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Per chi ha avuto il cancro al seno, è davvero giusto mangiare un po' di tutto?

A dispetto del Codice Europeo Contro il Cancro, c’è ancora qualcuno che consiglia di “mangiare un poco di tutto”. Sulla base delle evidenze scientifiche robuste e concordanti, questo consiglio può costituire un fattore di rischio di recidiva, in particolare per chi ha avuto il cancro alla mammella.

Per chi ha avuto il cancro al seno, è davvero giusto mangiare un po' di tutto?

A dispetto del Codice Europeo Contro il Cancro*, c’è ancora qualcuno che consiglia di “mangiare un poco di tutto”. Sulla base delle evidenze scientifiche robuste e concordanti, questo consiglio può costituire un fattore di rischio di recidiva, in particolare per chi ha avuto il cancro alla mammella. Ad esempio, un recente lavoro pubblicato sul Journal of Clinical Oncology suggerisce che cambiare stile alimentare migliora la prognosi e la sopravvivenza per chi ha avuto il cancro della mammella [1].  Già in precedenza, il “Women's Health Initiative Dietary Modification” aveva trovato che un’alimentazione a basso tenore di grassi può ridurre il rischio per i tumori al seno che hanno una maggiore mortalità [2]. Questo studio, condotto nel periodo 1993-98, ha coinvolto 40 centri clinici statunitensi ed ha arruolato 48.835 donne in post-menopausa con mammografia negativa senza una anamnesi precedente di carcinoma mammario. Il 40% di queste donne (per la precisione 19.541) è stato assegnato casualmente ad un intervento dietetico che prevedeva la riduzione dell'assunzione di grassi al 20% della quota calorica giornaliera ed un maggiore consumo di frutta, verdure e cereali, mentre il restante 60% (n = 29.294) ha seguito una dieta abituale. Durante l'intervento dietetico di 8,5 anni, ci sono state 1.764 diagnosi di cancro al seno, e si  sono verificati meno morti per cancro della mammella nel gruppo con un minore apporto di grassi, ma la differenza non era statisticamente significativa: 27 morti (0,016% all'anno) contro 61 morti (0.024% all'anno), ed un rapporto di rischio di 0,67 (Intervallo di confidenza al 95% variava da 0,43 a 1,06, ed un valore P = 0,08). 

A differenza del gran numero di studi di coorte, questo lavoro ha rilevato che, nelle donne in post-menopausa, un modello dietetico a basso contenuto di grassi non ha comportato una significativa riduzione del rischio di cancro al seno nel corso di un periodo di follow-up di 8 anni. Tuttavia, le tendenze non significative in alcuni sottogruppi (compresi quelli nei pazienti con tumori negativi per il recettore del progesterone) hanno indicato un rischio ridotto associato ad un modello dietetico a basso tenore di grassi [2].  Nel successivo periodo follow-up di 16,1 anni ci sono stati 3.030 casi cancro al seno, e la mortalità per cancro mammario è stata significativamente ridotta nel gruppo con ridotto apporto di grassi. Per la precisione ci sono stati 234 decessi nel gruppo a dieta a bassa assunzione di grassi contro 443 del gruppo a dieta abituale. Il rapporto di rischio è stato di  0,82, con i valori dell’intervallo di confidenza al 95% che variavano da 0,70 a 0,96 ed un valore P = 0.01). Gli autori concludono affermando che rispetto all’alimentazione abituale un modello dietetico a basso tenore di grassi ha portato ad una minore incidenza di morti dopo il cancro al seno [1]. Anche per i sopravviventi, il più consistente fattore di rischio di recidiva per il cancro al seno è l'alcol [3[. I risultati del Nurses' Health Study mostrano che il consumo di alcol, sia nei primi anni di vita (vent’anni) che nell’età adulta (età> 60 anni), era indipendentemente associato ad un aumentato rischio di cancro, anche a bassi livelli di alcol consumato [4]. La maggior parte degli studi che esaminano l'associazione tra abitudini alimentari e il rischio di cancro al seno si concentrano sul cancro mammario in post-menopausa. Insieme, questi studi suggeriscono che i modelli alimentari ricchi di frutta, verdura, cereali integrali e fibre, e poveri di prodotti animali e carboidrati raffinati, possono ridurre il rischio di cancro al seno in post-menopausa [5-10].  Anche se meno studi hanno esaminato l'associazione tra abitudini alimentari e il rischio di cancro al seno in premenopausa, i risultati sono stati simili [11-15]. 

Gli effetti dietetici, inoltre, potrebbero essere importanti per ridurre il rischio di cancro al seno in specifici sottogruppi della popolazione come quelli con tumore al seno negativo per gli estrogeni. In particolare, l'assunzione di frutta e verdura da parte degli adulti è associata ad una diminuzione del rischio di cancro al seno estrogeno recettore-negativi, ed è sostenuta da un'associazione inversa tra carotenoidi e il cancro al seno recettore estrogeno-negativi [11-12].  Un ampio pool di analisi di otto studi di coorte (che comprende> 80% dei dati prospettici pubblicati al mondo su questo argomento) hanno scoperto che la concentrazione di carotenoidi ematici è risultata inversamente associata con lo sviluppo del cancro al seno, in particolare di quello negativo ai recettori per gli estrogeni (detto anche estrogeno-negativo) [11].  Anche un altro grande studio su una coorte di 330.000 donne di 10 paesi europei, denominato EPIC, ha trovato che l'assunzione di frutta e verdura ha avuto un effetto sul rischio complessivo di cancro al seno [13], ed un'analisi combinata di 993.466 donne provenienti da 20 studi prospettici di coorte, che sono state seguite per oltre 11-20 anni, hanno riportato una significativa associazione inversa tra assunzione di verdura e il rischio di cancro al seno estrogeno-negativo [14].  La controversa differenza nell'associazione tra il cancro al seno e il pattern dietetico del recettore-positivo o del recettore estrogeno-estrogeno è stata confermata ed estesa in due studi successivi [10,15].

In conclusione e per ritornare ai lipidi alimentari, un elevato apporto di grassi saturi è associato ad un aumento del rischio di malattie positive del recettore degli estrogeni [16]; il primo studio randomizzato a suggerire che una dieta mediterranea integrata con l'olio extravergine d'oliva è utile nella prevenzione del cancro al seno è stato il  PREDIMED [17].

* Codice Europeo Contro il Cancro 

12 MODI PER RIDURRE IL TUO RISCHIO DI CANCRO 

1 . Non fumare. Non consumare nessuna forma di tabacco.

2 . Rendi la tua casa libera dal fumo. Sostieni le politiche che promuovono un ambiente libero dal fumo sul tuo posto di lavoro.

3 . Attivati per mantenere un peso sano.

4 . Svolgi attività fisica ogni giorno. Limita il tempo che trascorri seduto.

5 . Segui una dieta sana: Consuma molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Limita i cibi ad elevato contenuto calorico (alimenti ricchi di zuccheri o grassi) ed evita le bevande zuccherate. Evita le carni conservate; limita il consumo di carni rosse e di alimenti ad elevato contenuto di sale.

 6 . Se bevi alcolici di qualsiasi tipo, limitane il consumo. Per prevenire il cancro è meglio evitare di bere alcolici.

7 . Evita un'eccessiva esposizione al sole, soprattutto per i bambini. Usa protezioni solari. Non usare lettini abbronzanti.

8 . Osserva scrupolosamente le istruzioni in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro per proteggerti dall'esposizione ad agenti cancerogeni noti.

9 . Accerta di non essere esposto a concentrazioni naturalmente elevate di radon presenti in casa. Fai in modo di ridurre i livelli elevati di radon.

10 . Per le donne: L'allattamento al seno riduce il rischio di cancro per la madre. Se puoi, allatta il tuo bambino. La terapia ormonale sostitutiva (TOS) aumenta il rischio di alcuni tipi di cancro. Limita l'uso della TOS.

11 . Assicurati che i tuoi figli partecipino ai programmi di vaccinazione contro: l'epatite B (per i neonati) il papillomavirus umano (HPV) (per le ragazze).

12. Partecipa a programmi organizzati di screening per il cancro: dell'intestino (uomini e donne) del seno (donne) del collo dell'utero (donne).

 

Il Codice Europeo contro il cancro interessa le azioni che i singoli cittadini possono adottare per contribuire alla prevenzione del cancro che per essere efficace richiede che queste azioni individuali siano sostenute dalle politiche e dagli interventi dei governi (https://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/).

1 . Chlebowski RT, Aragaki AK, Anderson GL, Thomson CA, Manson JE, Simon MS, Howard BV, Rohan TE, Snetselar L, Lane D, Barrington W, Vitolins MZ, Womack C, Qi L, Hou L, Thomas F, Prentice RL. Low-Fat Dietary Pattern and Breast Cancer Mortality in the Women's Health Initiative Randomized Controlled Trial. J Clin Oncol. 2017 Sep 1;35(25):2919-2926.

2 . Prentice RL, Thomson CA, Caan B, Hubbell FA, Anderson GL, Beresford SA, Pettinger M, Lane DS, Lessin L, Yasmeen S, Singh B, Khandekar J, Shikany JM, Satterfield S, Chlebowski RT. Low-fat dietary pattern and cancer incidence in the Women's Health Initiative Dietary Modification Randomized Controlled Trial. J Natl Cancer Inst. 2007 Oct 17;99(20):1534-43.

3 . Chen WY, Rosner B, Hankinson SE, Colditz GA, Willett WC. Moderate alcohol consumption during adult life, drinking patterns, and breast cancer risk. JAMA 2011; 306: 1884–90.
107 Liu Y, Colditz GA, Rosner B, et al. Alcohol intake between menarche and first pregnancy: a prospective study of breast cancer risk. J Natl Cancer Inst 2013; 105: 1571–78.

4 . Buckland G, Travier N, Cottet V, et al. Adherence to the mediterranean diet and risk of breast cancer in the European prospective investigation into cancer and nutrition cohort study. Int J Cancer 2013; 132: 2918-27.

5 . Engeset D, Dyachenko A, Ciampi A, Lund E. Dietary patterns and risk of cancer of various sites in the Norwegian European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort: the Norwegian Women and Cancer study. Eur J Cancer Prev 2009; 18: 69-75. 

6 . Fung TT, Hu FB, Hankinson SE, Willett WC, Holmes MD. Low-carbohydrate diets, dietary approaches to stop hypertension-style diets, and the risk of postmenopausal breast cancer. Am J Epidemiol 2011; 174: 652-60. 

7 . Key TJ, Appleby PN, Spencer EA, Travis RC, Roddam AW, Allen NE. Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford). Am J Clin Nutr 2009; 89: 1620S-1626S. 

8 . Mai V, Kant AK, Flood A, Lacey JV Jr, Schairer C, Schatzkin A. Diet quality and subsequent cancer incidence and mortality in a prospective cohort of women. Int J Epidemiol 2005; 34: 54–60.

9 . Potter J, Brown L, Williams RL, Byles J, Collins CE. Diet quality and cancer outcomes in adults: a systematic review of epidemiological studies. Int J Mol Sci 2016; 17: E1052.

10 . Eliassen AH, Hendrickson SJ, Brinton LA, et al. Circulating carotenoids and risk of breast cancer: pooled analysis of eight prospective studies. J Natl Cancer Inst 2012; 104: 1905-16. 

11 . Eliassen AH, Liao X, Rosner B, Tamimi RM, Tworoger SS, Hankinson SE. Plasma carotenoids and risk of breast cancer over 20 y of follow-up. Am J Clin Nutr 2015; 101: 1197-205. 

12 . Emaus MJ, Peeters PH, Bakker MF, et al. Vegetable and fruit consumption and the risk of hormone receptor-defined breast cancer in the EPIC cohort. Am J Clin Nutr 2016; 103: 168-77. 

13 . Jung S, Spiegelman D, Baglietto L, et al. Fruit and vegetable intake and risk of breast cancer by hormone receptor status. J Natl Cancer Inst 2013; 105: 219-36. 

14 . Bakker MF, Peeters PH, Klaasen VM, et al. Plasma carotenoids, vitamin C, tocopherols, and retinol and the risk of breast cancer in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition cohort. Am J Clin Nutr 2016; 103: 454-64.

15 . Prentice RL, Caan B, Chlebowski RT, et al. Low-fat dietary pattern and risk of invasive breast cancer: the Women’s Health Initiative Randomized Controlled Dietary Modification trial. JAMA 2006; 295: 629–42.

16 . Sieri S, Chiodini P, Agnoli C, et al. Dietary fat intake and development of specific breast cancer subtypes. J Natl Cancer Inst 2014; 106: dju068.

17 . Toledo E, Salas-Salvadó J, Donat-Vargas C, et al. Mediterranean diet and invasive breast cancer risk among women at high cardiovascular risk in the PREDIMED trial: a randomized clinical trial. JAMA Intern Med 2015; 175: 1752–60.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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