IL MATTINO
I pensieri dell'Altrove
02.09.2018 - 09:45
Andrea B., Franco Cioni, olio su tela (galleria piziarte.net)
Lasciami stare. Voglio cambiare il viaggio e la destinazione, alleggerire valigie e sottrarre chilometri, cambiare le strade e camminare senza fretta. Nessun programma, nessuna mappa, solo un potente desiderio di andare. Oltre questa finestra chiusa c’è l’agilità dell’imprevedibile, si muove scomposta eppure sembra avere la logica delle cose che devono accadere per forza, la vedo da lontano e sembra stia aspettando qualcuno. Ci insegnano da subito ad osservare i doveri, ci dicono di assumere le responsabilità, impariamo presto a individuare i sensi di colpa e le penitenze, andiamo avanti con la rigidità delle convinzioni giuste, facciamo sistema con la rassegnazione. È frustrante intuire che la vita migliore sia sempre dietro ad un angolo, ma è altrettanto significativo assecondare il dubbio che quell’angolo noi non lo svolteremo mai. È per questa ragione che ogni tanto, per una forma di compensazione intima, ci si trova in un luogo che frequentiamo ma che non ci appartiene, in uno spazio stretto dentro ad una mano che si dissolve presto, in un tempo che non ha misure perché scivola anarchico. È il luogo sacro in cui, senza avvertenze inutili, si abbatte sulle spalle la lucidità di un sogno. I visionari ed i temerari sanno interpretarlo, i percettivi ed i sentimentali sanno sentirlo. Ma sono pochi quelli che lo toccano, lo aprono, lo prendono. La paura di farsi del male o di sprofondare in una ferita nuova, il timore di non riconoscere i limiti del sogno dalle consuetudini avvitate alle rassicurazioni ordinarie, ci convincono alla posizione del “non luogo a procedere”. Il metabolismo dei sogni è veloce, quello della ragione no. Le azioni nei sogni sono fulmini in un cielo aperto, quelli della realizzazione hanno gli strappi delle delusioni, delle fermate inderogabili, degli aggiustamenti che stravolgono le intenzioni. È sempre così, volare mette l’euforia di vedere le cose dall’alto e in quel momento accetti quella magnifica sfida di provare i brividi delle vertigini e il potere di sentirsi invulnerabili. Se ci pensi, prima e dopo un volo fatto di sogno o un sogno fatto di coraggio d’aria, ci ritroviamo sempre lì: fra una vittoria ed un fallimento, un collasso ed una guarigione. E questo respiro destinato ad annaspare, diviso fra il desiderio e la regola, l’idea e la concretezza. Il tentativo e la certezza. La fuga ed il suo dolore.
Lasciami stare. Ora vado e vedo, ora spingo e volo. Poi mi ricongiungo e torno.
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