IL MATTINO
calcio
02.09.2025 - 17:50
Lo scouting cambia pelle. Non più soltanto viaggi, appunti e taccuini consumati negli stadi di provincia, ma algoritmi, piattaforme digitali e intelligenza artificiale. A Milano, in due giorni intensi, si è discusso di sostenibilità del sistema calcio e di nuove tecnologie applicate allo scouting. È stato un confronto ad alto livello, con dirigenti, manager e figure di spicco del panorama sportivo e manageriale, chiamati a delineare scenari e opportunità per il futuro. Di ritorno da questa esperienza, il potentino Vittorio Vernotico, team managere dell'Angelo Cristofaro Oppido racconta: «Ho avuto la possibilità di confrontarmi con direttori sportivi, osservatori e capi scout. Ne esco arricchito, con la sensazione di aver compiuto un passo in avanti nel mio percorso personale e professionale». Il messaggio è chiaro: lo scouting tradizionale non scompare, ma si trasforma. Gli osservatori continueranno a cercare talenti sul campo, ma oggi hanno accanto strumenti capaci di analizzare migliaia di dati in tempo reale, dai chilometri percorsi all’intensità di gioco, fino ai pattern di movimento. L’intelligenza artificiale diventa alleata, non sostituta. Gli esperti sottolineano che il futuro sarà fatto di equilibrio: l’occhio umano non potrà mai essere rimpiazzato, ma la tecnologia permette di ampliare il raggio d’azione, ridurre gli errori e aumentare la sostenibilità delle scelte. E qui entra in gioco un altro concetto chiave emerso dai workshop: la sostenibilità. Non c’è solo il campo, c’è un sistema che deve reggere i costi crescenti e non può più permettersi di bruciare risorse. La vera sfida sarà trovare un punto d’incontro tra bilanci, risultati sportivi e progettualità a lungo termine. Per Vernotico ogni esperienza diventa un passo in avanti. «Ho scelto di intraprendere questa strada calcistica con la consapevolezza che ogni incontro, ogni discussione, ogni porta che si apre o si chiude contribuisce alla crescita». E qui arriva la metafora più calzante, quella del calciomercato: «È famoso per il suo countdown, allo scadere, si chiude la porta… Ma non è detto che, chiudendo quella porta, non sia entrato un grande campione. Nella vita funziona allo stesso modo. Una porta che si chiude non è una sconfitta, è spesso l’occasione di aprirne un’altra, più entusiasmante e ricca di prospettive». Il calcio del futuro non rinnega il passato, ma lo aggiorna e lo potenzia. Lo scouting resta un’arte, ma oggi ha accanto strumenti di precisione che lo trasformano in una scienza applicata. La partita è appena iniziata e, come ricorda Vernotico, ogni porta chiusa può nascondere l’inizio di una nuova grande partita.
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