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Grasso e glicemia: ecco come tenerli a bada con una buona dieta

Perchè la letteratura scientifica raccomanda di consumare molti alimenti vegetali all’interno di una dieta “sana”? Quali sono gli esiti di questi alimenti sul microbiota intestinale, sul peso corporeo e sul controllo della glicemia?

Grasso e glicemia: ecco come tenerli a bada con una buona dieta

Gli Autori affermano nelle conclusioni che: "Mangiare più fibre è la raccomandazione dietetica numero uno per avere un microbioma intestinale sano".

Una nuova ricerca, randomizzata e controllata, presentata all'incontro annuale di quest'anno, dell'Associazione europea per lo studio del diabete (EASD) a Barcellona, ​​in Spagna (16-20 settembre), suggerisce che una dieta a base vegetale di 16 settimane è in grado di far accrescere le popolazioni di germi intestinali (conosciuto con il termine di “microbiota”)  correlate al dimagrimento, alla composizione corporea ed al controllo della glicemia. Il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nella regolazione del peso corporeo, nello sviluppo della sindrome metabolica e nel diabete di tipo 2. Lo scopo dello studio era quello di testare l'effetto di una dieta a-base-vegetale di 16 settimane sulla composizione del microbiota intestinale, sul peso corporeo, sulla composizione corporea e sulla resistenza all'insulina negli adulti in sovrappeso non-diabetici.

Lo studio ha incluso 147 partecipanti (86% donne e 14% uomini; l'età media era 55,6 ± 11,3 anni), che sono stati assegnati casualmente a due gruppi: quelli del gruppo-1 (di intervento) hanno seguito una dieta a-base-vegetale ed a basso contenuto di grassi (n = 73), quelli del gruppo-2 (di controllo) hanno continuato a mangiare come prima, senza apportare modifiche alla propria dieta (n = 74).Lo studio è durato per 16 settimane. Al basale e dopo le 16 settimane, è stata valutata la composizione del microbiota intestinale, usando i kit uBiome. La Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) con tecnica DEXA (Dual X-ray Absorptiometry) è stata utilizzata per misurare la composizione corporea. Un metodo standard chiamato indice PREDIM è stato usato per valutare la sensibilità all'insulina. [3] Dopo lo studio di 16 settimane, il peso corporeo è stato ridotto in modo significativo nel gruppo-1 di dieta a-base-vegetale (la media della riduzione del peso è stata di -5,8 Kg), in particolare a causa di una riduzione della massa grassa (riduzione media -3,9 Kg) e del grasso viscerale. Anche la sensibilità all'insulina è aumentata significativamente nel gruppo-1 a-base-vegetale.L'abbondanza relativa di Faecalibacterium prausnitzii è aumentata nel gruppo a-base-vegetale (effetto del trattamento + 4,8%). Cambiamenti relativi di Faecalibacterium prausnitzii sono stati associati a riduzioni del peso corporeo, della massa grassa e del grasso viscerale. [2] Anche l'abbondanza relativa di Bacteoides fragilis è aumentata nel gruppo a-base-vegetale (effetto del trattamento + 19,5%). Cambiamenti relativi di Bacteroides fragilis sono stati associati a diminuzioni di peso corporeo, massa grassa e grasso viscerale e aumenti della sensibilità all'insulina. Ovviamente, come precisano gli stessi Autori, sono necessari ulteriori lavori per separare gli effetti della dieta a-base-vegetale dalla riduzione delle calorie. 

Gli Autori precisano, inoltre, che: "Una dieta a-base-vegetale ha mostrato di essere efficace nella gestione del peso, nella prevenzione e nel trattamento del diabete. Questo studio ha indagato il legame tra i cambiamenti nel microbioma intestinale e i cambiamenti nel peso corporeo, nella composizione corporea e nell'insulina sensibilità. Abbiamo trovato che una dieta a base vegetale ha provocato cambiamenti nel microbioma intestinale associati a perdita di peso, riduzione della massa grassa e del volume di grasso viscerale e aumento della sensibilità all'insulina. "

Aggiungono, inoltre che: "Il principale cambiamento nella composizione del microbioma intestinale è stato dovuto ad un aumento del contenuto relativo di batteri che producono acidi grassi a catena corta che si nutrono di fibre. Pertanto, un elevato contenuto di fibre alimentari sembra essere essenziale per i cambiamenti osservati nel nostro studio. Abbiamo in programma di confrontare gli effetti di una dieta vegana e una porzione standard controllata sul microbioma intestinale nelle persone con diabete di tipo 2, al fine di separare gli effetti positivi delle calorie ridotte nella dieta da quelli causati dalla composizione vegana del dieta." Ed infine affermano che la fibra è il componente più importante degli alimenti vegetali che promuove un microbioma intestinale sano. Il faecalibacterium prausnitzii, ad esempio, è uno dei batteri che: producono gli acidi grassi a catena corta, degradano gli zuccheri complessi degli alimenti vegetali e l'amido per produrre butirrato. Questo complesso di attività del faecalibacterium prausnitzii promuove la salute e/o la formazione di altri acidi grassi a catena corta, i quali hanno dimostrato di avere un effetto benefico sul peso, sulla composizione corporea e sulla sensibilità all'insulina. Gli Autori affermano nelle conclusioni che: "Mangiare più fibre è la raccomandazione dietetica numero uno per avere un microbioma intestinale sano".


Bibliografia


1 . Hana Kahleova, Emilie Rembert, Jihad Alwarith, Willy Yonas,1 Andrea Tura, Richard Holubkov, Neal Barnard. Changes in gut microbiota in response to a plant-based diet are related to changes in weight, body composition and insulin sensitivity: A 16-week randomized clinical trial. EASD 2019. 55th Annual Meeting of the. European Association for the Study of Diabetes. 16-20 September 2019 in Barcelona, Spain. [Disponibile all’indirizzo: https://cdn.ps.emap.com/wp-content/uploads/sites/3/2019/09/postervegan.pdf]

2 . Laursen MF, Laursen RP, Larnkjær A, Mølgaard C, Michaelsen KF, Frøkiær H, Bahl MI, Licht TR. Faecalibacterium Gut Colonization Is Accelerated by Presence of Older Siblings. mSphere. 2017 Nov 29;2(6). pii: e00448-17. doi: 10.1128/mSphere.00448-17.

3 . Tura A, Chemello G, Szendroedi J, Göbl C, Færch K, Vrbíková J, Pacini G, Ferrannini E, Roden M. Prediction of clamp-derived insulin sensitivity from the oral glucose insulin sensitivity index. Diabetologia. 2018 May;61(5):1135-1141. doi: 10.1007/s00125-018-4568-4.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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