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Turismo

L’anno della ripresa secondo la voce di una guida turistica lucana

Un tentativo di bilancio turistico per l’anno 2021

Gli ultimi giorni di Dicembre sono spesso segnati dai buoni propositi per il futuro e dall’inconsapevole volontà di tirare le somma di un anno che termina. Valutare i progressi o le regressioni di un periodo che si chiude è stato per il settore turistico lucano la norma fino al gennaio 2020. Ma oggi, dopo circa 6 milioni di contagi e 137 mila decessi in Italia, parlare di “ripresa” nel 2021 lascia un sapore dolceamaro in bocca, che non viene corretto per niente stando alla nuova impennata di contagi frutto della variante Omicron.

 Con l’arresto dei flussi turistici tra Aprile e Maggio 2020 e la forte flessione pari al meno 81,4 per cento delle presenze straniere nel Mezzogiorno d’Italia (dati anno 2020 Banca D’Italia, 28 settembre 2021), le imprese del meridione fino a quel momento in netta ascesa per redditività e numero di occupati, hanno riscontrato il drastico calo del fatturato del 40 per cento (dati 2020 Banca d’Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria, aprile 2021).

Prendendo come campione esemplificativo i dati raccolti dagli operatori volontari della Pro loco Aps di una meta turistica di bassa affluenza come lo è la cittadina di Acerenza in provincia di Potenza, è stato possibile osservare per un periodo compreso da Luglio a Novembre un totale di circa 4800 visitatori. Sono state raggiunte punte di 1700 presenze nel solo mese di Agosto che mostra anche una notevole varietà di arrivi nazionali ed esteri con cospicui gruppi, superiori alle venti unità, provenienti in particolar modo da Toscana, Puglia, Campania, Lazio, Lombardia, Germania. Novità del 2021 sono gli arrivi da regioni notoriamente esse stesse destinazioni turistiche come Sardegna, Trentino, Veneto e Sicilia.

In attesa di avere dati puntuali sul turismo in Basilicata per l’anno 2021, proviamo anche noi a fare un bilancio sullo stato di salute del turismo in Basilicata, certamente legato più alla sensibilità umana che all’andamento di grafici economici, dell’anno della ripresa, chiedendo a chi l’attività turistica la svolge sul campo.

Martino Prospero Iannibelli da Scanzano Ionico (MT), archeologo specializzato e guida turistica abilitata, ha risposto alle nostre domande alla luce della lenta ma decisiva ripresa dei flussi turistici nella nostra regione a partire dal mese di giugno 2021.

È possibile tracciare un bilancio per il 2021 sul turismo lucano? Quale è lo stato di salute dell’attività turistica in Basilicata dopo il Covid?

«La meta più gettonata resta Matera, che un po' come la Gioconda per il Louvre, è diventata il feticcio da osservare necessariamente in una galleria d’arte. La costa ionica ma anche i borghi dell’entroterra, grazie al turismo di prossimità, fatto di piccoli gruppi organizzati, spesso famiglie, hanno registrato notevoli presenze nel periodo estivo soprattutto tra Agosto e Settembre, sintomo di una effettiva ripresa. Tra questi anche turisti stranieri, ovviamente non con i numeri registrati per il 2019. Il covid ha di contro scoraggiato i cosiddetti Tour organizzati, come bus da una cinquantina di persone, i quali sono diventati in questo periodo piuttosto rari. Allo stato attuale fare un bilancio risulta piuttosto complicato dato che si possono evidenziare due andamenti divergenti, quello che comprende i mesi estivi fino a ottobre, che vedeva il turismo lucano in netta ripresa, e quello del periodo invernale segnato dalla variante Omicron e dalle tante disdette e prenotazioni saltate. Ovvio, i numeri non sono quelli del 2019, ma questo credo sia abbastanza scontato dato l’eccezionalità dell’anno e per il periodo storico che stiamo vivendo».

Quali sono le criticità che una giovane guida come te riscontra nel settore turistico lucano?

«Più che riscontrare problematicità nel settore, il vero problema sono le criticità di una Regione. Nonostante i grandi numeri, la Basilicata resta ancora una terra difficile da raggiungere. Il punto debole sono i trasporti, lo stesso spostare un gruppo di turisti da un centro maggiore, come Matera ad esempio, verso l’entroterra risulta davvero complicato. La soluzione adottata dai turisti è quella di spostarsi in autonomia con mezzi propri, il che si sposa bene con il concetto caro ai lucani di turismo slow, ma ciò non basta. Il turismo è legato per natura alle infrastrutture e alla giusta comunicazione di un territorio. Tra operatori del settore ci deve essere una corretta sinergia e interazione di capacità, ognuno secondo la propria specializzazione o inclinazione, con lo scopo di creare reti e pacchetti turistici sempre più folti e vocati ad una dimensione culturalmente più ampia. Il settore delle visite guidate in realtà, contrariamente a quanto si pensa, non ha problematiche legate alla carenza di personale impiegato sul territorio. Le guide non sono sott’organico. Il vero problema è la saturazione dei principali luoghi o beni da visitare, come può essere ad esempio il Sasso Caveoso materano. La nostra regione offre, all’interno dei suoi 131 comuni, una varietà quasi infinita di percorsi turistici che spaziano tra tutte le principali trasformazioni storiche e culturali, dai villaggi trincerati neolitici fino ai paesaggi rurali legati riforma fondiaria e ai relitti dell’archeologia industriale, tutto conservato all’interno di uno stesso territorio. La Basilicata offre un ventaglio di soluzioni così ampio, che è impossibile, per una guida, restare senza lavoro nel momento in cui si formula una giusta proposta turistica e si studino i percorsi più appropriati. La Lucania è una varietà culturale che sorge come il Sole sulle coste dello ionio, attraversa i cieli dei borghi appenninici e tramonta nelle acque del Tirreno ai piedi di Maratea».

Come vedi il tuo futuro nella Basilicata turistica?

«Punto tanto a fare il mio mestiere, vivere di cultura, qui nei territori in cui sono nato e cresciuto. Mi sono iscritto ad archeologia spinto dal desiderio di viaggiare e conoscere culture diverse dalla nostra nel tempo e nello spazio, e forse anche per andare via dalla mia terra. L’amore per l’epica omerica ha fatto il resto, facendomi innamorare della cultura classica. Ho fatto di tutto per andare via, in realtà non mi sono mai mosso, non sono mai partito e non sono mai tornato. Il caso ha voluto farmi conoscere, tramite le prime esperienze archeologiche proprio nella mia Regione, tra l’area archeologica di Incoronata a Pisticci e il Museo archeologico nazionale di Metaponto e della Siritide, quella cultura classica, o meglio magnogreca, che tanto ricercavo altrove. È stata una chiamata “a stare in Basilicata”, e sentendomi ora legatissimo a questa terra non riesco ad immaginare un futuro lavorativo in un altro luogo. È una questione di appartenenza culturale che trascende il luogo in cui sei nato, ed è molto più forte di ogni legame anagrafico, è quello che mi porta a fare le visite guidate a Matera, la città dei Sassi, parlando della Magnagrecia e della mia costa ionica».

 

 

 

 

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