IL MATTINO
Le nuvole parlanti
14.11.2021 - 11:46
Numerosi anche i lavori non disneyani tra i quali "Padre Pio", "San Nicola a Fumetti", "Melo da bari e il mantello delle stelle" e "Gino e l'inquinamento acustico" e, soprattutto, “Matteo contro lo specchio autistico” (dedicato al figlio), una grafhic novel che tramite il fumetto racconta con sensibilità e dolcezza le problematiche legate a questa patologia.
Giuseppe Sansone, classe 1960, originario di Trani ma da anni residente a Bari, è uno dei fumettisti più particolari degli ultimi anni. Appassionato di fumetti sin da piccolo, sceglie di studiare all'Accademia Pino Pascali di Bari, ma la sua formazione come disegnatore avviene definitivamente con l'Accademia Disney. Dal 1999 lavora per la testata Topolino, realizzando sia come disegnatore che come sceneggiatore lavori che riflettono temi sociali e storici come il prode Lancicciotto, "Archimede Preistorico".
Numerosi anche i lavori non disneyani tra i quali "Padre Pio", "San Nicola a Fumetti", "Melo da bari e il mantello delle stelle" e "Gino e l'inquinamento acustico" e, soprattutto, “Matteo contro lo specchio autistico” (dedicato al figlio), una grafhic novel che tramite il fumetto racconta con sensibilità e dolcezza le problematiche legate a questa patologia. Ultimamente l'autore è stato in Polonia per presentare il libro dedicato a Matteo e del quale uscirà a breve una versione in lingua polacca.
Quello che colpisce di Sansone è il suo essere uomo prima che artista, nel suo lavoro trasmette le sue emozioni, si mette a nudo, racconta le sue paure di padre e le sue speranze, ma anche che "i bambini sono tutti uguali specie quando sognano… ogni difficoltà viene superata e loro ne escono vincitori". Attualmente è in stand by con la Disney, ma speriamo riprenda al più presto a disegnare con la sua bravura qualche nuova storia, magari con la strega Amelia o Macchia Nera, chissà che non li faccia diventare più buoni!
Giuseppe tu oltre ad essere da anni tra i più apprezzati disegnatori della Disney, sei ormai anche autore di graphic novel, nelle quali tratti anche temi complicati e legati alla disabilità. Ci vuoi dire che novità hai?
A dicembre presenterò un nuovo libro, anche in questo si parla di disabilità “Fuga da Diversilandia”, il fumetto può essere un ottimo mezzo per parlare anche di queste problematiche. E’ una graphic con una storia particolare, nella quale si incontrano fumetto e mondo reale. Ci sono questi personaggi che stanno affrontando un viaggio e tutt’a un tratto si trovano rapiti e portati in questo mondo fantastico, surreale, dove incontrano Matteo, il protagonista, che è un ragazzo di 18 anni. Questo è un libro legato all' Associazione “Stradafacendo”, della quale sono socio,ed è stato realizzato grazie ad un' idea nata spontaneamente come il primo libro. Con questa pubblicazione, che ha sede a Bari, e di cui è Presidente Walter Albrizio, ci piacerebbe raccogliere fondi per l’Associazione. Nella fase finale del libro ci sono anche io sono protagonista con altri due miei amici, all’inizio proviamo paura per questi personaggi bizzarri, tra i quali ne ho infilato qualcuno anche ispirato a personaggi famosi del fumetto degli anni passati, tentiamo di fuggire da questo posto strano e alla fine riusciamo a tornare indietro. Adesso però meglio non anticipare altro altrimenti spoilero il finale!
Un messaggio importante questo che cerchi di veicolare con i tuoi libri, so che parte dalla tua esperienza personale, Matteo il protagonista è anche il nome di tuo figlio. Cosa vorresti comprendesse bene chi legge i tuoi libri?
Vorrei si comprendesse soprattutto che, aldilà del fatto che tutti in noi “normotipici” c’è titubanza sulla disabilità, ci vuole maggiore sensibilità e voglia di integrazione. Spesso i ragazzi disabili non hanno amici se non quelli che ruotano intorno alle associazioni o alla parrocchia, ma così non va bene, i ragazzi “diversi” devono integrarsi con tutti.
Come e quando ti sei avvicinato al mondo dei fumetti? Eri un lettore già da piccolo?
Ricordo tra i periodi più belli gli anni 60/70, lì ho iniziato a toccare da vicino il fumetto, adesso sono diventato un collezionista di Topolini vecchi, li trovo molto belli e mi piace l’odore particolare che ha la loro carta. Tra i miei primi fumetti c’erano anche personaggi tipo Tiramolla, Beppe, Cucciolo, poi mi sono avvicinato ai Disney e da più grande inevitabilmente ho avuto la svolta verso Tex, anzi di più verso Zagor. Il fumetto lo leggono tutti, una volta che ti nasce la passione te la porti tutta la vita. Quando ci siamo trasferiti a Bari ho scoperto Jacovitti,mi piaceva molto, poi ovviamente mi sono riavvicinato al mondo Disney.
Come sei entrato alla Disney? Che percorso professionale hai avuto?
Mi sono avvicinato alla Disney verso la fine degli anni 80, prima lavoravo presso un altro editore. Grazie a Giovan Battista Carpi, uno dei massimi autori italiani, che si è da subito interessato a me, ho fatto l’Accademia Disney. Ultimamente devo dire che sono alcuni anni che ho staccato con il gigante Disney, ma ho in progetto altre storie da proporre alla redazione.
Mi piacerebbe se ci parlassi di Carpi. Hai avuto la fortuna di conoscere e studiare con un grande maestro del fumetto. E’ stato autore non soltanto legato alla Disney, ma ha ideato personaggi storici come il già citato Geppo, Nonna Abelarda, ha creato uno stile a cui molti autori si sono ispirati. Com’era il carattere di questo grande autore?
Era un uomo piccolo di statura, di lui ricordo che aveva la classica schiena incurvata da disegnatore, era un grande lavoratore, ma anche una persona molto modesta che ti metteva subito a tuo agio. Gli dava fastidio essere chiamato “maestro”, ma era un maestro! Trattava noi allievi in maniera amichevole, ma ci consigliarono subito di non metterci a fare moine appunto perché Carpi le detestava, lui voleva un rapporto normale- Stessa cosa per Cavazzano, altro pilastro della Disney, all'inizio lo vedevo severo, molto professionale, poi un giorno ci invitò a Venezia a passare una serata con lui al ristorante e fu una bellissima esperienza. Anni fa fu ospite del BGeek di Bari.
Quali sono stati i tuoi idoli?
Ne ho avuti parecchi, Jacovitti, ad esempio, poi molti li ho conosciuti dopo, cito Romano Scarpa, da lui ho imparato tante cose sullo stile e l’inquadratura dei fondali, Scala, De Vita, poi Magnus, anche Andrea Pazienza mi incuriosiva molto, volevo capire come aveva sviluppato il fumetto. Non ti nascondo che da adolescente e anche in età matura, ho avuto l’attitudine a fare il cantautore. Adesso mi è più difficile, ma all’epoca riuscivo tranquillamente tanto che ho conquistato mia moglie con una cassetta dove cantavo e suonavo, ultimamente ho ripreso a suonare la chitarra. Sono amante di Adriano Celentano, come persona e come cantante, lo percepisco personaggio non distaccato, ma simile. Ritornando ai comics, nel fumetto un periodo mi piaceva molto disegnare Alan ford, poi Jacovitti, un tratto schema a matita e poi rapido molto sottile come fanno tutti i fumettisti, tratto tutto lavorato pieno di dìsegni grafici fatti da lui.
Parlando di personaggi Disney ti trovi più compatibile con Topolino o con Paperino?
Dipende, da come sto in quel momento…Paperino è uno che vuole fare, nonostante dicano che è pigro, di Topolino mi piace anche il lato noir. Un periodo veniva pubblicata una collana di storie noir con Topolino sceneggiate da Tito Faraci che era fatta molto bene.
Esistono in rete dei tutorial per disegnare sia il Topo che il nostro papero preferito, ma dicci in verità quali sono le difficoltà grafiche nel realizzare le storie Disney? Avete uno schema definito su come impostare la pagina tipo numero e disposizione delle tavole?
Piuttosto che utilizzare i tutorial che sono comunque utili e di aiuto, consiglierei ai ragazzi che si avvicinano al mondo dei fumetti, di frequentare questo ambiente, accademie specifiche, rifarsi al proprio disegnatore preferito e seguire il suo stile, cercando di rubare (in senso artistico) tutta la sua tecnica.
Ormai sei anche autore oltre che disegnatore delle tue storie, ma in genere come ti rapporti con lo sceneggiatore?
Ultimamente, come direbbe Checco Zalone, io mi sceneggio, mi disegno da solo, ma a parte gli scherzi, con lo sceneggiatore quando capita, cerco di avere un rapporto di interfacciamento, per interpretare al meglio la storia, e non rischiare così di tradire le sue aspettative.
Qual è il personaggio che non hai mai fatto e ti sarebbe piaciuto realizzare?
I personaggi Disney che non ho mai utilizzato in pubblicazioni, sono ancora molti, mi piacerebbe disegnare una storia con Macchia Nera, o Paperinik, ma anche la strega Amelia non mi dispiacerebbe.
So che di recente sei stato in Polonia per presentare il tuo libro, come è stata questa tua esperienza?
Sono stato a Cracovia alla fine del mese scorso, devo dire che l'esperienza è andata a buon fine. Ero stato chiamato qualche mese fa da Krystyna Mydlarz, della libreria Italicus mese, aveva ricevuto "Matteo contro lo spettro autistico", la mia graphic novel sull'autismo, tramite un suo amico, Emanuele Abbaticchio, che vive in Italia. Mi hanno intervistato e mi è stato prospettata l'idea di tradurre il libro in lingua polacca, che , ti anticipo, sarà pubblicato a breve. Conto di tornare in Polonia per presentare il mio nuovo libro "Fuga da Diversilandia", realizzato per l'associazione di cui fa parte mio figlio, "Stradafacendo" con sede a Bari e di cui è Presidente Walter Albrizio. Nuove collaborazioni presto nasceranno anche con la Farma Zycia, fondazione che ha sede a Cracovia e che si occupa di ospitare a vita persone adulte affette dalla sindrome di autismo, dove lavorano i campi, producono vari lavoretti e vivono in comunità.
edizione digitale
Il Mattino di foggia