IL MATTINO
IL PIANETA VEGA
14.04.2019 - 11:00
Che siate credenti e celebriate la domenica delle palme, o che non lo siate, oggi è comunque uno di quei momenti in cui si parla di pace. La pace è un bene prezioso. Più dei soldi, più del profitto, sì. In una economia di pace non ci sarebbero poveri, sarebbe una economia di solidarietà. E non ci sarebbero morti inutili come purtroppo è accaduto ieri in questo lembo di Puglia. Che dolore.
Un passo fondamentale per quella pace, che tutti auspicano e che nessuno veramente sembra volere, inizia con il mettere fine alle morti innocenti. Uccidere animali per mangiarli è quanto di più lontano si possa immaginare dalla pace. E' come uccidere bambini. Uccidere un innocente, non importa la specie, è un atto che porta il traguardo della pace più lontano.
Sono felice, pur con tutti i miei difetti e la facilità che ho di arrabbiarmi - perché quando una cosa la trovo ingiusta non è che mi arrabbio, mi infurio - di avere fatto il mio passo indietro da tutto questo mondo incasinato e violento. Non con il non curarmene, ma al contrario, con il prendermi cura.
Sono felice della consapevolezza che c'è dietro la decisione di non mangiare animali, anche se ancora c'è chi pensa sia una moda o una dieta.
Anche se c'è chi pensa che occorrerebbe pensare prima agli esseri umani. E infatti è proprio così: non si diventa vegani solo per gli animali, c'è un discorso così ampio dietro che ci hanno scritto interi libri, che ci hanno speso pensieri tanti filosofi.
Ci sono tanti modi per costruire la pace, e mangiare è uno di quelli ed è anche uno di quelli fondamentali. Dire basta alla prevaricazione, all'idea di usare gli altri, di farne oggetti di consumo, non è forse questo il senso della pace? Non c'è qualcosa di basilare che accomuna la fine di conflitti e guerre, la giustizia sociale, la convivenza civile e, di più, amorevole, e una vita che valga la pena di essere vissuta? Come si può parlare di pace quando vengono uccisi migliaia di esseri viventi, che sia in un genocidio, in un bombardamento o in un macello?
Credo che ciascuno di noi abbia un cuore buono e che siano pochi quelli che amano litigare. E anche fra questi, credo siano pochi quelli davvero cattivi, che non abbiano qualche motivo di rabbia che poi esprimono così.
Forse però sono pochi anche quelli che riflettono più di altri. Oggi ciascuno di noi dovrebbe porsi una domanda: sono tra quelli che pensano o tra quelli che si fanno scivolare la vita - propria e altrui - addosso?
La pace è diventato, in fondo, un concetto tanto sfuggente quanto retorico. Si fanno le marce per la pace, si fanno le manifestazioni, si fanno volare le colombe, si prega, si scarabocchiano simboli. Ma penso che la pace sia più una questione di domande che ci si pongono - e a cui si risponde in un certo modo.
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