IL MATTINO
Scuola
20.01.2020 - 16:55
La sera del 17 gennaio, in più di 400 licei d’Italia, si è celebrata la sesta edizione della Notte nazionale del Liceo Classico, nata da un’idea del professore Rocco Schembra, del Liceo Gulli-Pennisi di Acireale (CT). Anche quest’anno il Liceo Classico dell’Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore "G. Solimene"
di Lavello ha aderito all’iniziativa con un ricco spettacolo dal titolo Ritorno al futuro, guidato sapientemente e instancabilmente dalle docenti Anna Serchisu, Concetta Falcone, referente ufficiale del progetto, e Marialucia Nolè. Il titolo, che ha determinato il filo conduttore, trova giustificazione nella ricorrenza del cinquantenario proprio del Liceo classico nella cittadina lucana. L’idea di fondo, ispirandosi al film di Robert Zemeckis, è stata quella di avere Doc e Marty a Lavello che con la loro macchina del tempo hanno ripercorso 50 anni di storia. E quest’anno il Solimene ha voluto sorprendere addirittura con gli effetti speciali. Una Smart vera e funzionante, messa a disposizione da Autodemolizioni Di Stasi, ha trovato spazio sul palco ed ha offerto l’occasione ai due compagni di viaggio di uscire ed entrare in scena a scandire i vari momenti. Ed ecco che con la loro simpatia è stato possibile ricordare figure come Aldo Moro, Falcone e Borsellino; i Nobel per la letteratura Eugenio Montale e Dario Fo; San Giovanni Paolo II; Alda Merini. Con un brano dell’Elena di Euripide si è evidenziata l’inutilità della guerra, mentre con un brano delle Ecclesiazuse di Aristofane si è celebrata la donna con le sue conquiste. Non è mancato un minimusical de I promessi sposi per raccontare in antitesi i matrimoni celebri di questi 50 anni. Il tutto condito da musica, canti e danza e soprattutto dalle emozioni e dai sorrisi dei ragazzi, che sono il vero ingrediente magico, che racconta il loro notevole impegno. Ospiti della serata sono stati anche alcuni ex alunni. Il professore Angelo Rosa, dell’università Lum Jean Monneet, che rivolgendosi agli studenti ha tenuto un intervento di tipo orientativo; l’assessore comunale alla cultura Luigia Carlone, che oltre a rappresentare l’amministrazione ha letto di Palamede, eroe dimenticato di Alessandro Baricco; l’architetto Donatella Merra, assessore regionale alle Infrastrutture che vanta anche il primo premio alla diciassettesima edizione del 2003 del Certamen Horatianum di Venosa e che ha avuto il piacere di rileggere in traduzione proprio il brano tradotto in quella occasione. La dirigente scolastica, professoressa Anna dell’Aquila, nei saluti iniziali ha evidenziato l’importanza di attività di questo genere che arricchiscono i ragazzi di esperienze sempre più formative e coinvolgenti. Come ogni anno, alla fine dello spettacolo, si è tenuta la lettura di un brano in lingua greca. Per questa edizione Savino Pallottino, della Terza A, ha deliziato il pubblico recitando a memoria e interpretando con grande pathos i 38 trimetri giambici del prologo dell’Agamennone di Eschilo. La professoressa Serchisu, che ha seguito tutte le fasi dello spettacolo, dall’ideazione alla messa in scena, nel dirsi soddisfatta del lavoro svolto, ha ribadito l’importanza di coinvolgere i ragazzi in attività diversamente didattiche. I ragazzi sanno mettersi in gioco, tirano fuori le loro capacità e i loro talenti, e anche se questo non significherà imparare a tradurre darà una spinta maggiore a sentire, a riconoscere e ad apprezzare la bellezza del mondo classico. Il lavoro di squadra, poi, insegna le responsabilità, cementa i rapporti, accresce l’autostima, crea trasversalità tra le classi e i saperi, ridisegna la relazione con i docenti che scendono finalmente dalla cattedra. Tutto questo è e deve essere scuola. Ed è inutile dire che i ragazzi, quelli in scena, quelli alle luci e al suono, quelli di supporto alle scenografie sono stati tutti bravissimi. Nessuno escluso.
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