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Il sale è bene avercelo in testa, non in bocca

Perché la Toscana ha livelli di mortalità tra i più bassi in Italia? E perché in questa regione si muore meno per le malattie cardiovascolari?

Il sale è bene avercelo in testa, non in bocca

Ii fattori metabolici, come ad esempio l'ipertensione, contribuiscono maggiormente al rischio di malattie cardiovascolari; mentre i fattori comportamentali, come l'uso del tabacco, contribuiscono maggiormente al rischio di mortalità.

Perché la Toscana ha i livelli di mortalità tra i più bassi in Italia? E perché in questa regione si muore meno per le malattie cardiovascolari? Ebbene, tra i fattori protettivi viene citato un consumo molto basso di sale da cucina, ad esempio nel pane. 

A livello globale, le malattie cardiovascolari sono tra le più diffuse, sia in termini di incidenza che di mortalità. Si stima, ad esempio, che solo nel 2017 si siano verificati 55 milioni di decessi nel mondo, di cui ben il 33,2% (pari a 17,7 milioni) per malattie cardiovascolari. [1-2] Pertanto, documentare la coerenza o le variazioni nelle associazioni tra fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e la mortalità, sia a livello globale che per Paesi raggruppati sulla base del livello economico, può aiutare lo sviluppo di strategie globali e specifiche per la prevenzione.

L'uso scriteriato del sale, come abbiamo visto, porta ad un aumento sia della mortalità in generale che di quella cardiovascolare, in particolare. Tuttavia, i fattori metabolici, come ad esempio l'ipertensione, contribuiscono maggiormente al rischio di malattie cardiovascolari; mentre i fattori comportamentali, come l'uso del tabacco, contribuiscono maggiormente al rischio di mortalità.

E’ stato da poco pubblicato un lavoro sul Lancet nel quale i ricercatori, per valutare l'impatto mondiale delle malattie cardiovascolari (CVD) ed il peso dei relativi fattori di rischio, hanno utilizzato i dati dello studio di coorte prospettico denominato “Prospective Urban Rural Epidemiology Study” (conosciuto anche con l’acronimo PURE), che è stato condotto su circa 200.000 soggetti residenti in  21 nazioni dei cinque continenti. [3] Nel lavoro pubblicato sul Lancet, i Paesi sono stati stratificati per livello di reddito. Ebbene, l'11% dei partecipanti proveniva da paesi ad alto reddito (HIC), il 66% da paesi a medio reddito (MIC) e il 23% da paesi a basso reddito (LIC). Gli Autori hanno valutato l’associazione di 14 fattori di rischio modificabili sia con la mortalità che con le malattie cardiovascolari (morte cardio-vascolare, infarto del miocardio, ictus e insufficienza cardiaca) in oltre 150.000 persone senza malattie cardiovascolari al basale. 

I risultati al follow-up mediano di 9,5 anni sono stati i seguenti:

- complessivamente, circa il 70% delle malattie cardiovascolari e dei decessi sono stati attribuiti a fattori di rischio modificabili;

- per le malattie cardiovascolari, i fattori metabolici (livelli ematici di colesterolo e trigliceridi, pressione sanguigna, diabete ed obesità) hanno rappresentato circa il 40% del rischio; tra questi, l'ipertensione era quello più importante;

- per la mortalità, i fattori di rischio comportamentali (consumo di tabacco e alcol, dieta inadeguata, insufficiente attività fisica e eccessiva assunzione di sodio) hanno rappresentato circa il 25% del rischio; tra questi, l'uso del tabacco era il fattore più importante;

- l'inquinamento atmosferico era associato al 14% di rischio di malattie cardiovascolari.

Nel complesso, nei Paesi a medio reddito (MIC) ed in quelli a basso reddito (LIC) l'inquinamento dell'aria domestica, la cattiva alimentazione e la scarsa istruzione avevano un’elevata associazione con le malattie cardiovascolari e con la mortalità, rispetto ai Paesi ad alto reddito (HIC).


Bibliografia

1 . GBD 2017 Causes of Death Collaborators. Global, regional, and national age-sex-specific mortality for 282 causes of death in 195 countries and territories, 1980-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. Lancet. 2018 Nov 10;392(10159):1736-1788. doi: 10.1016/S0140-6736(18)32203-7. Epub 2018 Nov 8. Erratum in: Lancet. 2019 Jun 22;393(10190):e44. Lancet. 2018 Nov 17;392(10160):2170.

2 . GBD 2017 Risk Factor Collaborators. Global, regional, and national comparative risk assessment of 84 behavioural, environmental and occupational, and metabolic risks or clusters of risks for 195 countries and territories, 1990-2017: a systematic analysis for the Global Burden of Disease Study 2017. Lancet. 2018 Nov 10;392(10159):1923-1994. doi: 10.1016/S0140-6736(18)32225-6. Epub 2018 Nov 8. Erratum in: Lancet. 2019 Jan 12;393(10167):132. Lancet. 2019 Jun 22;393(10190):e44.

3 Yusuf S, Joseph P, Rangarajan S, Islam S, Mente A, Hystad P, Brauer M, Kutty VR, Gupta R, Wielgosz A, AlHabib KF, Dans A, Lopez-Jaramillo P, Avezum A, Lanas F, Oguz A, Kruger IM, Diaz R, Yusoff K, Mony P, Chifamba J, Yeates K, Kelishadi R, Yusufali A, Khatib R, Rahman O, Zatonska K, Iqbal R, Wei L, Bo H, Rosengren A,

Kaur M, Mohan V, Lear SA, Teo KK, Leong D, O'Donnell M, McKee M, Dagenais G. Modifiable risk factors, cardiovascular disease, and mortality in 155 722 individuals from 21 high-income, middle-income, and low-income countries (PURE): a prospective cohort study. Lancet. 2019 Sep 3. pii: S0140-6736(19)32008-2. doi: 10.1016/S0140-6736(19)32008-2.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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