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Non si vive di sola carne, anzi si può vivere meglio anche senza

Fino a poco tempo fa, le proteine venivano considerate solo come un insieme di aminoacidi e si pensava che per la salute non vi fosse alcuna differenza circa la loro provenienza da alimenti di origine animale o vegetale.

Non si vive di sola carne, anzi si può vivere meglio anche senza

Sostituire le proteine degli alimenti di origine animale con quelle di origine ​​vegetale può aiutare a promuovere la salute e a vivere più a lungo? Che cosa indica la letteratura scientifica?

Sostituire le proteine degli alimenti di origine animale, come l'uovo e la carne rossa, con quelle di origine ​​vegetale può aiutare a promuovere la salute e a vivere più a lungo. Fino a poco tempo fa, le proteine venivano considerate solo come un insieme di aminoacidi e si pensava che non vi fosse per la salute alcuna differenza circa la loro provenienza da alimenti di origine animale o vegetale. Tuttavia, già da diverso tempo ci si chiedeva se ciò fosse corretto. La domanda, che sorgeva spontanea in biochimica della nutrizione, verteva su come fosse possibile che per i carboidrati e i grassi vi fosse una distinzione tra zuccheri semplici (da evitare o limitare) e complessi (da preferire), tra grassi saturi (da limitare o evitare) e insaturi (da preferire), mentre per le proteine non vi fosse distinzione alcuna. E per chiarire se vi fossero differenze è stato realizzato un importante studio prospettico, i cui risultati sono stati pubblicati da poco su JAMA Internal Medicine. [1]

In questo lavoro, i ricercatori hanno valutato le associazioni tra l'assunzione di proteine ​​vegetali e la mortalità totale o specifica per causa di morte.  I 416.000 partecipanti allo studio, di età di 50-71 anni, hanno completato i questionari demografici, sullo stile di vita e sull’alimentazione nel periodo 1995-96.  L'apporto energetico giornaliero mediano proveniente dalle proteine ​​era del 15%, precisamente: il 6% di origine vegetale ed il 9% di origine animale. Durante i 16 anni di follow-up dello studio, si sono verificati 78.000 decessi. Dopo l'aggiustamento per diverse variabili, l'assunzione di proteine ​​vegetali era significativamente associata alla riduzione della mortalità per tutte le cause di morte (circa il 13% in meno di mortalità per 10 gr di proteine vegetali in più nella dieta ogni 1.000 kilocalorie assunte).  Risultati simili sono stati ottenuti per la mortalità cardiovascolare e in tutti i sottogruppi di malattie considerate. 

La sostituzione del 3% dell'energia da fonti proteiche animali con quelle vegetali è stata associata a un rischio di mortalità inferiore del 10% in entrambi i sessi. Pertanto, in questo studio, una maggiore assunzione di proteine ​​vegetali e la sostituzione di proteine ​​animali con proteine ​​vegetali è stata associata a una mortalità generale e cardiovascolare inferiore.  Gli Autori ipotizzano che i benefici del consumo di proteine ​​vegetali siano correlati ai componenti proteici vegetali (ad esempio, gli amminoacidi) e ai loro metaboliti.  Questi risultati suggeriscono che la scelta delle proteine ​​da alimenti di origine vegetale possa influire positivamente sulla salute. Ed in effetti nel corso del tempo si sono accumulate considerevoli evidenze a sostegno di un ruolo benefico delle diete a base vegetale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.  Le proteine vegetali, presenti abbondamente in questi modelli alimentari, influenzano  positivamente i fattori di rischio cardiovascolari, tra cui una pressione sanguigna sistolica e diastolica inferiore, migliori  profili lipidici e lipoproteici e minori concentrazioni ematiche del fattore di crescita insulino-simile-1. [2-4]


Bibliografia

1 . Huang J et al. Associazione tra assunzione di proteine ​​vegetali e animali e mortalità complessiva e causa-specifica. JAMA Intern Med 2020 13 luglio; [E-pub]. (doi.org/10.1001/jamainternmed.2020.2790)

2 . Chalvon-Demersay T, Azzout-Marniche D, Arfsten J, et al. A systematic review of the effects of plant compared with animal protein sources on features of metabolic syndrome.J Nutr. 2017;147

(3):281-292. doi:10.3945/jn.116.239574

3 . Holmes MD, Pollak MN, Willett WC, Hankinson SE. Dietary correlates of plasma insulin-like growth factor I and insulin-like growth factor binding protein 3 concentrations. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2002;11(9):852-861. 

4 . Allen NE, Appleby PN, Davey GK, Kaaks R, Rinaldi S, Key TJ. The associations of diet with serum insulin-like growth factor I and its main binding proteins in 292 women meat-eaters,

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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