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Dal quartiere Tamburi ai Monti Dauni

Emiliano sfinito, ma indomito: «Non lasciamo cambiare la Costituzione da un Parlamento incostituzionale»

Il Presidente della Regione chiude a Foggia una giornata campale, iniziata a Taranto all'alba, raccogliendo nel salone della Provincia decine di sindaci e tantissima gente per spiegare le ragioni del suo voto contrario alla riforma di Renzi domenica prossima

Vistosa l'assenza dei vertici di Confindustria, in prima fila invece agli incontri con Renzi al Giordano e con la Boschi sempre in Provincia, finora pronti a farsi notare dal Governatore. In compenso, Palazzo Dogana è strapieno di gente, di ogni colore politico: quella che Emiliano ha esortato a scongiurare la «follia di cambiare la Costituzione»

«La Costituzione vigente  è il più bel progetto di Paese che sia mai stato concepito in Italia. La Costituzione vigente ha autori che non sono paragonabili con quelli che vogliono cambiarla. La Costituzione vigente ha una radice dolcissima e commovente che l'altra non avrà mai, anche solo considerando che il Parlamento che ha approvato di modificarla è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale perché ha violato il principio della sovranità, la ragione stessa dell'esistenza del Parlamento: il premio di maggioranza è talmente alto da snaturare la connessione tra l'espressione del voto e la rappresentanza, questo ha detto la Corte Costituzionale. Significa che l'articolo 138, quello che ha consentito di cambiarla, è forzato da un grimaldello illegittimo», ha detto, tra l'altro, il Presidente della Regione Puglia all'incontro organizzato dal vice presidente della Provincia di Foggia, Rosario Cusmai, da Raffaele Vigilante del movimento "NoTriv", dall'assessore regionale alle Politiche agricole Leo Di Gioia, dopo un incontro tenuto nel pomeriggio a Bovino con i sindaci dei Monti dauni. Attaccando chiaramente l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Emiliano ha incalzato: «Tutto questo cambiamento si vuole sulla base dell'invito di chi avrebbe dovuto fare il garante della Costituzione: il presidente della Repubblica non può spingere nessuno al cambiamento della Costituzione, deve essere un garante fermo, immobile, come il Presidente Mattarella che non muove un muscolo perché quello è il ruolo del Presidente della Repubblica. Se, invece, un presidente della Repubblica raccoglie l'istigazione al cambiamento e la rivolge ad un Parlamento incostituzionale, in una situazione di grande emergenza, la vittoria del No è un modo per dare una mano anche a tutti coloro che non hanno riflettuto bene su quello che sto dicendo. Provate a immaginare di tenere sospesa nella storia d'Italia l'idea che la Costituzione vigente sia sta cambiata, su istigazione di chi avrebbe dovuto custodirla, da parte di un Parlamento incostituzionale. Accettare di cambiare la Costituzione in modo incostituzionale è una follia che non possiamo permetterci».

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