IL MATTINO
Le nuvole parlanti
26.03.2023 - 11:26
Luigi F. Bona, direttore di "WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto"
"WOW Spazio Fumetto" rappresenta un’importante realtà culturale per la città di Milano. Dopo oltre dieci anni dalla sua inaugurazione, avvenuta il 1 aprile 2011, il museo è un esempio di didattica dell’arte, non un semplice spazio espositivo, ma un vero e proprio hub culturale dove creare dibattiti, diffondere contenuti e creare legami tra vecchi e nuovi appassionati del fumetto. Le sue particolarità lo rendono una realtà unica in Italia, di respiro internazionale, trasversale a media, arti e generi diversi.
WOW Spazio Fumetto ospita esposizioni, eventi culturali, incontri e convegni, momenti aziendali o privati, proiezioni, laboratori e corsi che orientano esperienze didattiche e aggregative attraverso la Nona Arte. Inoltre i visitatori accedono liberamente alla lettura di circa 9.000 pubblicazioni della Biblioteca WOW, a una moderna caffetteria e un fornito bookshop specializzato. In questo periodo WOW ospita “Maurizio Bovarini disegnatore”, un'esposizione monografica dedicata al grande autore a 36 anni dalla scomparsa. Oltre 150 disegni originali tra illustrazioni, vignette e fumetti: dalle riviste satiriche francesi degli anni Sessanta a quelle italiane dei Settanta e Ottanta, passando per collaborazioni importanti con Linus, il Corriere dei Piccoli e il Festival dell’Umorismo. Di questa mostra e molto altro ancora, abbiamo chiesto a Luigi F. Bona, direttore di "WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto", che ci ha anticipato delle importanti e diabolike news!
Direttore, come è nata la mostra per Bovarini?
L'idea della mostra è nata grazie a Paolo Valietti, collezionista appassionato e professionista nel mondo della comunicazione, bergamasco e vicino alla famiglia Bovarini. Ho dato subito il mio parere favorevole, essendo io stesso un estimatore di Bovarini, con il quale ho anche collaborato, pubblicando sue illustrazioni e fumetti per le edizioni medico-scientifiche Editiemme, negli anni Settanta-Ottanta. La mostra ha permesso agli appassionati di vedere oltre 150 opere, molte anche inedite, conservate dalla famiglia Bovarini, e qualche aggiunta della famiglia Mogno (Editiemme). Il visitatore ha la possibilità di seguire l’evoluzione continua del segno che accompagna il lavoro di tre decenni. Si parte dai primi disegni degli anni Sessanta per le trasgressive riviste francesi (“Bizarre”, “Hara-Kiri”) fino a "L’Enragé" del Maggio 1968, passando poi attraverso i personalissimi fumetti dei primi anni Settanta, con rivisitazioni inusuali del western classico, incrociando il poliziottesco e il fumetto storico (su “Eureka”, “Alter”, “Charlie”), fino alle vignette per i giornali satirici italiani degli anni Settanta-Ottanta (dal combattivo “Ca Balà” all’elegante e caustico “Anamorfico” di Pino Zac). I grandi formati degli originali consentono di riscoprire disegni inevitabilmente penalizzati dalle riproduzioni tipografiche in piccolo formato del periodo. Sono presenti poi due sezioni specifiche: la prima dedicata ai sorprendenti disegni dedicati all’amato Jazz e una seconda in cui sono esposte numerose tavole disegnate di “Eia eia trallallà”, il libro sul fascismo (per ricordare come eravamo) che rappresenta probabilmente il livello grafico più alto raggiunto dall’artista e la sua comunicazione più potente e matura.
Grande successo di pubblico per questa esposizione. Sarà prorogata la data di chiusura?
La mostra è tra le più belle organizzate da Spazio Wow ed è in continuo crescendo anche grazie al passaparola. Stiamo avendo molte richieste soprattutto dalle scuole, medie, licei, istituti d’arte, per visite guidate e laboratori. Siamo felicissimi della riuscita e pertanto abbiamo deciso, con Paolo Valietti, di protrarre la mostra fino a fine mese.
A quale opera di Bovarini si sente più legato?
Affettivamente alle illustrazioni sulla salute perché le ho viste nascere, ma partecipo con tutto il cuore alle cose più forti legate ai temi della politica, contro la guerra, poi quelle legate alla sua passione per il jazz. Non ha fatto non solo ritratti di jazzisti, ma anche disegni di situazioni jazz (fin dagli anni Cinquanta), e guardandole mi sembra di riascoltarlo mentre parla di musica!
Quali novità per Spazio Wow dopo la mostra di Bovarini?
Abbiamo, tra i tanti, due interessanti eventi in programma. Una mostra a ingresso libero sarà dedicata ai numeri 1 di Diabolik, in collaborazione con la casa editrice Astorina, e saranno esposte le tavole originali di tutte le versioni del mitico primo albo, oltre a una versione di Enzo Facciolo di cui hanno recentemente scoperto l’esistenza. Non mancherà un omaggio importante a Eva Kant, nel sessantesimo della sua apparizione. Altro importante evento sarà l’inaugurazione, a metà maggio, di una grande mostra (che terrà tutto il piano superiore del museo, dedicata ad Alfredo Castelli, tra i maggiori sceneggiatori italiani fin dagli anni Sessanta e ancora attivissimo, dove tra l’altro saranno mostrati inediti storici e, per riagganciarci alla mostra di Diabolik, tavole delle avventure di Eva Kant realizzate per la rivista Cosmopolitan.
Spazio Wow ormai è una realtà consolidata e in continua crescita nel mondo del fumetto. In cosa consiste esattamente il vostro percorso?
Ormai siamo presenti da dodici anni, per l’esattezza dal 1° aprile 2011. WOW è un luogo piacevole che accoglie artisti, editori, appassionati e semplici curiosi che intendono approfondire la conoscenza del Fumetto storico e contemporaneo, negli ambiti più diversi, in un’ottica di sviluppo e di crescita culturale. Continuiamo a rinnovarci, a dar vita ad una realtà didattico-museale di stampo europeo. Il museo non deve essere solo luogo di conservazione ed esposizione di opere, ma deve divenire centro vivo, di scambio, incontri sul tema, e la Biblioteca WOW con oltre novemila titoli in libera lettura per i visitatori (e centinaia di migliaia conservati negli archivi) ne è parte importante.
Direttore, secondo lei qual è il futuro del fumetto in Italia?
Il fumetto italiano è un mezzo di comunicazione in grande trasformazione, è un buon momento e ci sono tutte le premesse per avere successo (in libreria è in forte crescita, la sezione più positiva dopo la manualistica), ma bisogna tenere presenti le variazioni avvenute, a livello internazionale, nel sistema distributivo. Non tutti gli editori italiani sanno interpretare le trasformazioni del sistema e manca l’appoggio delle istituzioni verso questo settore, così gli autori si spostano sempre di più verso produzioni straniere. Ci vuole più attenzione. Non serve soltanto elargire denaro (e magari avvenisse!), ma soprattutto è necessario trovare a livello istituzionale un modo nuovo e differente di supportare il fumetto e i molti giovani che vogliono farlo. Il museo è il migliore osservatorio di tutto ciò, con una visione internazionale, ma il dialogo con le istituzioni è ultimo in una classifica europea.
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