IL MATTINO
AntichiRitorni
07.10.2018 - 00:32
Filemone e Bauci accolgono Zeus ed Hermes
C’era un tempo in cui agli dèi piaceva fare visita ai mortali sotto mentite spoglie, per sondare la lealtà, la bontà e la dignità degli uomini (theoxenia). Insomma, davanti alle divinità siamo tutti buoni ma se le incontrassimo senza sapere chi sono? Nel cristianesimo abbiamo certamente l’exemplum per antonomasia: Dio fatto uomo viene sulla terra ma viene crocifisso (!). Il motivo della theoxenia, tuttavia, è caro a molte culture e si narra che un giorno Zeus, accompagnato da Ermes, si finse un povero viaggiatore in cerca di ospitalità in Frigia. Attraversando la regione «bussarono a mille porte, cercando un luogo per riposare, e mille porte si chiusero», riferisce il poeta Ovidio (in “Metamorfosi” VIII); solo una misera casetta offrì loro ospitalità. Qui vi abitava Filemone insieme a sua moglie Bauci, ormai anziani e stremati dalla povertà, ma pronti a condividere il poco che avevano con gli ospiti in cerca di riparo. Anzi, i due vecchietti si privano delle poche vivande per far sentire a loro agio i viaggiatori e quasi si vergognano di non poter offrire di più. Ad un certo punto però, versando il vino «vedono che il cratere, più volte vuotato, si riempie da sé, e da sé il vino ricresce!», così che i due comprendono che gli stranieri che hanno di fronte hanno qualcosa di ‘divino’. Ecco, allora, che Zeus ed Ermes si ‘svelano’; il re dell’Olimpo decreta che le città della Frigia siano rase al suolo da un diluvio per la loro tracotanza, ma, per ringraziare i due vecchietti del loro fulgido esempio di altruismo e bontà d’animo, il padre degli dèi fa sì che solo la loro casa sia immune dalle acque, poi trasforma la umile dimora in un tempio, infine chiede a Filemone e Bauci se hanno un desiderio che lui possa realizzare, e così risponde il vecchio: «Chiediamo di essere sacerdoti e guardiani del vostro tempio, e poiché siamo vissuti d’accordo tanti anni, ci porti via la stessa ora: non voglio vedere la tomba di mia moglie e neanche essere sepolto da lei». Fu così che Zeus esaudì il loro desiderio e fece sì che i due vissero in armonia ciò che restava dei loro anni, per poi, una volta sfiniti dalla vecchiaia, trasformarsi contemporaneamente in una quercia (Filemone) e in un tiglio (Bauci) uniti nel tronco e per sempre insieme.
Al di là dell’esempio di philoxenia (= amore/bontà verso lo straniero) che l’episodio reca in sé e del ‘premio’ divino per il comportamento virtuoso, la vicenda a me ricorda tanto (fin troppo!) un’altra, contenuta in Genesi 19, 1-26. Si tratta dell’episodio in cui due angeli del Signore, travestiti da mortali, cercano ospitalità presso gli abitanti di Sodoma, ma riscontrano un comportamento empio da parte di tutti, eccetto che in casa di Lot, uomo onesto e nipote di Abramo, che li ospita e li rifocilla. Anche in questo caso, i due viaggiatori divini si manifestano e annunciano una durissima punizione per il resto degli abitanti ma anche di salvare colui che li ha ospitati e la sua famiglia. Chi ha copiato chi? Forse nessuno. Si tratta, molto probabilmente, di miti antichissimi che circolavano tra i popoli dell’area mediterranea, che successivamente sono stati rielaborati in maniera personale (ma assai simile) dalle diverse culture.
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