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Una Camera per chi? Chi per le CCIAA?

Dovranno passare da 105 a 60, con iscrizione di almeno 75.000 imprese. Si parla di un taglio del 15% della pianta organica di quelle che non dovranno accorparsi, del 25%, invece di quelle che si sono accorpate o che si accorperanno

Una Camera per chi? Chi per le CCIAA?

La nuova sede della Camera di Commercio di Foggia

Sfibranti. Le leggi di riforma non sono mai indolore. Se poi si guarda ai precedenti (vedi la riforma delle Province) beh più che sfibranti diventano motivo di ansia. Le riforme, poi, hanno il vizio - si il vizio - di essere presentate a piccole dosi, diciamo q.b. come quella del sale in cucina. E, troppo spesso, complicate da seguire e raccontare. Parliamo di Camere di Commercio. Enti autonomi di diritto pubblico che non hanno costi per lo Stato ma si auto sostengono e che hanno un sistema di governance appannaggio delle associazioni di categoria, dei sindacati, etc.

Gli step. Da 105 a 60, con CCIAA in vita solo se li sono iscritte almeno 75.000 imprese. Il sistema camerale presenta la propria autoriforma che, a quanto sembra anche in Puglia, sta camminando. Abbattimento totale dei costi riferiti ai consiglieri ed ai componenti di giunta (e forse qui possiamo essere anche d'accordo anche perché favorirebbe un ricambio di presenze, come siamo stati d'accordo sulle norme che hanno regolato l'ingresso delle donne in Consiglio), riduzione del 35% del costo dei contributi da parte delle imprese il primo anno (2015), del 40% secondo anno (2016), del 50% terzo anno (2017). E già la fibrillazione aumenta. Come gestire le strutture? Alcune Camere di Commercio, tra cui quella di Foggia, hanno optato per una soluzione meno dolorosa, appigliandosi alla norma. Insomma, qui, in provincia di Foggia le aziende avranno la riduzione del 20% del contributo e non del 40%. Certo è che questa soluzione può non piacere alle imprese - soprattutto a quelle di capitali - che, faticosamente, stanno tentando di superare la crisi o la stagnazione dell'economia e di restare sul mercato. 

Ed arriviamo a questi giorni. Si parla di un taglio del 15% della pianta organica delle Camere che non dovranno accorparsi, del 25%, invece di quelle che si sono accorpate o che si accorperanno per raggiungere la fatidica soglia delle 75.000 imprese iscritte. Le Unioni regionali non si sa bene che fine faranno. Forse 1 per regione, a patto che in quella regione ci siano almeno 5 CCIAA (quindi la Puglia sarebbe fuori) oppure nessuna, con l'unica presenza di quella nazionale, nella splendida sede di piazza Sallustio. Ma le CCIAA sono anche un bel tesoretto, in termini di liquidità e di patrimonio immobiliare stimato in 500 milioni il primo ed in 5 miliardi il secondo. Soldi delle imprese, accumulati negli anni, investiti dove bene, dove non proprio, che fanno gola a chi la spending review la intende solo come taglio e ritaglio e non come ottimizzazione, senza guardare con troppa attenzione diciamo in "casa sua" seppur occupata abusivamente. Insomma una sorta di manovra di esproprio dei beni delle imprese. E le CCIAA che faranno? Si occuperanno solo di Registro Imprese, di controllo sulle offerte al pubblico e di quello sulle misure. Una dieta dimagrante che spazza via, impoverendo i territori, il promozionale, le attività sull'export, sull'internazionalizzazione. Entrate ridotte, servizi falcidiati non resterà che affittare o vendere il proprio patrimonio (a Foggia è già tutto in movimento) per resistere in uno stato comatoso, finché non si staccherà la spina. 

E le aziende speciali (a Foggia ce ne sono 2: il Cesan e il Lachimer)? Già la legge di stabilità del 2015 prevedeva l'attivazione di un sistema di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente od indirettamente possedute. Ora con tutto il dibattito sulle partecipate, da 8000 a 4000 per poi arrivare a 1000 non si capisce bene fin dove sarà affondato il coltello. Riguarderà anche le aziende speciali? Non si sa. Bisognerà aspettare che la limatura sulla riforma delle CCIAA sia portata a termine. Fatto sta che questo taglio, dal 15 al 25% del personale ( forse ricollocato..., Sottosegretario Zanetti permettendo che riflettendo su partecipate e fallimenti ha affermato “per quale motivo, in caso di fallimento di una partecipata pubblica, i decreti attuativi dovrebbero prevedere per il personale tutele maggiori di quelle previste per i dipendenti nei casi di fallimento di società private?") potrebbe incidere e non in modo lieve. Ma in fin dei conti, sosterranno Renzi e la Madia, se non ci sono più funzioni, assorbite da altri - perché è tutto un proliferare di chi si occupa di promozione, di internazionalizzazione, etc - tutti quei dipendenti che ci stanno a fare? 

Già! E sono proprio i dipendenti a tremare mentre chi finora ha gestito e gestisce le CCIAA, le associazioni di categoria, pare non abbiano la forza, alcune forse la voglia, di opporsi al disegno. Quindi, tutto andrà come dovrà andare. Sempre che venerdì succederà qualcosa. Se tutto restasse confermato, si potrebbe cantare il de profundis al sistema della rappresentanza imprenditoriale. Poi si che in tema di economia e di economie tutto filerà liscio. 

Qualche domanda. Le imprese si stanno preoccupando di chi svolgerà le funzioni finora svolte gratuitamente dalle Camere di Commercio, ad esempio il sostegno alla creazione di impresa? Quali sono le strutture alternative o complementari al sistema camerale? Il piano b, se c'è, qual è? I nostri parlamentari cosa dicono? Chi fornisce il reale disegno dei bisogni delle imprese?  Dal modello pubblico si passa a quello privatistico?                                                                                                 

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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