IL MATTINO
Forever
04.03.2018 - 10:12
Mari Lopez, la youtuber morta di cancro che aveva scelto di curare solo con la dieta vegani
Ha destato n certo clamore la morte della famosa «youtuber» Mari Lopez che nei suoi seguitissimi video dichiarava di aver curato il cancro al seno, diagnosticato nel 2015, solo affidandosi alla dieta vegana e non ricorrendo alle classiche terapie mediche oncologiche.
Molteplici evidenze suggeriscono che l’alimentazione a-base-vegetale, se correttamente pianificata, è vantaggiosa per la salute, nutrizionalmente adeguata e può fornire benefici per la prevenzione e il trattamento di alcune malattie [1-3]. Tuttavia, nessuna evidenza raccomanda ai malati oncologici di sostituire le terapie anti-tumorali classiche con la dieta vegana. E personalmente sono d’accordo con il prof. Paolo Veronesi, direttore del programma di senologia all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, quando afferma che: «Non si tratta di demonizzare la dieta vegana o vegetariana. Anzi: è provato che ridurre l’apporto di proteine animali comporta molti benefici, ma non è di certo un’alternativa alle medicine»*.
Ha destato, quindi, un certo clamore la morte della famosa «youtuber» Mari Lopez* che nei suoi seguitissimi video dichiarava di aver curato il cancro al seno, diagnosticato nel 2015, solo affidandosi alla dieta vegana e non ricorrendo alle classiche terapie mediche oncologiche. Purtroppo per Mari, alla luce delle attuali evidenze scientifiche, la dieta vegana non è un’alternativa alle terapie oncologiche, mediche e chirurgiche, alla chemio e radioterapia, ed al bisturi. Pertanto, è opportuno fare, seppur brevemente, il punto della complessa relazione tra alimentazione, nutrizione e progressione del cancro.
Iniziamo col dire che il cancro è una malattia multifattoriale che riconosce molteplici fattori di rischio, in particolare quelli legati allo stile di vita. Negli ultimi anni, le evidenze hanno suggerito che la cattiva nutrizione può essere un fattore di rischio importante, tanto da essere considerata responsabile del 30% di tutti i casi di cancro nei paesi industrializzati [4]. Diversi aspetti nutrizionali sono stati implicati nella stimolazione di un gran numero di tumori. L'alcol, ad esempio, è noto per la sua associazione con il cancro del fegato, così come l'alto indice di massa corporea (body mass index = BMI) e l'obesità giocano un ruolo importante nello sviluppo del cancro [5-7]. Mentre questi fattori colpiscono principalmente i paesi industrializzati, nei paesi in via di sviluppo il cancro è spesso legato a carenze di micronutrienti [8]. Altri fattori di rischio per lo sviluppo del cancro sono il cibo preparato ad alte temperature, l’elevato consumo di grassi e l’uso eccessivo di sale. Gli attuali rapporti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) supportano anche l'ipotesi che, soprattutto, le carni rosse e trasformate sono cancerogeni importanti, sia a causa dei nitriti contenuti in questi alimenti, sia per la modalità di cottura alle elevate temperature. In contrasto a questi fattori di rischio, altri aspetti nutrizionali (ad esempio, un elevato apporto di fibra alimentare, di frutta e verdura) hanno un effetto protettivo sul cancro [9-12]. Gli studi epidemiologici indicano che la prevalenza e l’incidenza del cancro sono basse nelle popolazioni vegane [13-14], ma esistono pochi dati sull'effetto di una dieta a base vegetale sulla progressione del cancro diagnosticato. Tuttavia, le evidenze suggeriscono che una dieta vegetariana o vegana possa offrire molti altri benefici per la salute, come, ad esempio, una minore incidenza di un alto indice di massa corporea, di obesità e di malattie cardiovascolari [13-14]. A tal proposito, il Secondo Rapporto del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro/American Institute of Cancer, pubblicato nel 2007, raccomanda una dieta per lo più vegetale ed una riduzione nel consumo della carne rossa e trasformata [15].
Tali raccomandazioni sono anche supportate dal report pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2015 [16]. Tuttavia, mancano ancora i dati relativi agli esiti della malattia oncologica in rapporto alle terapie classiche. In altre parole, è necessario condurre studi che indaghino gli effetti della dieta vegana nel corso delle terapie oncologiche. È di grande interesse scientifico, quindi, testare l'influenza di diversi modelli dietetici sulla progressione del cancro e sulla sopravvivenza del cancro. Le attuali opzioni di trattamento per il cancro includono la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia [17]. E, sebbene la ricerca internazionale abbia compiuto progressi nello sviluppo di terapie nuove e più specifiche, le opzioni di trattamento sono ancora limitate [18]. I trattamenti contro il cancro rappresentano un onere finanziario importante per i sistemi sanitari, i pazienti stessi ed i sistemi di welfare.
La ricerca scientifica deve ancora chiarire se una riduzione o una eliminazione totale delle proteine animali dalla dieta possa influenzare positivamente l'esito di un cancro esistente e, in aggiunta alle terapie oncologiche standard, sia in grado di aumentare i tassi di remissione. Ad oggi, un piccolo numero di studi si è concentrato sull'effetto di specifici alimenti, gruppi di alimenti o ingredienti alimentari, come ad esempio l'effetto del consumo di prodotti a base di soia nei pazienti con il cancro della mammella [19-22], o l'effetto di ridurre l'assunzione di carne rossa nei pazienti con il cancro del colon [23] ed il cancro alla prostata [24]. I risultati di questi lavori sono ancora non conclusivi e spesso mostrano effetti relativamente minori, probabilmente a causa del fatto che hanno indagato alimenti isolati o gruppi di alimenti e non gli effetti complessivi dei modelli dietetici. I pazienti oncologici ricevono consigli dai medici, dalle loro famiglie e dagli amici riguardo all’alimentazione. Ma gli studi indicano che tali pazienti non seguono tali suggerimenti per un periodo di tempo significativo ed i miglioramenti in relazione ai consigli dietetici sono limitati [25,26]. Pertanto, è necessario testare l'accettazione e la fattibilità di diverse diete, in particolare di quella a base vegetale, nei pazienti oncologici. Ad esempio, sarebbe interessante poter determinare se i pazienti che seguono una tipica dieta onnivora possano adattarsi a una dieta alternativa e mantenere questo modello alimentare per un periodo di almeno 6 mesi.
Inoltre, esistono preoccupazioni circa il fatto che una dieta non bilanciata, sia essa onnivora, vegana o vegetariana, possa portare a un deterioramento della salute, alla progressione del tumore o alla malnutrizione. Gli studi nutrizionali ed oncologici necessitano la partecipazione di molti professionisti e di ingenti risorse economiche. Tali ricerche sono spesso dispendiose in termini di tempo per i pazienti (limitando, quindi, la compliance) ed è, quindi, necessario lo sviluppo di nuovi strumenti per semplificare il processo di raccolta dei dati. A tal fine, sono state sviluppate e testate le nuove tecnologie [27], come ad esempio, l'utilizzo di un portale online quale piattaforma di studio. Tuttavia, occorre considerare che Alcuni Autori mettono in guardia circa la validità ed il significato dei dati inseriti online dai pazienti stessi [28,29]. Pertanto, è necessario che la ricerca prenda in esame questi parametri, insieme all’attendibilità dei dati generati online, così da poter prospettare applicazioni concrete dei risultati degli studi per i pazienti oncologici.
Note
* Luigi Ripamonti, La «veg» morta di cancro. Veronesi: non è la dieta un’alternativa ai farmaci. Corriere della Sera - 23 febbraio 2018 - pagina 23
Bibliografia
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