IL MATTINO
Forever
21.03.2021 - 09:00
Le bibite zuccherate artificialmente, quelle per intenderci etichettate come “light”, “zero calorie” o “zero zuccheri”, sono alternative a quelle zuccherate per chi crede possano essere “più salutari”. Meno zucchero più salute, dopotutto è oggi uno dei mantra salutistici. Ma le bevande “zero zuccheri” quale impatto hanno sulla salute cardiovascolare? Per rispondere a questa domanda alcuni ricercatori hanno utilizzato i dati della coorte francese dello studio “NutriNet-Santé” per valutare l’associazione del consumo di bevande, zuccherate o dolcificate artificialmente, con la comparsa del primo evento di malattia cardiovascolare (sindrome coronarica acuta, angioplastica, infarto miocardico, ictus e attacco ischemico transitorio). [1]
Il consumo di bevande è stato riportato nel diario alimentare delle 24 ore ogni 6 mesi ed è stato successivamente ordinato in tre categorie: nessun consumo, inferiore alla mediana o superiore alla mediana. Inoltre, i ricercatori, per ridurre al minimo la causalità inversa*, hanno escluso i casi di malattia cardiovascolare che si sono manifestati durante i primi 3 anni di follow-up. Al termine dello studio, durante i 6,6 anni di follow-up, si sono verificati 1.379 nuovi eventi cardiovascolari tra i 104.760 partecipanti (età media = 43 anni; 79% donne). Dopo l'aggiustamento per i possibili fattori di confondimento, il consumo superiore alla mediana di bevande zuccherate e dolcificate artificialmente è stato associato ad un più elevato rischio di malattia cardiovascolare rispetto all'assenza di consumo.
Tuttavia, in questo studio osservazionale, che ha generato alcune ipotesi e ha associato una maggiore assunzione di bevande dolcificate artificialmente ad un aumento di nuovi casi di malattia cardiovascolare, non è stata trovata una chiara relazione dose-risposta tra la quantità consumata e il rischio di malattia cardiovascolare. Inoltre, come sottolineato dagli stessi Autori, la causalità inversa* era una possibile spiegazione di tale associazione. È necessario, pertanto, che siano condotte ulteriori ricerche per confermare questi risultati; come ad esempio prendere in considerazione coorti prospettiche più ampie di popolazione ed anche quella di condurre “studi meccanicistici”.** Per ora, in attesa dei risultati di queste nuove ricerche, è meglio bere l’acqua.
Note
* La causalità inversa si riferisce a una direzione di causa-effetto a due vie in una circolarità causa-effetto, dove l’effetto può modificare la causa e viceversa. Il nesso di causalità inversa può verificarsi, ad esempio, quando le persone cambiano la loro dieta o il proprio stile di vita dopo aver sviluppato una malattia o forse dopo che un familiare stretto ha subito un evento come un infarto miocardico.
** Gli studi meccanicistici sono progettati per comprendere un processo biologico o comportamentale, la fisiopatologia di una malattia o il meccanismo d'azione di un intervento. In: NIH, “What is a mechanistic study?” (Disponibile all’indirizzo: www.niaid.nih.gov)
Bibliografia
1 . Chazelas E, Debras C, Srour B, Fezeu LK, Julia C, Hercberg S, Deschasaux M, Touvier M. Sugary Drinks, Artificially-Sweetened Beverages, and Cardiovascular Disease in the NutriNet-Santé Cohort. J Am Coll Cardiol. 2020 Nov 3;76(18):2175-2177. doi: 10.1016/j.jacc.2020.08.075. PMID: 33121725.
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