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I pensieri dell'Altrove

Le longitudini di una donna

Questa dicotomia stravecchia e chirurgica fra la 'zoccola' e la Santa, la mamma e la femme fatale, la scandalosa e la pia donna a me ha sfracanato il cervello.

Le longitudini di una donna

Cambiano i corpi, gli odori, i colori, ma la pelle si appassiona in modo uguale in quell' abbraccio in cui gli occhi riconoscono da sempre il segnale del momento perfetto. Per le donne dell'est, per quelle dell'ovest, per quelle del mondo.

Che non fosse una schermata intelligente, quella di un sabato pomeriggio nella trasmissione della Perego sulle donne dell'est, era apparso subito chiaro. Però, onestamente, io penso che volendo essere leggermente pignoli, risultava stupido anche per le donne dell'ovest. Perchè a me quello che dà fastidio è ancora questa discussione sulle donne che perdonano e quelle che no, su quelle che sono sempre disponibili e quelle che no, quelle che fanno le stronze e quelle che no. Questa dicotomia stravecchia e chirurgica fra la 'zoccola' e la Santa, la mamma e la femme fatale, la scandalosa e la pia donna a me ha sfracanato il cervello. Non se ne viene a capo, queste conversazioni da bar, o da salotti televisivi, sono ancora funzionali ad una certa forma di logorante discriminazione. Io ho sempre pensato che noi esseri umani siamo biologicamente e necessariamente diversi per favorire il naturale ciclo produttivo, per compensarci, per provare a capire cos'è la scelta, la seduzione, il desiderio, l'attrazione. Ma, al netto di una morfologia che distingue e definisce i sessi, noi donne siamo Persone, prima di tutto siamo Persone. Con le nostre differenze, i nostri caratteri, le inclinazioni e, nella fattispecie, le nostre culture. Che certamente hanno parentele strette con ideologie religiose, politiche e persino etiche non perfettamente adiacenti alle nostre e, quindi, a concezioni ascrivibili alla natura di popoli con radici storiche diverse. L'evoluzione o la civiltà di una etnia va di pari passo con una maggiore o minore elasticità intellettuale, ma alla fine una donna tibetana o una mamma eschimese amano il proprio compagno o i propri figli con la stessa intima identità sentimentale di una donna o di una mamma neo zelandese. Il mondo si riproduce per incontri e per amore, a qualunque latitudine. Cambiano i corpi, gli odori, i colori, ma la pelle si appassiona in modo uguale in quell' abbraccio in cui gli occhi riconoscono da sempre il segnale del momento perfetto. Per le donne dell'est, per quelle dell'ovest, per quelle del mondo. Perchè le emozioni sono distribuite in modo simmetrico per tutti gli abitanti di questa parte di universo. Ma, mi chiedevo, se al posto della stropicciata filastrocca sulla figura femminile e su tutte le sue decadenze e declinazioni venisse invece proposta una schermata televisiva (con annessa intelligente discussione per un intero pomeriggio) sulle qualità, le attitudini, lo stile di vita e l'approccio sentimentale degli splendidi uomini Tuareg, non sarebbe una cosa interessante da equilibrata par condicio?.. -sorrido-
(P.s intanto la trasmissione è stata sospesa, ma quante altre andrebbero cancellate per un uso improprio della nostra immagine?)

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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