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Nati per correre, misurandosi sulla distanza

La prestigiosa rivista "Nature" del 18 novembre 2004, con la sua copertina dedicata a "Born to Run", esplora come l'evoluzione abbia dotato gli esseri umani di incredibili capacità nella corsa di resistenza.

Nati per correre, misurandosi sulla distanza

Ma "Born to Run" è anche un inno immortale alla gioventù degli anni '70. Cattura l'essenza della speranza e del desiderio di libertà con il suo potente mix di narrativa poetica e arrangiamento orchestrale vibrante. Questa leggendaria canzone di Bruce Springsteen celebra la corsa verso i sogni, un viaggio che simboleggia la libertà e la speranza incrollabile, elementi che riecheggiano anche nelle scoperte scientifiche sull'evoluzione umana, evidenziate dalla prestigiosa rivista “Nature”.

"Born to Run" è il titolo della copertina della prestigiosa rivista scientifica “NATURE” del 18 novembre 2004 dedicata all’evoluzione dell’uomo, ma anche quello di una delle canzoni più iconiche nella storia del rock, pubblicata nel 1975 da Bruce Springsteen. Quella di Springsteen cattura perfettamente l'essenza della gioventù americana degli anni '70, con un potente mix di speranza, ribellione e desiderio di libertà. La canzone è un inno alla fuga dalla monotonia e alla ricerca di qualcosa di più grande, con la sua narrativa di giovani amanti che sognano di sfuggire alle loro vite ordinarie per inseguire i loro sogni su un'autostrada aperta. Il suono della canzone è caratterizzato da un arrangiamento orchestrale ricco, che include strumenti come il sassofono di Clarence Clemons e le chitarre esplosive di Springsteen. Il testo è poetico e viscerale, con immagini vivide e potenti che descrivono la lotta e la speranza di chi cerca di "scappare" dalla propria realtà. "Born to Run" ha avuto un impatto enorme sulla carriera di Springsteen, consolidando il suo status di "The Boss" e portandolo alla ribalta internazionale. La canzone rimane un classico senza tempo, amata da generazioni di fan per il suo messaggio universale di speranza e libertà. Le parole di Springsteen evocano un desiderio ardente di libertà e un'aspirazione a qualcosa di più grande e significativo. Il binomio inscindibile di “speranza e libertà” è l’essenza che caratterizza anche il Med-Food Anticancer Program da oltre 17 anni. “Speranza e libertà” contro il cancro e le malattie cronico-degenerative, un binomio declinato "con i piedi ben piantati" nelle evidenze scientifiche.

Ma perché "Born To Run" è tanto importante da meritare la copertina della prestigiosa rivista scientifica “Nature”? Che cosa suggerisce lo studio pubblicato su Nature? In parte la risposta è nel sottotitolo: “How evolution got us up to speed” che potremmo tradurre in “Come l’evoluzione ci ha resi veloci”. Ma chi è più veloce: l’uomo o l’antilope? Istintivamente, tutti noi risponderemmo l’antilope, mentre la scienza direbbe: "dipende"! In natura, molti animali sono più veloci dell’uomo. Ad esempio, la capra, il cavallo, la lepre e l’antilope sono tutti molto più veloci di noi umani. Tuttavia, un’antilope può essere raggiunta dall’uomo in soli 24 minuti di corsa. Uno studio pubblicato il 13 maggio 2024 su “Nature Human Behaviour” suggerisce che inseguire una preda correndo può essere più efficiente che farlo lentamente. [1] Questo potrebbe spiegare perché gli esseri umani hanno sviluppato muscoli ottimizzati per il movimento prolungato, la capacità di sudare molto e la pelle nuda che dissipa il calore. Tale approccio potrebbe comportare un ritorno cinque volte maggiore in termini di calorie guadagnate per il tempo investito, rispetto alla caccia a piedi. Gli autori dello studio hanno anche trovato quasi 400 resoconti storici di attività di resistenza da parte di popolazioni indigene in tutto il mondo, molti più di quanto si conoscesse in precedenza.

Il bipedismo e il comportamento di camminare a grandi passi rappresentano un punto cruciale nell'evoluzione degli ominidi, che probabilmente ha avuto origine subito dopo la divergenza tra scimpanzé e genere umano. Sebbene le andature bipedi includano sia il camminare che il correre, è la corsa che ha svolto un ruolo significativo nell'evoluzione umana. Giudicati da vari criteri, gli esseri umani eccellono nella corsa di resistenza grazie a una gamma diversificata di funzioni, molte delle quali lasciano tracce nello scheletro. Le prove fossili di queste caratteristiche suggeriscono che la corsa di resistenza è una capacità esclusiva del genere Homo, risalente a circa 2 milioni di anni fa, e potrebbe essere stata determinante per l'evoluzione della forma del corpo umano. Confrontando l’anatomia di diverse specie di Homo, sono emerse caratteristiche particolari della nostra specie, l’Homo sapiens, che indicano specifici adattamenti per favorire la corsa. Uno di questi adattamenti è il legamento nucale, fondamentale per stabilizzare la testa durante il movimento, permettendoci di correre agilmente mentre osserviamo l’ambiente circostante in cerca di cibo o pericoli. Questo legamento si attiva solo durante la corsa. Inoltre, la lunghezza e la massa dei nostri arti sono progettate per gestire il costo metabolico della corsa. [2] I nostri piedi, le fasce plantari e i tendini d’Achille assorbono parte dell’impatto con il suolo e restituiscono energia cinetica, rendendo la corsa efficiente. Anche la capacità di muovere spalle e braccia in contrasto con il movimento delle gambe è fondamentale per stabilizzare il corpo durante la corsa. L’arco plantare, con la sua funzione elastica, è in grado di assorbire gli impatti ripetuti contro il suolo, che possono raggiungere tre o quattro volte il peso corporeo del corridore. Inoltre, i glutei, oggi apprezzati più per la loro estetica, sono muscoli che aiutano ad assorbire la forza dell’impatto e a stabilizzare il corpo durante la camminata o la corsa, una caratteristica che distingue gli esseri umani dagli altri primati, che non hanno glutei e non corrono.

La fisiologia gioca anch'essa un ruolo importante. La nostra capacità di termoregolazione è tra le più efficienti: pochi animali sudano e pochissimi possono dissipare il calore in modo efficiente quanto noi. La posizione verticale ci avvantaggia perché i raggi solari colpiscono una superficie minore del nostro corpo rispetto ai quadrupedi, e possiamo dissipare il calore in eccesso tramite abbondante sudorazione. Il naso filtra l’aria in entrata per proteggere i polmoni, e la nostra respirazione è indipendente dal movimento, permettendoci di regolarla. Al contrario, i quadrupedi sono obbligati a espirare ogni volta che mettono le zampe a terra durante la corsa, poiché la loro posizione comprime l’apparato respiratorio. Questo ci dà un vantaggio evolutivo, permettendoci di resistere più a lungo durante l'inseguimento di prede o per sfuggire ai predatori. Nonostante ciò, è importante evitare la visione distorta della corsa che promuove velocità a tutti i costi, sforzi estremi e accettazione degli infortuni come normali. La corsa dovrebbe essere goduta e vissuta come un'attività che arricchisce la vita, piuttosto che come una competizione costante. Le evidenze mostrano che la corsa ha benefici profondi per la nostra vita e ci rende più completi come esseri umani. Il cervello, infatti, si sviluppa in gran parte grazie al movimento, e la corsa stimola le funzioni cerebrali, la creazione di nuove sinapsi e lo sviluppo delle nostre facoltà cerebrali.

Inoltre, un'alimentazione a base vegetale ben pianificata può supportare efficacemente l'attività motoria, offrendo numerosi benefici come la riduzione dell'infiammazione, miglioramento della salute cardiovascolare, mantenimento di un peso corporeo ottimale, riduzione del rischio di malattie croniche e migliore digestione. Gli alimenti vegetali sono ricchi di antiossidanti, che combattono i danni dei radicali liberi prodotti durante l'esercizio fisico, riducendo lo stress ossidativo e migliorando la ripresa muscolare. Inoltre, scegliere un'alimentazione a base vegetale può ridurre l'impatto ambientale della produzione di cibo, un vantaggio aggiuntivo per chi si preoccupa della sostenibilità. La corsa, quindi, non solo ci permette di prosperare fisicamente, ma ha anche profondi effetti positivi sulla nostra salute mentale e sul benessere generale, evidenziando perché ogni essere umano dovrebbe correre e come la corsa contribuisce a renderci completi e più umani. L'attività fisica è un elemento cruciale per la salute e la longevità. Le sue varianti, dall'intensa alla moderata, presentano benefici differenti e specifici. L'esercizio fisico stimola le cellule staminali muscolari, contribuisce alla riabilitazione cardiovascolare e provoca cambiamenti immediati nel DNA. [3] Inoltre, ascoltare musica ad intervalli durante gli esercizi intensi può migliorare le prestazioni. [4] L'attività aerobica costante migliora il metabolismo degli zuccheri e l'utilizzo dell'ossigeno per la contrazione muscolare, riducendo significativamente l'infiammazione cronica, una causa comune di invecchiamento e malattie degenerative, come il cancro. Pertanto, la promozione dell'attività fisica è giustificata dalla riduzione significativa del rischio di infarto, ictus, diabete, cancro del colon e della mammella, come suggerito da un lavoro di metanalisi.

Le metanalisi, che come amiamo ripetere al Med-Food, sono tecniche statistiche di assemblaggio di sperimentazioni multiple, consentono una valutazione quantitativa cumulativa dei risultati. Ebbene, una metanalisi sui benefici dell'attività motoria, pubblicata sul British Medical Journal, evidenzia che più tempo si dedica all'attività fisica, maggiore è la riduzione del rischio di malattie degenerative. [5] Studi su popolazioni longeve, come gli avventisti di Loma Linda, i costaricani e i pastori sardi, mostrano che un'attività fisica regolare e sostenuta, come camminare velocemente o praticare il tai-chi, è associata a una maggiore longevità. L'ottimizzazione dell'esercizio fisico per la longevità prevede almeno un'ora di camminata veloce al giorno, evitando l'uso di mezzi come ascensori e auto. Durante il weekend, si consiglia di praticare attività come bicicletta, corsa o nuoto per 30-40 minuti a giorni alterni e per 2 ore nel fine settimana, preferendo la bicicletta alla corsa per ridurre lo stress articolare. Studi a lungo termine dimostrano che la corsa non è associata all'artrite cronica e contribuisce a ridurre il peso corporeo e il rischio di artrite.

Un'analisi condotta su 204.542 persone in Australia mostra una riduzione del 47% della mortalità in coloro che praticano esercizio fisico moderato-intenso per oltre 150 minuti a settimana, percentuale che sale al 54% per 300 minuti settimanali. Un altro lavoro su 661.137 individui di età media di 62 anni, seguiti per 14 anni, indica che 150 minuti di esercizio moderato o 75 minuti di esercizio intenso settimanale riducono il rischio di morte del 20%, con benefici incrementali per durate maggiori. Per la longevità, è consigliato camminare velocemente per un'ora al giorno, evitare scale mobili e ascensori, camminare nel weekend in aree non inquinate e praticare esercizi moderati per 150-300 minuti settimanali con una punta di esercizio intenso. L'attività fisica è un elemento cruciale per la salute e la longevità. Le sue varianti, dall'intensa alla moderata, presentano benefici differenti e specifici. L'esercizio fisico stimola le cellule staminali muscolari, contribuisce alla riabilitazione cardiovascolare e provoca cambiamenti immediati nel DNA. [6] Tuttavia, perché non sono pochi i runner che rischiano di incappare in malattie cardiovascolari (ad esempio: l’angina o l’infarto), come mostrano alcune evidenze scientifiche? Purtroppo, la corsa da sola non basta per mantenere una buona salute cardiovascolare. Anzi, se il sistema cardiovascolare è "sotto pressione" come accade nei runner e non si segue una buona alimentazione come quella a base vegetale, i rischi per il cuore aumentano. Negli ultimi anni, molti atleti di alto livello, dai campioni del mondo di pugilato ai tennisti, hanno iniziato a seguire un’alimentazione a base vegetale. Questo cambiamento non è dovuto solo ai benefici per la salute, ma anche ai miglioramenti percepiti nelle prestazioni di resistenza.

Aumentare il consumo di alimenti vegetali può potenziare le proprietà vasodilatatrici (cioè dilatanti delle arterie), antiossidanti e antinfiammatorie della dieta, migliorando così il flusso sanguigno, riducendo lo stress ossidativo e l'infiammazione e, teoricamente, migliorando le prestazioni di resistenza, riducendo i danni muscolari e accelerando il recupero. L'esercizio stesso può rilasciare radicali liberi che portano a fatica muscolare, riduzione delle prestazioni atletiche e recupero compromesso, ma gli antiossidanti concentrati negli alimenti vegetali possono aiutare a neutralizzarli. Per esempio, l’assunzione di mirtilli un'ora prima di una corsa può ridurre significativamente lo stress ossidativo. Lo stesso vale per l'infiammazione. Adottare una dieta con più vegetali e meno alimenti di origine animale ha dimostrato di attenuare l'infiammazione. Una revisione sistematica e meta-analisi ha confrontato i biomarcatori comuni dell'infiammazione, riscontrando che le diete senza carne risultavano favorevoli in tutti i casi. Non solo per l'infiammazione, ma anche per lo stato immunitario. Un sistema immunitario forte è cruciale per gli atleti, specialmente quelli di resistenza, poiché sono spesso immunocompromessi, aumentando il rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore. Dopo una maratona, le probabilità di contrarre un'infezione aumentano di sei volte, e dopo un’ultramaratona, fino al 68% degli atleti si ammala nelle due settimane successive. Un sistema immunitario migliore potrebbe tradursi in meno malattie e più tempo per allenarsi, sebbene questo aspetto debba ancora essere studiato direttamente. Sappiamo anche che i nitrati hanno un effetto ergogenico, ovvero migliorano le prestazioni. I livelli di nitrati nel sangue dei vegetariani sono circa del 20% più alti, e nei vegani del 40% più alti, probabilmente dovuto al maggiore consumo di verdure ricche di nitrati come barbabietole, spinaci e altre verdure a foglia verde. Ci sono anche tutti i benefici per la salute che potrebbero migliorare le prestazioni a lungo termine. È ben documentato che le diete a base vegetale riducono il rischio di malattie croniche come le malattie cardiovascolari, il diabete, la sindrome metabolica, il cancro e la mortalità per tutte le cause, contribuendo a una vita significativamente più lunga. Ma gli atleti di alto livello hanno davvero bisogno di protezione cardiovascolare? Sorprendentemente, ecco perché è stato realizzato questo studio, gli atleti di resistenza possono avere una aterosclerosi più avanzata e più danni al muscolo cardiaco rispetto agli individui sedentari. Gli atleti maschi presentano una maggiore prevalenza di placche aterosclerotiche nelle arterie coronarie rispetto ai maschi sedentari. Una maggiore prevalenza di calcio nelle arterie coronarie (11,3% contro 0%), un maggior numero di placche aterosclerotiche (44,3% contro 22,2%) inclusi placche multi-vascolari e una maggiore proporzione di restringimenti del flusso sanguigno superiori al 50%. [7] I maratoneti mostrano un aumento del volume totale delle placche aterosclerotiche, sia calcificate che non calcificate. Paradossalmente, una peggiore aterosclerosi nelle arterie coronarie può tradursi in maggiori danni al muscolo cardiaco stesso, tre volte più degli individui sedentari. Corrono il rischio di eventi coronarici. È il tipo di danno al cuore che si vede dopo gli attacchi di cuore. Ma perché? Perché gli studi mostrano che gli atleti ben allenati sono a rischio significativo di aterosclerosi e danni al cuore? Potrebbe non essere dovuto allo sforzo eccessivo del cuore con il movimento, ma piuttosto allo stress con grassi saturi e colesterolo. Gli atleti di resistenza possono consumare 5, 6, 7.000 calorie al giorno. Se mangiano il doppio dei Big Mac, non c'è da meravigliarsi che i loro poveri cuori siano messi a dura prova. Ecco dove entrano in gioco l’alimentazione a base vegetale, l'unica dieta che ha dimostrato di poter invertire le malattie cardiache nella maggior parte dei pazienti. Sì, tali diete possono anche contribuire a migliorare le prestazioni e accelerare il recupero, ma soprattutto, permetteranno di recuperare e mantenere la salute a lungo termine.

Le malattie cardiache, prima causa di morte in Europa, sono causate dall'accumulo di placca aterosclerotica nelle arterie. Questo processo, che spesso inizia nell'infanzia, è aggravato dal colesterolo LDL. Ridurre l'assunzione di grassi trans e saturi, così come di colesterolo alimentare, è fondamentale per prevenire l'aterosclerosi. Un'alimentazione a base vegetale può abbassare il colesterolo LDL con la stessa efficacia delle statine, senza gli effetti collaterali di queste ultime. Una dieta vegetale non solo abbassa il colesterolo, ma può anche invertire la malattia cardiaca. Un lavoro di Esselstyn mostra che un’alimentazione a base vegetale può portare alla rivascolarizzazione cardiaca e alla regressione della malattia coronarica. [8-9]

Da ultimo, ma non per importanza, è da sottolineare la postura. La postura corretta è fondamentale per la salute delle ossa. Quando la colonna vertebrale è ben allineata, il peso della testa viene distribuito in modo uniforme su tutta la colonna, riducendo lo stress sulle ossa e sulle articolazioni. In particolare, quando si sta in piedi dritti, la testa pesa circa 5 chilogrammi sulla colonna vertebrale. Se invece si incurvano le spalle, il peso della testa aumenta fino a 25 chilogrammi. Se si sta sempre curvi, il peso della testa può addirittura raggiungere i 50 chilogrammi. [10] L’aumento di peso della testa può causare diversi problemi alle ossa e alle articolazioni, tra cui: mal di schiena, dolore al collo, dolore alle spalle, deformità della colonna vertebrale. Inoltre, una postura scorretta può rendere più difficile svolgere le attività quotidiane, come: camminare, salire le scale, sollevare pesi. La postura corretta è un'abitudine che può essere acquisita con un po' di impegno nell’attività motoria e in particolare con la corsa. È importante prestare attenzione alla propria postura durante tutto il giorno, sia quando si sta in piedi, sia quando si è seduti. Diverse ricerche, tra cui quelle di Lieberman in “Nature”, hanno evidenziato l'importanza del legamento nucale. Il legamento nucale serve per stabilizzare la testa durante il movimento. Ci permette di correre agilmente mentre osserviamo l’ambiente circostante, in cerca di cibo o tenendo d’occhio eventuali pericoli, o soltanto per esplorare la zona. Il legamento nucale si attiva solo durante la corsa. Confrontando l’anatomia di diverse specie di Homo, sono emerse caratteristiche particolari della nostra specie (Homo sapiens) che sembrerebbero indicare degli adattamenti specifici proprio per favorire l’attività della corsa. Questi adattamenti hanno probabilmente giocato un ruolo cruciale nella nostra capacità di sopravvivere e prosperare come specie. Il peso della testa può variare significativamente a seconda della postura e, come abbiamo visto, mantenere una postura corretta è essenziale per prevenire problemi muscoloscheletrici. La corsa, grazie al ruolo del legamento nucale, rappresenta un'attività particolarmente benefica per stabilizzare la testa e migliorare la postura. Prestare attenzione alla postura non solo migliora la salute fisica, ma facilita anche le attività quotidiane, rendendo la vita più agevole e meno dolorosa.

La speranza in "Born to Run" è palpabile nei versi che raccontano il sogno di una vita diversa, lontana dalle catene della monotonia e della disperazione. Springsteen canta di una vita che può essere trasformata, di possibilità inesplorate e di un domani migliore. La speranza è incarnata nei protagonisti della canzone, che vedono la fuga come un'opportunità per ricominciare da capo. Alcuni versi esprimono chiaramente questa speranza: "Insieme potremmo rompere questa trappola Correremo fino allo sfinimento, tesoro, non torneremo mai indietro"

Together we could break this trap

We'll run till we drop, baby we'll never go back

Questi versi esprimono la fiducia che, insieme, i protagonisti possono superare le difficoltà e costruire un futuro migliore. La speranza è il carburante che alimenta il loro desiderio di cambiamento. La libertà è un tema centrale in "Born to Run". Springsteen descrive la strada come un simbolo di libertà, un luogo dove i sogni possono diventare realtà e dove le restrizioni della società possono essere lasciate alle spalle. La libertà, in questo contesto, non è solo fisica, ma anche emotiva e spirituale. È la possibilità di vivere una vita autentica e piena, lontano dalle aspettative imposte.

Il ritornello della canzone cattura questa idea:

Un giorno, ragazza, non so quando

Arriveremo dove vogliamo davvero andare

E cammineremo al sole

Ma fino ad allora, vagabondi come noi

Tesoro, siamo nati per correre

Someday girl, I don't know when

We're gonna get to that place

Where we really want to go

And we'll walk in the sun

But till then, tramps like us

Baby we were born to run

La promessa di un giorno in cui i sogni si realizzeranno e la libertà sarà conquistata è al centro della canzone. La strada aperta rappresenta una tela vuota su cui i protagonisti possono dipingere il loro destino. "Born to Run" è un inno alla speranza e alla libertà. Springsteen, con la sua scrittura evocativa, ci trasporta in un viaggio attraverso le aspirazioni di due giovani che cercano di sfuggire a una vita di costrizioni. La canzone ci ricorda che, nonostante le difficoltà, la speranza e il desiderio di libertà possono guidarci verso un futuro più luminoso e pieno di promesse. In definitiva, "Born to Run" è un invito a sognare in grande e a correre verso la libertà, a credere che, nonostante tutto, siamo nati per correre verso la nostra felicità.

Bibliografia

1 . Morin, Eugène, and Bruce Winterhalder. "Ethnography and ethnohistory support the efficiency of hunting through endurance running in humans." Nature Human Behaviour (2024): 1-11.

2 . Bramble, Dennis M., and Daniel E. Lieberman. "Endurance running and the evolution of Homo." nature 432.7015 (2004): 345-352.

3. Shefer, Gabi, et al. "Reduced satellite cell numbers and myogenic capacity in aging can be alleviated by endurance exercise." PloS one 5.10 (2010): e13307.

4 . Stork, Matthew J., and Kathleen A. Martin Ginis. "Listening to music during sprint interval exercise: The impact on exercise attitudes and intentions." Journal of sports sciences 35.19 (2017): 1940-1946.

5 . Kyu, Hmwe H., et al. "Physical activity and risk of breast cancer, colon cancer, diabetes, ischemic heart disease, and ischemic stroke events: systematic review and dose-response meta-analysis for the Global Burden of Disease Study 2013." bmj 354 (2016).

6 . Cartabellotta, Antonino, et al. "Efficacia dell’esercizio fisico nei pazienti con patologie croniche." Evidence 8.9 (2016): e1000152.

7 . De Bosscher, Ruben, et al. "Lifelong endurance exercise and its relation with coronary atherosclerosis." European heart journal 44.26 (2023): 2388-2399.

8 . Esselstyn Jr, Caldwell B., et al. "A way to reverse CAD?." Journal of Family Practice 63.7 (2014).

9 . Esselstyn Jr, Caldwell B. "Resolving the coronary artery disease epidemic through plant‐based nutrition." Preventive cardiology 4.4 (2001): 171-177.

10 . Hansraj, Kenneth K. "Assessment of stresses in the cervical spine caused by posture and position of the head." Surg Technol Int 25.25 (2014): 277-9.

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F. Michele Panunzio

F. Michele Panunzio

La prevenzione nutrizionale è la più potente medicina, ma non ama la solitudine. Ancelle le sono tutte le altre discipline mediche. Si accontenta di stare in disparte, ma in cuor suo sa di essere la padrona di casa per accogliere tutti. Non è esclusiva, né ha la puzza sotto il naso. Amo la prevenzione nutrizionale, fu amore a prima vista. Scelsi di fare il medico-igienista, ma anche di laurearmi in nutrizione umana, connubio perfetto per la mia professione. La collettività e l’individuo, il gruppo ed il singolo, i sani ed i malati, la prevenzione nutrizionale è per tutti ed è per sempre. Rispondo alle vostre domande, inviatele a: redazione@ilmattinodifoggia.it

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