IL MATTINO
A bocca aperta. I consigli del dentista
20.03.2022 - 10:41
Oltre all’intervento tradizionale, oggi possono essere eseguite tecniche transmucose sia a mano libera che con una guida chirurgica, in entrambi i casi non si eseguono tagli né risulta necessario eseguire punti di sutura o le tecniche post estrattive in cui immediatamente dopo l’estrazione viene posizionato l’impianto riducendo sia numero di interventi da eseguire sia i tempi per la protesizzazione definitiva.
Quando il dentista parla di impianto dentale si riferisce all’inserimento nell’osso di una vite in titanio che ha lo scopo di sostituire la radice del dente mancante o così danneggiato da essere irrecuperapie, dando come risultato un dente che appare completamente naturale. Gli elementi che costituiscono un impianto dentale sono due: la vite e il moncone. A seconda della tipologia e della quantità e qualità dell’osso la vite implantare può avere diametri, lunghezze e forme variabili. Come detto, la vite viene inserita all’interno dell’osso mentre il moncone funge da sostegno per la protesi dentaria vera e propria (il dente).
Per inserire un impianto dentale occorre un intervento chirurgico, pertanto è indispensabile che il paziente riferisca al medico tutti gli eventuali problemi di salute di cui soffre. Allergie ad anestetici o a farmaci particolari devono essere comunicati al dentista il quale fornirà il quadro delle possibilità alternative all’impianto, oppure la tipologia di impianto dentale più indicato alla condizione del paziente. Il primo passo, prima di pianificare l’intervento vero e proprio, è l’esecuzione di una radiografia panoramica: essa è necessaria a evidenziare la tipologia dell’osso e quindi dare una prima indicazione su lunghezza, dimensione e forma della vite implantare. Per una diagnosi più approfondita e una programmazione completa e precisa sarà poi necessario eseguire una Tac.
Esistono diverse metodiche chirurgiche per inserire la vite implantare, anche chiamata fixture, in inglese. Oltre all’intervento tradizionale oggi possono essere eseguite tecniche transmucose sia a mano libera che con una guida chirurgica, in entrambi i casi non si eseguono tagli né risulta necessario eseguire punti di sutura o le tecniche post estrattive in cui immediatamente dopo l’estrazione viene posizionato l’impianto riducendo sia numero di interventi da eseguire sia i tempi per la protesizzazione definitiva. I benefici apportati dalla protesi fissa su impianti sono numerosi, primo fra tutti l’opportunità di evitare che l’osso si riassorba e produca un mutamento nell’equilibrio occlusale. Inoltre, un impianto dentale fa sì che i denti vicini non abbiano la possibilità di spostarsi, facendo in modo che restino in sede. Un impianto, a differenza di una protesi mobile fornisce una sicurezza psicologica in più a chi lo possiede, perché dà la sensazione di una dentatura naturale. Prendendosi cura della propria igiene orale, per gli impianti dentali la durata è assicurata per un lunghissimo periodo.
Raramente è possibile incorrere, durante l’implantologia, a rischi. Il primo rischio cui un paziente può incorrere è costituito dalla mancata integrazione dell’impianto; esso può cioè non fondersi con l’osso, ma senza ulteriori complicazioni. Esiste anche un minimo rischio infettivo, drasticamente ridotto dalle procedure di sterilità cui sono sottoposti gli strumenti e i materiali impiegati nel trattamento.
Le complicanze sono soprattutto due:
- lesioni al nervo alveolare che decorre nella mandibola: in questi casi il paziente può avvertire disturbi, spesso transitori, nella sensibilità della parte inferiore del viso, generalmente causati da una scarsa valutazione preoperatoria. Questo rischio è annullato con la chirurgia guidata.
- perforazione del seno mascellare che può portare a sinusite cronica e una comunicazione oro-antrale, spesso risolvibile spontaneamente ma che può dare problemi anche per diversi mesi se trascurato.
Il rischio di complicazioni aumenta nei fumatori. Le uniche controindicazioni assolute sono l’utilizzo di alcuni farmaci detti bifosfonati, e alcuni chemioterapici in questi casi una riabilitazione implantare non può essere effettuata. Spero di essere stato chiaro ed esaustivo e un sorriso a tutti.
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