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Referendum NoTriv: c'è chi dice no, anzi... inutile

Proprio chi ha la sindrome della 'gufaggine acuta' un passo falso l'ha fatto. Il PD, senza sapere dove e quando è stata assunta la decisione, ha indicato la strada dell'astensione.

Referendum NoTriv: c'è chi dice no, anzi... inutile

Lo sappiamo. Con il SI al referendum non eviteremo le trivelle ma che queste trivelle abbiano una scadenza, questo si. Insomma c'è un limite a tutto, verrebbe da dire. Quindi, chi ha deciso che andrà a votare e, quindi, non si asterrà, sa bene quella croce sul 'SI' cosa significa.
‏Detto questo, ed avendo evitato di fare la "bella figura" di chi sta utilizzando le campagne di comunicazione in favore del 'sì' per dire che no, tutto quello che si scrive o si descrive non corrisponde al vero, si è chiarito il punto. Ed ora la domanda. Ma vi sembra poco? È davvero poco stabilire che una concessione ha un limite, un tempo e, consideriamo anche questo, uno spazio? Direi di no e, già per questo, chi proprio informato non è o, strano ma vero, sarebbe addirittura intenzionato a dare 'ascolto' ai tanti gufi, sì i gufi stavolta sono loro (povere bestie, però!), dovrebbe prendersi un momento di riflessione, anche se abita sulle Alpi, ai confini con la Svizzera, con la Francia, con l'Austria, la Slovenia e pensare che dire "sissignore" non sempre è opportuno e ricordare che gli yes man-woman, solo per opportunità, non sono mai simpatici, anzi bisogna ben guardarsene.
‏Però proprio chi ha la sindrome della 'gufaggine acuta' un passo falso l'ha fatto. Il PD, senza sapere dove e quando è stata assunta la decisione, ha indicato la strada dell'astensione. Beh, pare ovvio. Se il Presidente del Consiglio, che è anche Segretario del partito, propone norme/leggi non è che può proprio invocare di votare contro di sé. E quindi ci invita ad andare al mare. Già, proprio al mare! Ed invece, sette regioni, tra cui la nostra, ci invitano ad andare al mare si, ma dopo aver votato, appunto SI. Appare superfluo ricordare che proporre l'astensione non sia proprio una bella cosa, soprattutto se solo qualche anno fa si manifestava contro le trivelle (erano altri tempi ed altri ruoli) ma, così è se vi pare. Ed allora se è vero che qualcuno vuole a tutti i costi disegnare questa campagna referendaria come una lotta intestina, dall'altro canto si ritiene che il partito, qualunque partito sia, non abbia il "potere" di controllare il proprio cosiddetto elettorato che, nonostante i sondaggi pre-amministrative, pare in salita. Ed allora la domanda è: i deputati e senatori del PD (si anche se non saranno più eletti, premettendo che il referendum costituzionale passi) della Puglia, della nostra provincia come voteranno, se voteranno? Gli stessi deputati e senatori (sempre che non si astengano) avranno il coraggio di pubblicare i loro nomi con tanto di foto, così come con solerzia hanno fatto quando il Parlamento Europeo ha dato il via libera all'olio tunisino? Lo chiederemo, ai nostri parlamentari e verificheremo se sono più portati a dire la loro - durante un referendum - su un qualcosa che hanno votato al Parlamento nelle pieghe di una legge di portata ben più ampia e blindata o ad essere riconfermati sulla poltrona, molti anche in deroga (proprio queste deroghe, poi, basta). E pensare che la stessa Europa, a tutela degli obiettivi della macro regione jonico-adriatica punta su uno sviluppo incentrato sull'ambiente e sul turismo, in barba alla ricerca spasmodica ed incontrollata di idrocarburi.
‏Certo, ogni competizione elettorale, anche referendaria, vede gli schieramenti contrapposti. Chi tifa di qua, chi di là, come allo stadio. Beh, anche questa volta il tifo ognuno lo farà per la sua squadra. Meglio avere il coraggio di dire no che insabbiare la testa, però! Ma si sa, così si raggiungerebbe facilmente il quorum. Il vero incubo del Governo. Invece si dovrà combattere per quel 50%+1. Bisognerà fare attenzione però, il batti quorum, il sì o no a queste riforme a suon di fiducia, verrà davvero in autunno.
‏Il 17 aprile potrà essere solo la premessa

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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