IL MATTINO
Chiesa
29.06.2023 - 15:23
«Non un atto dovuto, ma un atto di riconoscenza per quanto Monsignor Nolè ha dato alla città durante il suo episcopato, soprattutto con riferimento all’ascolto dedicato ai bisognosi e per la considerazione nella quale ha tenuto gli ultimi, sapendo cogliere i segnali di sofferenza che arrivavano dalle aree del disagio». Con questa motivazione il consiglio Comunale di Cosenza, di concerto con il prefetto e l’arcivescovo, ha dedicato l’iconica e centrale piazza antistante la chiesa di San Nicola a Francescantonio Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano per sette anni, già vescovo di Tursi-Lagonegro e di origini potentine, scomparso prima di poter concludere il suo mandato.
Esistono le regole, e una piazza o una strada possono essere intitolate a qualcuno dopo dieci anni dalla dipartita. Ma esistono anche le eccezioni. E le eccezioni si fanno per le persone eccezionali come monsignor Nolè, che rientra nella categoria di quei rari uomini che fanno rumore, scuotono cuori e coscienze con il tocco leggero della fede, illuminano gli altri semplicemente facendo humiliter et instanter (umilmente ed instancabilmente) ciò per cui sono stati chiamati. La cerimonia di intitolazione della piazza si è tenuta il 27 giugno 2023 alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose della città, oltre che di familiari, amici del Borgo e cittadini di Cosenza. Il prefetto Vittoria Ciaramella ha ricordato con commozione come sia ancora vivo il ricordo di monsignor Nolè e ha ribadito che intitolare una piazza è un atto dal forte valore simbolico, è memoria e ricordo per chi ha conosciuto monsignor Nolè ed è la restituzione tangibile del cuore che ha donato a Cosenza. Il sindaco Franz Caruso, promotore dell’iniziativa, dopo aver ringraziato i convenuti per la nutrita presenza, quale testimonianza della condivisione della scelta compiuta dal Comune, ha ricordato come Nolè fosse diventato un punto di riferimento della città: «Era uno di noi, era presente alle manifestazioni, ma anche per strada, amava stare tra la gente». Ha poi ricordato: «Il 4 novembre mi sono insediato e il 5 novembre Nolè è venuto a trovarmi e mi ha detto, "voglio conoscere il mio sindaco"; lui mi chiamava, percepiva i bisogni della gente, soprattutto degli ultimi, dei bambini, e quando sentiva che qualcosa non andava in città mi convocava e ci confessavamo». Dante scrisse “amor ch’a nullo amato amar perdona”, ed è proprio questo che è accaduto, una città che si è sentita amata, non può non corrispondere l’affetto ricevuto. Il sindaco, infine, ha sottolineato: «Monsignor Nolè per noi era un personaggio, ci ha rappresentati in maniera diversa rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto, ed è la prima volta nella storia della nostra città che noi intitoliamo un luogo così simbolico ad una personalità. E io sono orgoglioso, perché gli ho voluto bene». Consolanti e profonde le parole dell'arcivescovo Giovanni Checchinato, successore di Nolè, che ha tenuto l’omelia della messa celebrata prima dello svelamento della targa. E che ha affermato: «Non l’ho conosciuto purtroppo, ma (citando san Paolo, ndr), voi siete le sue lettere di carne, voi siete la più bella testimonianza del suo operato ed io lo sto conoscendo grazie a voi, i monumenti non servono per non dimenticare, togliere dalla mente, ma per ricordare, riportare al cuore». I familiari, attraverso le parole della sorella Filomena, hanno ringraziato la città per l’affetto che sta dimostrando, quale carezza consolatoria per un così grande dolore. La cerimonia si è conclusa con la condivisione di una semplice focaccia e con le note della cantautrice Romilda Cozzolino, che ha aperto la serata con il brano Maryam scritto proprio per l’arcivescovo Nolè.
«Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo», scriveva Orazio, volendo riferirsi al fatto che la poesia fosse la sua vera, perenne, eredità. All'arcivescovo Nolè è stato dedicato un monumento di marmo e di ferro che il tempo non potrà scalfire e che costituirà un segno tangibile della sua vera, perenne, eredità: l’immagine chiara di come ha vissuto, i valori in cui ha sempre creduto, la fede cui ha dedicato con gioia tutta la sua vita e nella quale si è abbandonato con serenità fino alla fine.
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