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La depressione? Inizia dalla tavola

La depressione è uno dei disturbi mentali più frequenti. Causa grande sofferenza ed ha elevati costi per la società.

La depressione? Inizia dalla tavola

Esiste un modello alimentare che protegge dal rischio di insorgenza della depressione e delle sue ricadute? Quali sono i suggerimenti nutrizionali basati su evidenze scientifiche?

L’alimentazione ha un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento di varie malattie organiche (quali, i disturbi cardiovascolari e cerebrovascolari, il cancro, ecc.) ed anche in quelle mentali, come ad esempio la depressione. Questa patologia è annoverata tra i disturbi mentali più frequenti nel nostro Paese. Così afferma il Ministero della Salute: “in Italia, la prevalenza della depressione maggiore e della distimia nell’arco della vita è dell’11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini). Nelle persone ultra 65enni la depressione maggiore e la distimia hanno una prevalenza nell’ultimo anno pari al 4,5% (tra le persone istituzionalizzate di questa età, tuttavia, la prevalenza è molto più elevata, in alcune casistiche arriva fino al 40%). Da numerose indagini epidemiologiche risulta che il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti ha in un anno un episodio di depressione che dura almeno 2 settimane.”*

Inoltre, questa malattia è causa “di grande sofferenza umana e di enormi costi per la società. Si presenta con umore caratterizzato da sentimenti di tristezza e sensazione di vuoto interiore, perdita di interesse e piacere, sensi di colpa e autosvalutazione, disturbi del sonno e dell’appetito, astenia e scarsa capacità di concentrazione. Questi problemi possono diventare cronici o ricorrenti e possono condurre a un sostanziale peggioramento della qualità della vita e a limitazioni nelle attività quotidiane. Nelle sue manifestazioni estreme, la depressione può portare a condotte suicidarie, a causa delle quali muoiono in Italia circa 4 mila persone ogni anno.”**

Una meta-analisi di recente pubblicazione sulla rivista scientifica “Molecular Psychiatry” del prestigioso gruppo “Nature” ha preso in esame 41 studi osservazionali, 20 dei quali erano longitudinali, al fine di indagare se l'aderenza a modelli alimentari “salutari” fosse associata ad una minore incidenza di depressione in soggetti generalmente sani [1-2]. L'alta aderenza a tre delle quattro diete studiate in letteratura scientifica (la Dieta Mediterranea, la “Healthy Eating Index” e la “Dietary Inflammatory Index”) era associata a una minore incidenza di depressione. 

L’associazione più evidente è stata per l'alta aderenza alla “Dieta Mediterranea” e alla “Dietary Inflammatory Index”, ciascuna con quattro studi longitudinali che mostrano i rischi relativi più bassi per l'incidenza di depressione (0,67 e 0,76, rispettivamente). Mentre, l’associazione con l’aderenza alla “Healthy Eating Index” era limitata agli studi trasversali.

Sebbene ci siano state recentemente molte critiche alla metodologia degli studi nutrizionali, quelli inclusi in questa meta-analisi sono stati selezionati sulla base del ruolo causale di alcune condizioni ipotizzate nello sviluppo della depressione (quali, ad esempio: l’infiammazione, l’insulino-resistenza e lo stress ossidativo) ed hanno usato misure convalidate di specifici modelli alimentari che contrastano tali condizioni causali. Tuttavia, molti degli studi esaminati erano retrospettivi ed hanno utilizzato questionari sulla frequenza degli alimenti, nessuno dei partecipanti allo studio era clinicamente depresso e l'analisi dei risultati ha esaminato solo la prevenzione.  Ciò nonostante, l'informazione potrebbe essere rilevante anche per i pazienti guariti dalla depressione che vogliono sapere quali stili di vita sani possono adottare per prevenire futuri episodi di depressione.

Tra i modelli alimentari “sani”, i medici e gli operatori sanitari possono probabilmente raccomandare la più familiare dieta mediterranea come semplice approccio nutrizionale alla prevenzione primaria della depressione e degli episodi depressivi.

Note

* In Italia la depressione maggiore e la distimia colpiscono, nell’arco della vita, l’11,2% della popolazione ((disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/)

** Depressione. (disponibile all’indirizzo: http://www.salute.gov.it/)


Bibliografia

1 . Lassale C, Batty GD, Baghdadli A, Jacka F, Sánchez-Villegas A, Kivimäki M, Akbaraly T. Correction: Healthy dietary indices and risk of depressive outcomes: a systematic review and meta-analysis of observational studies. Mol Psychiatry. 2018 Nov 21. doi: 10.1038/s41380-018-0299-7. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 30464329.

2 . Lassale C, Batty GD, Baghdadli A, Jacka F, Sánchez-Villegas A, Kivimäki M, Akbaraly T. Healthy dietary indices and risk of depressive outcomes: a systematic review and meta-analysis of observational studies. Mol Psychiatry. 2018 Sep 26 doi: 10.1038/s41380-018-0237-8. [Epub ahead of print] Review. Erratum in: Mol Psychiatry. 2018 Nov 21;:. PubMed PMID: 30254236.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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