IL MATTINO
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10.11.2024 - 10:13
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Già ai tempi di Ippocrate si sospettava un legame tra alimentazione e salute. Nel XX secolo, il biochimico Casimir Funk ipotizzò che la carenza di vitamine fosse alla base di malattie come lo scorbuto e il rachitismo, e studi successivi hanno confermato l’importanza di queste sostanze per il sistema immunitario.
Negli ultimi anni, la connessione tra alimentazione e sistema immunitario ha suscitato un crescente interesse sia tra i consumatori che nella comunità scientifica. Nei supermercati e sui media abbondano slogan come “Rinforza il tuo sistema immunitario con il digiuno intermittente” o “Bevi questo yogurt per rinforzare il tuo sistema immunitario”. Tuttavia, spesso le basi scientifiche di queste affermazioni sono deboli. Condurre studi rigorosi sugli effetti della dieta sulla salute umana è complesso, e i risultati ottenuti su animali o cellule non sempre sono applicabili all’uomo, portando talvolta a interpretazioni esagerate per scopi commerciali.
La rivista scientifica Nature fa il punto della ricerca tra alimentazione e sistema immunitario con un interessante articolo. [1] Negli ultimi cinque anni, il campo della nutrizione immunologica ha visto l’introduzione di tecniche innovative, colmando in parte questo divario di credibilità. I ricercatori, che tradizionalmente studiavano gli effetti a lungo termine di diete generiche come quella mediterranea, ora dispongono di strumenti per analizzare gli effetti a breve termine di specifici alimenti e componenti dietetici. Questo permette di comprendere meglio i meccanismi molecolari attraverso cui gli alimenti influenzano il sistema immunitario.
Un esempio recente è l’associazione tra dieta mediterranea e risposta ai trattamenti di immunoterapia per il cancro. Inoltre, eventi come il summit Food is Medicine negli Stati Uniti hanno contribuito a sensibilizzare sull’importanza della dieta nella gestione delle malattie croniche e della sicurezza alimentare. Già ai tempi di Ippocrate si sospettava un legame tra alimentazione e salute. Nel XX secolo, il biochimico Casimir Funk ipotizzò che la carenza di vitamine fosse alla base di malattie come lo scorbuto e il rachitismo, e studi successivi hanno confermato l’importanza di queste sostanze per il sistema immunitario.
Oggi, l’impiego di tecniche “omiche”, che permettono di analizzare interi set di biomolecole, ha facilitato la comprensione dei meccanismi con cui diverse diete influenzano il sistema immunitario. Ad esempio, l’immunologo Steven Van Dyken ha studiato come una fibra presente nei funghi, nei crostacei e negli insetti commestibili, chiamata chitina, possa attivare una risposta immunitaria di tipo 2 nei topi, influenzando anche il metabolismo e la sensibilità all’insulina. Se da un lato l’eccesso di cibo e l’obesità sono associati a diversi problemi di salute, il digiuno sembra avere effetti opposti, con potenziali implicazioni positive per il sistema immunitario. Diversi studi hanno dimostrato come il digiuno riduca il numero di monociti, cellule immunitarie legate a varie condizioni autoimmuni. Alcuni ricercatori, come il neuroscienziato Cheng Zhan, hanno ipotizzato che i benefici del digiuno possano essere ottenuti stimolando specifici neuroni nel cervello, senza necessariamente ridurre l’apporto calorico.
Tuttavia, il digiuno non è privo di rischi. Un recente studio ha evidenziato come un digiuno prolungato possa provocare un ritorno massiccio di monociti nel sangue, aumentando il rischio di infiammazione e rendendo l’organismo più vulnerabile alle infezioni. Secondo Filip Swirski, è fondamentale trovare un equilibrio per evitare che i benefici del digiuno siano controbilanciati da effetti negativi. Anche cambiamenti dietetici di breve durata possono influenzare rapidamente la risposta immunitaria. Francesco Siracusa, immunologo all’Università di Amburgo, ha studiato gli effetti di diete “festive” ricche di grassi e povere di fibre sui topi, osservando come bastino tre giorni per ridurre la capacità del sistema immunitario di rispondere alle infezioni. Effetti simili sono stati riscontrati anche in un piccolo gruppo di volontari umani, suggerendo che questi studi potrebbero fornire informazioni utili per comprendere le cause di alcune malattie croniche.
Nonostante i progressi, confermare i risultati ottenuti su modelli animali negli esseri umani resta una sfida. Controllare a lungo termine rigorosamente l’alimentazione dei partecipanti a lungo termine è complicato, e molti studi si basano su dichiarazioni dei partecipanti che spesso non sono precise. Per superare queste difficoltà, il fisiologo integrativo Kevin Hall e l’immunologa Yasmine Belkaid hanno condotto studi controllati presso un centro di ricerca negli Stati Uniti, monitorando l’effetto di diete vegane e chetogeniche sul sistema immunitario di 20 adulti. I risultati hanno mostrato che entrambe le diete influenzano in modo significativo la risposta immunitaria in sole due settimane, seppur in modi differenti. Hall e Belkaid sperano che queste ricerche possano portare a terapie dietetiche personalizzate per malattie autoimmuni e croniche. Tuttavia, resta ancora molto da fare per comprendere appieno l’effetto delle diete specifiche sul sistema immunitario umano e tradurre queste conoscenze in raccomandazioni cliniche.
La nutrizione immunologica è un campo in rapida evoluzione che promette di rivoluzionare il modo in cui pensiamo alla dieta e alla salute. Sebbene molte domande restino ancora senza risposta, le nuove tecnologie e gli approcci innovativi stanno aprendo la strada verso una comprensione più approfondita del legame tra alimentazione e sistema immunitario. Nell’arco di un decennio, potrebbe diventare possibile fornire consigli nutrizionali personalizzati per una vasta gamma di condizioni mediche, con un potenziale clinico enorme per migliorare la salute di milioni di persone.
Bibliografia
1. Fleming N. Your diet can change your immune system - here's how. Nature. 2024 Oct;634(8034):528-531. doi: 10.1038/d41586-024-03334-0. PMID: 39415064.
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