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Non è il ristorante ma il pasto personalizzato in ospedale aiuta a stare bene

I pazienti ricoverati in ospedale, i quali hanno ricevuto un piano alimentare personalizzato, formulato su fabbisogni nutrizionali individuali, hanno avuto migliori esiti in termini di salute rispetto ai pazienti che hanno consumato il pasto ospedaliero standard.

Non è il ristorante ma il pasto personalizzato in ospedale aiuta a stare bene

I pazienti ricoverati in ospedale, i quali hanno ricevuto un piano alimentare personalizzato, formulato su fabbisogni nutrizionali individuali, hanno avuto migliori esiti in termini di salute rispetto ai pazienti che hanno consumato il pasto ospedaliero standard. È quanto emerge da uno studio randomizzato e controllato pubblicato sul Lancet alcune settimane fa.[1] Giacché alcuni precedenti studi di intervento nutrizionale sui pazienti ricoverati in terapia intensiva non avevano rilevato alcun beneficio, [2] gli Autori dello studio sul Lancet hanno valutato gli interventi strutturati sulla nutrizione personalizzata in pazienti ospedalizzati, escludendo quelli delle unità di terapia intensiva. Per lo studio, durato 4 anni, sono stati reclutati tutti i pazienti dei reparti di medicina (ovviamente esclusi quelli della terapia intensiva) di 8 ospedali svizzeri.

Duemila pazienti a rischio di malnutrizione, ma in grado di alimentarsi autonomamente, sono stati randomizzati a ricevere pasti nutrizionalmente personalizzati  (cioè basati su obiettivi nutrizionali personalizzati su base calorica e di apporto di micronutrienti) o cibo ospedaliero standard. Sono stati esclusi i pazienti chirurgici, quelli IN condizioni terminali e quelli che necessitavano di un supporto nutrizionale particolare (ad es. per bypass gastrico). Il supporto nutrizionale personalizzato ha ridotto significativamente l'incidenza, dopo 30 giorni, di un endpoint composito di esiti clinici avversi (ad es. ricovero in terapia intensiva, successivo ricovero ospedaliero, infezione acquisita in ospedale, evento cardiovascolare avverso maggiore, insufficienza renale acuta, complicanza gastrointestinale o declino funzionale), rispetto alle cure standard (23% vs. 27%; NNT* = 25) e riduzione significativa della mortalità per tutte le cause a 30 giorni (7% vs. 10%; NNT* = 38). Questo intervento nutrizionale basato su uno screening per la malnutrizione, unitamente a piani di supporto nutrizionale personalizzati per pazienti ricoverati ad alto rischio, ha migliorato i risultati clinici. 

Ovviamente, il successo del supporto nutrizionale dipenderà dalla realizzazione di un processo simile al disegno dello studio, ovvero il poter disporre di personale qualificato che possa formulare un piano nutrizionale specifico per ogni paziente. Tuttavia, alla luce dei risultati di questo studio controllato e randomizzato pubblicato sul “Lancet”, un supporto nutrizionale nei pazienti ospedalizzati a rischio di malnutrizione  è più che opportuno, considerato l’inequivocabile miglioramento dei pazienti.

Note

* NNT = Il numero necessario da trattare (number-needed-to-treat, NNT) è una misura utilizzata per descrivere l'efficacia di un trattamento (www.eupati.eu)


Bibliografia

1 . Schuetz P, Fehr R, Baechli V, Geiser M, Deiss M, Gomes F, Kutz A, Tribolet P, Bregenzer T, Braun N, Hoess C, Pavlicek V, Schmid S, Bilz S, Sigrist S, Brändle M, Benz C, Henzen C, Mattmann S, Thomann R, Brand C, Rutishauser J, Aujesky D, Rodondi N, Donzé J, Stanga Z, Mueller B. Individualised nutritional support in medical inpatients at nutritional risk: a randomised clinical trial. Lancet. 2019 Jun 8;393(10188):2312-2321. doi: 10.1016/S0140-6736(18)32776-4.

2 . TARGET Investigators, for the ANZICS Clinical Trials Group, Chapman M, Peake SL, Bellomo R, Davies A, Deane A, Horowitz M, Hurford S, Lange K, Little L, Mackle D, O’Connor S, Presneill J, Ridley E, Williams P, Young P. Energy-Dense versus Routine Enteral Nutrition in the Critically Ill. N Engl J Med. 2018 Nov 8;379(19):1823-1834. doi: 10.1056/NEJMoa1811687.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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