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Aggiungere “vita agli anni” o “anni alla vita"? La prevenzione fa la differenza

Rita Levi Montalcini affermava: «Se la durata della vita media è di circa 80 anni, la durata della vita media in salute è in realtà di 50 anni».

Aggiungere “vita agli anni” o “anni alla vita"? La prevenzione fa la differenza

Riuscire a trasformare questo intervallo di 30 anni in un periodo di vita sana significherebbe non solo elevare la qualità della vita delle persone, ma anche liberare risorse importanti del Servizio sanitario nazionale». A distanza di anni, il dilemma aggiungere “vita agli anni” o “anni alla vita" continua ad essere oggetto di studi e ricerche, come il recente studio in ”JAMA Network Open” sulla gestione dei rischi del diabete di tipo 2.

Affermava Rita Levi Montalcini: «Se la durata della vita media è di circa 80 anni, la durata della vita media in salute è in realtà di 50 anni. Riuscire a trasformare questo intervallo di 30 anni in un periodo di vita sana significherebbe non solo elevare la qualità della vita delle persone, ma anche liberare risorse importanti del Servizio sanitario nazionale». *

Bob Mankoff, fumettista del New Yorker, ha affrescato il dilemma aggiungere “vita agli anni” o “anni alla vita" nella famosa vignetta “See, The Problem With Doing Things To Prolong."** A distanza di anni, il problema della gestione della salute e dei rischi continua a turbare la nostra mente e quella di alcuni ricercatori.  E a proposito di ricercatori, un nuovo studio in JAMA Network Open potrebbe aiutare a riflettere sulla gestione dei rischi del diabete di tipo 2. [1] Hamed Kianmehr e colleghi forniscono un'analisi ponderata degli anni di vita guadagnati grazie alla gestione dei principali fattori di rischio. Questi fattori sono: l’Indice di Massa Corporea, l'emoglobina glicata HbA1c, la pressione arteriosa e il colesterolo LDL. La gestione dell’Indice di Massa Corporea e dell'emoglobina glicata HbA1c è associata ai maggiori guadagni sull'aspettativa di vita per le persone con diabete di tipo 2. Per ciascuno dei due fattori di rischio, i ricercatori hanno trovato un'associazione con quasi quattro anni in più di vita. È importante notare che questi dati provengono da uno studio di modellizzazione. Non è, quindi, una nuova ricerca sperimentale.  E, come con qualsiasi studio di modellistica, deve essere preso con “le molle”. Perché, come suol dirsi: tutti i modelli sono sbagliati, ma solo alcuni sono utili. Tuttavia, il valore di un buon modello, come questo, è che ci aiuta a riflettere sul problema sollevato da Rita Levi Montalcini. E lo studio pubblicato su JAMA Network Open  lo fa sicuramente. 

Ma, mentre riflettiamo, ci accorgiamo che i potenziali benefici devono essere messi nella giusta prospettiva. Quella suggerita dalla Montalcini. Fissare una singola misura, che si tratti dell’Indice Massa Corporea o dell'emoglobina glicata HbA1c, comporta, infatti, alcuni problemi.  Ad esempio, un'eccessiva preoccupazione per l'emoglobina glicata HbA1c può avere delle conseguenze, così come gli Autori dello studio suggeriscono: "Il controllo glicemico intensivo, tuttavia, aumenta il rischio di grave ipoglicemia e comporta oneri aggiuntivi a causa della polifarmacia*, degli effetti collaterali e dei costi". [1] Gli stessi suggeriscono, quindi, un approccio più olistico, allineando gli obiettivi per l'emoglobina glicata HbA1c con quelli della vita della singola persona.  In egual misura, l'Indice di Massa Corporea può essere un utile indicatore dei rischi e dei progressi clinici, ma non deve sostituire una valutazione più completa dello stato di salute e delle necessità reali di un soggetto. In conclusione, mio caro lettore, dopo il 50° compleanno, riuscire a trasformare i successivi 30 anni in un periodo di vita sana fa la differenza tra l’aggiungere “la vita agli anni” e il sommare “gli anni alla vita”. Ed è solo la Prevenzione (le vaccinazioni, i corretti stili di vita, la rimozione dei fattori di rischio, gli screening oncologici, ecc.) che può fare questa differenza.

Note

* Informa. Editoriale. Non è importante aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni. [Disponibile al sito www.rivistainforma.it]

** Robert Mankoff. See, The Problem With Doing Things To Prolong. New Yorker.August 8th, 1994 [Disponibile al sito: pixels.com/]

** Polifarmacia = eccessiva assunzione di farmaci


Bibliografia

1 . Kianmehr H, Zhang P, Luo J, Guo J, Pavkov ME, Bullard KM, Gregg EW, Ospina NS, Fonseca V, Shi L, Shao H. Potential Gains in Life Expectancy Associated With Achieving Treatment Goals in US Adults With Type 2 Diabetes. JAMA Netw Open. 2022 Apr 1;5(4):e227705. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2022.7705. PMID: 35435970.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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