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L'evento culturale

A New York ma con Lucera negli occhi

Una settimana densa di appuntamenti si è appena conclusa a Lucera, città che continua a celebrare al meglio il suo indomito mito di Capitale della Cultura Regione Puglia 2025.

Michael Marfione e Paul Fabozzi artisti in residenza, animano la scena lucerina con due personalissime visioni della Daunia. Paul Fabozzi, in residenza lo scorso anno che, una volta giunto negli States, ha rielaborato in forme autonome il ricordo della luce del paesaggio daunio e le ombre dei caseggiati che si intersecano nel centro antico in un dedalo senza fine.

Una settimana densa di appuntamenti si è appena conclusa a Lucera, città che continua a celebrare al meglio il suo indomito mito di Capitale della Cultura Regione Puglia 2025; ed è stata l'APS Moves movimenti artistici a farsi protagonista di due appassionanti e molto partecipati appuntamenti. 

Il primo incontro si è tenuto mercoledì 11 giugno nella splendida cornice di Palazzo D'Auria Secondo l'evento dedicato alla residenza culturale dell'artista in residenza di questa edizione, il fotografo di respiro internazionale Michael Marfione. Il Comitato direttivo coordinato dal prof. Paul Fabozzi, ha individuato nel fotografo statunitense Michael Marfione, il Visiting Artist Residency  dal 7 al 21 giugno 2025. Esploratore delle relazioni tra mascolinità, memoria e luogo, Marfione porterà nel panorama artistico della Daunia la sua formativa esperienza. Il lavoro di Marfione riflette il suo percorso di vita: nato in America, cresciuto in Italia e poi tornato negli Stati Uniti. Ha affinato le sue competenze studiando alla St. John's University e all'International Center of Photography, fino a conseguire un Master in Belle Arti presso l'Università della Pennsylvania, dove ha studiato con artisti del valore di Joshua Mosley, Terry Adkins e Matthew Ritchie. Recentemente, Marfione ha iniziato a riutilizzare fotografie personali di viaggio trasformandole in reliquie scultoree, rendendole quasi artefatti archeologici. Espositore in diverse mostre di respiro internazionale - come "The Way We Were" alla Stand4 Gallery di Brooklyn, "Metamorphosis" presso Millepiani a Roma e "The Shape of Things: Annual Juried Exhibition" alla BAU Gallery di New York; Marfione è stato finalista del Tristate Italian Art Prize nel 2023, con una mostra inaugurale curata da Chiara Mannarino presso il Consolato Generale d'Italia a New York, città nella quale vive e lavora. Nel corso della serata sono intervenuti altri fotografi lucerini che hanno portato la loro esperienza a corollario del lavoro del maestro americano; il talk si è concluso con un contributo del dottor Giuseppe Trincucci sulla figura del fotografo Giuseppe Cavalli.

Del secondo evento è stato protagonista invece Paul Fabozzi, in residenza lo scorso anno che, una volta giunto negli States, ha rielaborato in forme autonome il ricordo della luce del paesaggio daunio e le ombre dei caseggiati che si intersecano nel centro antico in un dedalo senza fine; il lavoro si compone  di 23  creazioni che hanno dato vita al concept  “Passaggi d’ombra”. La mostra visitabile fino al 17 giugno alla galleria Utò. Lo spazio della luce (nella bellissima corte della dimora della famiglia Di Muro) svela al pubblico l’occhio attento è mai scontato dell‘artista italo-americano, professore di Arte e Visual Design alla St. John’s University di New York. Nello studio a Long Island ha avuto modo di ripensare e ripensarsi a Lucera, elaborando immagini digitali, per poi trasferirle su pellicola Mylar con inchiostro e matita colorata, montandole infine su stampa a pigmenti d’archivio.

Esposta per l’occasione anche una stampa calcografica di grande formato incisa su matrice di ferro, realizzata grazie alla frequentazione in studio del maestro incisore Salvatore Lovaglio. Entrambi hanno trovato un congiunzione nei rispettivi linguaggi tanto da far notare allo stesso Lovaglio una versione di se, come ha recentemente affermato in occasione della sua mostra al Palazzetto dell’arte di Foggia qui al vernissage ha dichiarato: “è stato Fabozzi a farmi notare che il mio atelier è immerso nel paesaggio e si gode di una serie di suoni della natura come il cinguettio degli uccelli; dopo tanti anni c’è voluto un artista venuto da New York a farmi una riflessione sul paesaggio che mi circonda. In fondo io sono tornato da Milano dove insegnavo all’Accademia di Brera perché mi mancava questo paesaggio, poi a San Giusto mi sono riappropriato del paesaggio e adesso non lo percepisco più… quindi sono diventato parte del paesaggio!”. Queste parole sono i segni più significativi del “primo raccolto” maturato dai semi che Moves pianta nel Territorio, semi di riflessione e condivisione su temi artistici che evidentemente già germogliano rigogliosi, grazie a scambi e interconnessioni empatiche ed esperienze trasversali quanto uniche.

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