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'Na tazzulella 'e cafè e la vita ha tutto un altro sapore

Le evidenze suggeriscono che il consumo di caffè può far parte di un’alimentazione sana ed equilibrata.

'Na tazzulella 'e cafè e la vita ha tutto un altro sapore

Sulla base di molteplici studi robusti e concordanti, possiamo essere ragionevolmente rassicurati circa i benefici del caffè in un'ampia gamma di assunzione (liofilizzato, fatto con la con moka, decaffeinato, ecc.) indipendentemente dalle potenziali differenze genetiche relative al metabolismo della caffeina.

Il caffè è tra le bevande più consumate al mondo [1]. In Italia, la regina del caffè è la tazzina dell’espresso, come riportato da “la Repubblica”,  citando il “Coffee Monitor”, primo focus dell’Osservatorio social monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics: “L’espresso viene scelto dal 93% dei consumatori di caffè. Residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie di caffè (7%)”.*

Dal punto di vista della salute, la gran parte degli studi ha mostrato una relazione inversa tra consumo di caffè e mortalità [2-3].  Tuttavia, alcune variazioni in questa relazione potrebbero dipendere dai polimorfismi genetici, i quali influenzano il metabolismo della caffeina, e dal consumo elevato di caffè,  comr accade per coloro che bevono più di 5 tazze al giorno.

In uno studio britannico pubblicato da poco su JAMA Internal Medicine, i ricercatori hanno utilizzato una serie di dati genetici, comportamentali e clinici basati sulla popolazione in circa 500.000 partecipanti, i quali sono stati seguiti per valutare l'assunzione di caffè e la mortalità per tutte le cause e per quella specifica [4].  In particolare sono stati utilizzati i dati di base demografici, stile di vita e dati genetici della coorte UK Biobank, con follow-up a partire dal 2006 e fine 2016, per stimare i rapporti tra rischi (hazard ratio -HR) per l'assunzione del caffè e la mortalità. La Biobank britannica è uno studio basato sulla popolazione che ha invitato a partecipare circa 9,2 milioni di persone provenienti da tutto il Regno Unito. Le analisi sono state adattate per un'ampia gamma di variabili cliniche e demografiche, tra cui l'assunzione di fumo e alcol. Durante il follow-up mediano di 7 anni, sono stati registrati circa 14.000 decessi.  La riduzione relativa della mortalità per tutte le cause nel 78% dei partecipanti che beveva caffè variava dal 6% al 16% per i vari livelli di assunzione giornaliera, da meno di 1 tazza a più di 8 tazze. Simili riduzioni relative sono state trovate per la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari e cancro. Non c'era alcuna relazione tra la mortalità e le varie combinazioni di polimorfismi in quattro loci genetici che influenzavano il metabolismo della caffeina. Dall’abstract dello studio riportiamo i risultati: “l'età media dei partecipanti era di 57 anni (range, 38-73 anni); 271 019 (54%) erano donne e 387.494 (78%) erano bevitori di caffè. Durante gli oltre 10 anni di follow-up, si sono verificati 14.225 decessi. Bere del caffè era inversamente associato alla mortalità per tutte le cause. Usando i bevitori non di caffè come gruppo di riferimento, i rapporti di rischio per bere meno di 1, 1, da 2 a 3, da 4 a 5, da 6 a 7 e 8 o più tazze al giorno erano 0,94 (IC 95%, 0,88-1,01), 0,92 (IC 95%, 0,87-0,97), 0,88 (IC 95%, 0,84-0,93), 0,88 (IC 95%, 0,83-0,93), 0,84 (IC 95%, 0,77-0,92) e 0,86 (IC 95%) 0,77-0,95), rispettivamente. Associazioni simili sono state osservate per il caffè istantaneo, quello macinato e decaffeinato, per le comuni cause di morte e indipendentemente dal punteggio del metabolismo genetico della caffeina. Ad esempio, i rapporti di rischio per 6 o più tazze al giorno variavano da 0,70 (95% CI, 0,53-0,94) a 0,92 (IC 95%, 0,78-1,10), senza evidenza di modifica dell'effetto attraverso la stratificazione del punteggio del metabolismo della caffeina (P = 0,17 per eterogeneità) [4]. Gli Autori così concludono: “Il consumo di caffè è inversamente associato alla mortalità, compresi quelli che bevono 8 o più tazze al giorno e quelli con polimorfismi genetici che indicano un metabolismo della caffeina più lento o più veloce. Questi risultati suggeriscono l'importanza dei costituenti, ma non della caffeina, nell'associazione caffè-mortalità e forniscono ulteriore rassicurazione sul fatto che il consumo di caffè può essere parte di una dieta sana”. 

Quindi, possiamo essere ragionevolmente rassicurati sui benefici del consumo di caffè in un'ampia gamma di assunzione (liofilizzato, fatto con la con moka, decaffeinato, ecc.) indipendentemente dalle potenziali differenze genetiche nel metabolismo della caffeina.  Infine, questo studio esemplifica il valore di grandi database basati sulla popolazione che integrano informazioni genetiche e cliniche.

Note 

* La Repubblica. Il caffè, usi e consumi: una passione da 260 euro l'anno. 18 Maggio 2018. Disponibile all'indirizzo: http://www.repubblica.it/)


Bibliografia


1 . International Coffee Organization. The Current State of the Global Coffee Trade. CoffeeTrade Stats. 2016. Disponibile all’indirizzo http://www.ico.org/)

2 . Poole R, Kennedy OJ, Roderick P, Fallowfield JA, Hayes PC, Parkes J. Coffee consumption and health: umbrella review of meta-analyses of multiple health outcomes. BMJ. 2017 Nov 22;359:j5024.

3 . Eliseo Guallar. Coffee gets a clean bill of health. BMJ. 2017 Nov 22;359:j5356.

4 . Loftfield E, Cornelis MC, Caporaso N, Yu K, Sinha R, Freedman N. Association of Coffee Drinking With Mortality by Genetic Variation in Caffeine Metabolism: Findings From the UK Biobank. JAMA Intern Med. 2018 Aug 1;178(8):1086-1097.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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