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Controverso

Ma quanto ci costa la criminalità?

Bisognerebbe studiare e poi spiegare, nel dettaglio, qual è l'importo, il totale, del danno che il malaffare provoca all'economia locale, non affidandosi solo alle percezioni. Solo così...

La saracinesca del negozio "Bibop Fashion" fatta esplodere

Una valutazione seria dell'impatto che hanno, a livello economico, anche socio-economico, le attività criminali, micro, macro, organizzate, dei colletti bianchi e grigi nella nostra città, nella nostra provincia. Bisognerebbe proprio farla. Solo così si potrebbe capire se le politiche di contrasto, sempre che siano percepite come tali dai cittadini, sono o sono state efficaci o no. Alla casistica sui numeri delle rapine, dei furti, delle "spaccate", degli incendi di auto e aziende, degli attentati dinamitardi, insomma di tutti i reati che colpiscono gli attori economici, bisognerebbe aggiungere quella del danno economico subito, diretto ed indiretto. Insomma bisognerebbe studiare e poi spiegare, nel dettaglio, qual è l'importo, il totale, del danno che si produce all'economia locale, non affidandosi solo alle percezioni (che già sono il punto da cui parte chi sta valutando dove poter investire) ma a dati ufficiali, concreti, reali. Troppo spesso, infatti, ci soffermiamo sui numeri, anche disaggregati e non contestualizzati, delle operazioni delle forze dell'ordine, sui risultati - sempre che si arrivi durante il giusto processo alla conferma delle accuse - delle inchieste della Magistratura, ma leggendoli a senso unico. Anzi, peggio, numeri e nomi li digeriamo per quelli che sono: mera cronaca. Dopo di che il vuoto e, purtroppo, si ricomincia. Quando ogni giorno c'è la notizia di una rapina, a mano armata o no, la notizia in sé già non c'è più. La ripetizione degli eventi genera il calo dell'attenzione, diventa abitudine che si trasforma anche in indifferenza. Chi è colpito, però, indifferente non lo è e non lo diventa proprio, anzi cerca disperatamente l'appoggio, il sostegno, anche la semplice solidarietà di chi, per fortuna, non è ancora diventato vittima. Certo appoggio, sostegno, solidarietà non mancano ma poi, al rientro in azienda (che sia un bar, un tabacchi, un market, una farmacia, una boutique, un barbiere, un'attività agricola o di servizi) tutto ricade sul singolo che diventa purtroppo solo. Se si comprendesse, invece, che una parte del danno subito da quell'imprenditore è anche in quota parte a nostro carico, seppur indiretto, l'atteggiamento potrebbe cambiare, lasciando cadere anche l'ultimo alibi del più becero egoismo. Se la percezione che già abbiamo di una città assolutamente insicura la sommiamo ai numeri, in costante discesa, dei cittadini che la abitano, agli auspici di ogni genitore di vedere il proprio figlio andar via, possibilmente anche all'estero, perché "questa è una città già morta", a tutti quei bambini che non nascono più, alle terribili costanti della disoccupazione, a tutte quelle attività che colpite non riapriranno, dovremmo prendere atto, seppur con frustrazione, dell'inefficacia delle politiche fin qui praticate. Insomma quello che si chiede è una vera e propria operazione di verità, costi quel che costi. Probabilmente, di fronte ai numeri che dimostrerebbero nei fatti l'impoverimento economico e sociale del territorio causato dalla criminalità, non solo delle singole vittime, scatterebbe quel senso di comunità che è sempre tanto declamato, sollecitato ma mai realizzato. È lì, nella crudezza e certezza dei numeri, che si potrebbe risvegliare quel senso di orgoglio, volutamente dopato in questi ultimi anni, di essere parte di un insieme. Non un singolo che può bearsi, non si sa ancora per quanto, di vivere come se nulla stia accadendo o sia successo. Non è poi così difficile. L'impatto atteso è uno dei punti essenziali di ogni progetto. Sempre che un progetto ci sia.

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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