IL MATTINO
IL PIANETA VEGA
29.05.2016 - 12:07
I proprietari di "The Herbivorous Butcher", la prima macelleria vegana, nata a Minneapolis
Abbiamo parlato tanto di etica, fino ad oggi; mi rendo conto, però, che la filosofia rende l'animo soddisfatto, ma non la pancia piena. E siccome si sente spessissimo dire che i vegani non mangiano niente o che hanno una dieta molto limitata, beh, bisogna proprio sfatare questo mito. Qualsiasi vegano si sarà sentito domandare almeno una volta (magari fosse solo una!): "E che cosa mangi?", o peggio: "E non mangi niente?".
Quando ho scelto di diventare vegetariana prima che vegana a casa mia è stata una tragedia: sembrava che mi stessi autocondannando a morire di fame. Quando sono passata al veganesimo, poi, non ne parliamo! In effetti era difficile anche per me, non perché sentissi la mancanza di qualcosa, ma perché la scelta di alimenti già pronti era parecchio limitata. Ecco così che i vegani della prima ora si sono ingegnati a inventare ricette che avessero il giusto bilanciamento di nutrienti. Grazie a quei pionieri oggi davvero non ci manca niente. Quindi, non è vero che mangiamo solo verdure, legumi e cereali, o almeno, non è vero che li mangiamo nelle forme classiche della zuppa o della minestra o dell'insalata. Abbiamo tutto ciò che un onnivoro ha: dall'hamburger al würstel, dall'affettato al formaggio. E il sapore è ottimo (certo, dipende pure da come uno cucina). Personalmente non sono nemmeno una patita di quello che imita la carne: ritengo questi prodotti utilissimi per variare, come dire, per dare sfogo alla fantasia (anche l'occhio vuole la sua parte), ma non perché debbano ricordare cibi a base di carne o di pesce (sì, ci sono anche i bastoncini di mare, non di pesce ma di alghe). Comunque, dato che per molti la transizione è difficile, ben venga rendere loro più semplici le cose.
Io non condivido molto: non mi disturba mangiare una cotoletta o una salsiccia vegetale, non immagino nemmeno un'altra forma in cui si potrebbero presentare; diciamo che è questione di design applicato alla vita pratica. Però non condivido il pensiero che questi debbano per forza imitare la carne. Altrimenti, dov'è il cambiamento? Dov'è la novità, dov'è il nuovo approccio al rispetto per la vita animale? Addirittura ora sono arrivate le macellerie vegane. Una di cui ho notizia, in Puglia, in realtà è una vera macelleria che poi offre anche preparati con ingredienti vegetali. Altre sono semplicemente negozi di alimenti vegetali allestiti a mo' di macelleria, con le fettine, gli insaccati e i polpettoni di verdure, ecc. A me non piace il concept: mi mette tristezza il pensiero di macellare, anche se sono verdure. Invece vorrei abolire proprio l'idea che possa esistere un comportamento violento, vorrei proprio si potesse abolire il termine "macellare" dal vocabolario. Credo che le basi di un mondo nuovo si gettino anche per mezzo delle parole. Dovremmo imparare ad avere più attenzione alle parole che usiamo, a parlare meno veementemente, ad esprimere concetti gentili piuttosto che a riciclare le vecchie idee del mondo in chiave vegana.
Oggi si parla molto di postumanesimo. Questo termine mi lascia perplessa, perché cosa significa andare dopo l'umano? Se significa abolire l'umanità, no, grazie. Credo anzi bisognerebbe recuperare un bel po' di umanità.
Vabè, come volevasi dimostrare, scusatemi, sono finita di nuovo a fare filosofia. Però vi assicuro: nel nostro menu non mancano nemmeno le lasagne. Provare per credere.
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