'ultimo anno di ragioneria mi sono avvicinato incredibilmente al mondo del fumetto e poi ho pensato di frequentare una scuola professionale e mi sono iscritto alla Scuola Internazionale di Firenze. È stato bello perché lì ho capito cosa c'era dietro»

Ho conosciuto Riccardo Nunziati durante la seconda edizione del Taranto Diabolik Days, unico evento pugliese dedicato al celebre criminale, dovuto alla tenacia diabolika del super fan Vladimiro Garofalo. Va detta subito una cosa di Nunziati: è di quei fumettisti che amano stare in mezzo ai fans e lo fa con toscana simpatia, a nessuno nega un autografo, un disegno con dedica, una foto e una battuta. E poi…Riccardo ama veramente disegnare Diabolik, conosce bene i personaggi della serie, la legge da sempre. È indubbio inoltre che Nunziati sia tra i disegnatori più talentuosi ed amati degli ultimi anni, i suoi folder e i numeri da lui disegnati vanno letteralmente a ruba.
Riccardo Nunziati, classe 1974, da tempo tra i fumetisti di punta dell'Astorina, ha frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Nel 2009 fa il suo esordio con la storia L'albergo maledetto per il numero zero della fanzine dell'associazione Dylandogofili, dedicata a Dylan Dog e nel 2010 disegna la parodia Il dottor Dylanstein sotto la supervisione di Sergio Bonelli Editore e realizza le copertine di Dylan Dog per la fanzine. Nel 2010 entra nello staff de l'Insonne, poi collabora con Paola Barbato, Star Comics e ReNoir Comics editore. Nel 2015 realizza l'albo fuoriserie di Diabolik Il Prigioniero di Porto Azzurro soggetto di Gomboli/Altariva, sceneggiatura di Altariva, disegna le copertine dei 2 saggi della collana I trucchi di Diabolik: le fughe e i colpi e altro editi da Diabolik Club. Entra quindi nello staff della serie regolare inedito di Diabolik Astorina.

Riccardo, quando hai incontrato per la prima volta il mondo del fumetto? Il primo che hai letto?
Ho iniziato a leggere, anzi a maneggiare i fumetti dalla scrivania di mio padre, li conservava in una madia e io andavo a trafugarli e a sbirciarli. Le prime notti insonni della mia vita sono state causate proprio da Diabolik (che per me era l'uomo nero) e dallo zio Tibia, perchè sfortunatamente mio padre aveva queste passioni. Quindi imparare a leggere e subito dopo capire un pochino zio Tibia… insomma fa un po' terrore. Poi ovviamente si passa alle letture estive e quindi a Topolino eccetera. Dopo c'è stato un grande un tempo di vuoto e, devo essere sincero, come tutti i ragazzi di quel periodo mi sono riappassionato al fumetto grazie a Dylan Dog.

Che è stato un grande successo editoriale e ha riportato in auge il fumetto in Italia…
Ha riscritto il modo di concepire il fumetto italiano, è stato il primo lavoro corale. Sono passato da Dylan per capire finalmente Diabolik e appassionarmi al nero italiano, quello che ha seppellito tutti i prodotti con la k, per intenderci. Sono sessant’anni di storia del personaggio ed è il più iconico e rappresentativo al mondo. Ricordiamoci che fu il primo fumetto popolare italiano, è un personaggio icona della nostra storia, è pop. 

Quando hai deciso di fare del fumetto la tua professione?
Devo essere sincero: ho deciso di fare il fumettista durante l'ora di ginnastica a scuola! Però non ricordo esattemente il come, ma insomma quel giorno mi sono detto: cavolo nero, mi piacerebbe disegnare! Durante l'ultimo anno di ragioneria mi sono avvicinato incredibilmente al mondo del fumetto e poi ho pensato di frequentare una scuola professionale e mi sono iscritto alla Scuola Internazionale di Firenze. È stato bello perché lì ho capito cosa c'era dietro: tutto quello che io pensavo fosse solo disegno in realtà era studio, passione e tanta dedizione. Tante ore e ore e ancora studio per affrontare sceneggiature e creare un personaggio con l'uso degli strumenti. Poi, ovviamente, lezioni su come fare una linea dritta col pennello o una linea curva, ecco la scuola è importantissima proprio perché ti fa capire qual è il metodo professionale.

Scuola, passione, umiltà e tanta gavetta. Molti tuoi colleghi ricordano i tempi in cui andavano in giro a far valutare o proporre i folder alle case editrici…
Sì, sono andato anche io in giro con i folder alle varie mostre del fumetto e spesso mi è stato detto di no, perché in realtà hanno ragione loro. Il problema spesso è questo: tanti ragazzi non capiscono che quando gli viene detto "no" è perché non sono pronti, non perché vengono ghettizzati o altro. In questo mondo, può sembrare incredibile, ma non c'è una corsia preferenziale proprio perché devi confrontarti con centinaia di migliaia, se non milioni, di lettori. Magari un albo pubblicato in un determinato mese poi verrà a letto per sempre e, se viene criticato, anche il personaggio. Quando entri a far parte di una serie importante devi garantire la continuità del successo, pertanto è necessaria l'umiltà oltre alla conoscenza del personaggio del pubblico.

Appunto è importante leggere i fumett,i se vuoi farli, e conoscere il personaggio che andrai a disegnare, o sceneggiare…
Ecco, spesso i ragazzi non si rendono conto di quanto è importante leggere fumetti, io ho sentito alcuni che frequentano le scuole del fumetto e poi magari dicono vabbè ma io non li leggo. 

È difficile disegnare Diabolik ed Eva?
Intanto anche la postura esprime il loro dramma interiore, il modo in cui si muovono. Eva, per esempio, è una lady, ma non è impettita, esprime scioltezza ma al contempo non è svaccata; Diabolik, invece, è dritto, proprio di testa, quindi ha sempre una postura piuttosto eretta, importante. E’ rigido però non è impalato, perché comunque è un uomo sicuro di sé, in alcuni momenti è più morbido, può avere le mani in tasca o piegarsi un po'. Importante ricordare che Diabolik è comunque l'eroe della serie e quindi deve emergere.

Quanto è importante per un disegnatore avere letto la serie, conoscere bene i personaggi?
È importantissimo! Recentemente ho disegnato i 60 anni di Eva, l'album celebrativo dedicato ai sessanta anni di vita di questo personaggio, un numero importante che parla del dramma interiore della Lady, di come si trova a combattere per vedersi riconosciuta il nome legittimo. Bisogna conoscere i personaggi, comprendere attraverso il loro vissuto, la loro sofferenza, le azioni che compiono.
 

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