IL MATTINO
Forever
09.12.2018 - 10:47
Che cosa emerge dagli studi sperimentali e controllati di prevenzione primaria?
La vitamina-D e gli omega-3 non prevengono l’infarto, l’ictus o il cancro. E’ quanto emerge da “VITAL”, un ampio studio di prevenzione primaria condotto negli Stati Uniti al fine di indagare se questi due integratori ampiamente utilizzati riducono l'incidenza di malattie cardiovascolari (CV) o del cancro [1]. Quasi 26.000 adulti di mezza età e anziani (età media, 67 anni), senza una storia personale di malattia cardiovascolare, di cancro o di altre gravi patologie, sono stati randomizzati ad assumere la vitamina D3 (2000 UI al giorno) o il placebo, e a ricevere gli acidi grassi ω-3 o il placebo.
Vediamo i risultati, davvero interessanti, partendo dagli omega-3. Ebbene, molti assumono integratori di omega-3 ("olio di pesce") per la prevenzione cardiovascolare (CV), ma gli studi clinici sugli effetti di questi supplementi hanno prodotto risultati incoerenti. I partecipanti allo studio VITAL hanno ricevuto ogni giorno o le capsule di omega-3 (contenenti 460 mg di acido eicosapentaenoico e 380 mg di acido docosaesaenoico) o il placebo. Durante un follow-up mediano di 5,3 anni, i ricercatori non hanno rilevato differenze significative tra il gruppo omega-3 e quello del placebo nell'incidenza dell'endpoint primario cardiovascolare (cioè infarto miocardico [MI], ictus o morte correlata a malattie cardiovascolari). Nessun sottogruppo definito dalla presenza o dall'assenza di altri fattori di rischio cardiovascolare o dall'uso di aspirina o statine ha mostrato una riduzione di infarto, ictus o morte cardiovascolare. Tuttavia, una piccola differenza tra i gruppi omega-3 e placebo nell'incidenza di infarto del miocardio, un endpoint secondario, ha raggiunto la significatività statistica (1,1% vs 1,5%). Non sono state osservate differenze tra i gruppi nell'incidenza di cancro invasivo o mortalità per tutte le cause.
Questi risultati non supportano la necessità di supplementare l’alimentazione con gli omega-3 per la prevenzione primaria del cancro o di infarto, ictus o morte cardiovascolare nelle persone a rischio medio. Sebbene alcuni soggetti possano beneficiare della differenza di 0,4 punti percentuali nell’infarto del miocardio (un endpoint secondario) per giustificare l'integrazione di omega-3, tuttavia solo una persona su 250 per 5 anni di trattamento ne avrebbe un beneficio. Infine, si noti che in un altro recente studio di prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, che ha coinvolto pazienti con diabete di tipo 2 (ASCEND), l'integrazione con olio di pesce non è stata di alcun beneficio. [2-6]
Per quanto riguarda la vitamina-D, nei soggetti che hanno assunto il supplemento, il livello medio di 25-idrossivitamina-D (vitamina D3) nel siero è passato da 31 ng/mL (valore in ingresso dello studio) a 42 ng/ml dopo 1 anno, mentre nessuna variazione è stata registrata nel gruppo placebo. Durante il follow-up mediano di 5,3 anni, i ricercatori non hanno riscontrato differenze significative tra il gruppo che assumeva la vitamina D3 e quello del placebo nell'incidenza di uno dei due endpoint primari: eventi avversi maggiori (es. Infarto miocardico, ictus o morte correlata alle malattie cardiovascolari) o il cancro invasivo. La mortalità per tutte le cause era identica nei due gruppi (3,8%). La supplementazione di vitamina D3 non ha migliorato questi risultati nei soggetti con livelli di 25 idrossivitamina D molto bassi, inferiori a 20 ng/ml, all'arruolamento.
Lo studio VITAL dovrebbe smorzare l'entusiasmo per lo screening di routine della vitamina D e la sua integrazione. Studi osservazionali suggeriscono effetti avversi sulla salute in persone con bassi livelli di vitamina D, ma tali studi sono afflitti da confusione e causalità inversa (ad esempio, le persone meno sane hanno maggiori probabilità di avere un'esposizione minima al sole e uno stato nutrizionale scadente). Altri report successivi di VITAL mostreranno se la supplementazione di vitamina D3 potrà prevenire patologie diverse dal cancro e dalla malattia cardiovascolare.
Bibliografia
1. Manson JE, Cook NR, Lee IM, Christen W, Bassuk SS, Mora S, Gibson H, Gordon D, Copeland T, D'Agostino D, Friedenberg G, Ridge C, Bubes V, Giovannucci EL, Willett WC, Buring JE; VITAL Research Group. Vitamin D Supplements and Prevention of Cancer and Cardiovascular Disease. N Engl J Med. 2018 Nov 10.
2 . ASCEND Study Collaborative Group, Bowman L, Mafham M, Wallendszus K, Stevens W, Buck G, Barton J, Murphy K, Aung T, Haynes R, Cox J, Murawska A, Young A, Lay M, Chen F, Sammons E, Waters E, Adler A, Bodansky J, Farmer A, McPherson R, Neil A, Simpson D, Peto R, Baigent C, Collins R, Parish S, Armitage J. Effects of n-3 Fatty Acid Supplements in Diabetes Mellitus. N Engl J Med. 2018 Oct 18;379(16):1540-1550.
3 . Bowman L, Mafham M, Stevens W, Haynes R, Aung T, Chen F, Buck G, Collins R, Armitage J; ASCEND Study Collaborative Group. ASCEND: A Study of Cardiovascular Events iN Diabetes: Characteristics of a randomized trial of aspirin and of omega-3 fatty acid supplementation in 15,480 people with diabetes. Am Heart J. 2018 Apr;198:135-144.
4 . Handelsman Y, Shapiro MD. TRIGLYCERIDES, ATHEROSCLEROSIS, AND CARDIOVASCULAR OUTCOME STUDIES: FOCUS ON OMEGA-3 FATTY ACIDS. Endocr Pract. 2017 Jan;23(1):100-112.
5 . Aung T, Haynes R, Barton J, Cox J, Murawska A, Murphy K, Lay M, Armitage J, Bowman L; ASCEND Study Collaborative Group. Cost-effective recruitment methods for a large randomised trial in people with diabetes: A Study of Cardiovascular Events iN Diabetes (ASCEND). Trials. 2016 Jun 13;17(1):286.
6 . Preiss D, Sattar N. Lipids, lipid modifying agents and cardiovascular risk: a review of the evidence. Clin Endocrinol (Oxf). 2009 Jun;70(6):815-28.
edizione digitale
Il Mattino di foggia