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I pensieri dell'Altrove

Sul precipizio del Covid. Per non cadere

Quello che ci tiene veramente insieme è quel mistero potente dell'amore e il suo spavento, è il vento del dubbio senza tracce certe, l'immaginazione e il precipizio

Sul precipizio del Covid. Per non cadere

Gabriele Talarico, "Dark Child" (Piarte.net)

Per noi che siamo fatti di anima e materia, per noi che in questi giorni ci stringiamo tanto intorno alle parole e cerchiamo la rotondità del caldo nella morbidezza della consolazione. Per noi umani a cui piace essere materia quando non ci si fa del male, quando la si riconosce dietro un odore familiare, quando ci si ritrova fragili e due mani solide ti coprono le spalle, quando senti dentro al cuore un freddo ostile e il corpo sostituisce il dispiacere con il respiro buono di una consolazione. Siamo carne e anima. Scambio di sostanze, di emozioni, di umori variabili e complessi. Siamo desiderio e dolore, fatica e solitudine, sintomi e terapia. malattia e paura.

Questi sono i giorni in cui  tutto è più accelerato e sensibile, c'è nell'aria un carattere di fragilità dichiarata, un'intuizione di malessere nel fronteggiare la festa che non sempre significa essere festosi. A Natale le luci stordiscono le ansie ma aumentano i suoi segnali. E il corpo lo capisce. Ma finché saremo materia saremo, anche, relazioni, rapporti, legami, conflitti, amore, cura, ascolto. Finché saremo corpi, noi siamo. Gli occhi ci vedranno, la voce ci farà capire, la pelle ci saprà riconoscere. Le profondità dei pensieri si mescoleranno al cuore, le attese daranno tempo alla ragione, il non sapere ci spingerà verso lo scoglio della sopravvivenza. 

Ma quello che ci tiene veramente insieme è quel mistero potente dell'amore e il suo spavento, è il vento del dubbio senza tracce certe, l'immaginazione e il precipizio. Quello che ci fa stare insieme, anima e materia, è spesso un buco antico che si va ad  incurvare nello sterno e diventa per sempre la tua ferita. Un buco o un lampo che  si spingono fino in fondo, scavano. a volte sono il buio, a volte la folgorazione, il danno o la felicità. Quello che ci tiene insieme è il peso della terra e l'indifferenza del cielo, l'acqua della pioggia, le fragole a dicembre, il ricordo di una lite, il racconto di una favola, la neve fra le dita, lo sguardo dei bambini. Quello che ci unisce è la polvere dell'invisibile, un nome, una traccia ed il suo destino. Mentre restiamo qui, in un viaggio indefinito e provvisorio, provando a tenere rigido e saldo questo indispensabile filo nella testa. Per non cadere.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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