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La sintomatologia del malato... d'amore

Quando il morbo dall'animo si trasferisce al corpo. Il caso di Antioco, figlio di Seleuco I

La sintomatologia del malato... d'amore

J.L. David, Antiochus e Stratonice

Dato che nei blog precedenti si è parlato abbastanza di matrigne che 'insidiano' i propri figliastri, per par condicio, va detto che ci sono anche casi nel mito in cui è il figliastro ad innamorarsi della noverca (così la chiamavano i latini) e mi piace ricordare un episodio (secondo alcuni storico) che ho già avuto modo di trattare qualche anno fa sempre per questo blog domenicale: si tratta della storia di Antioco e Stratonice; un mirabile exemplum di sintomatologia amorosa, o meglio di 'mal d'amore'. Sin dall’antichità, illustri medici avevano riconosciuto e catalogato i sintomi di questa ‘malattia’: secondo Paolo d’Egina (autore del “De re medica”) caratteristica peculiare degli innamorati è il cambiamento del battito cardiaco quando si trovano accanto alla persona amata o possono anche solo sentirne la voce; anche Avicenna (famoso esponente della medicina greco-araba) definiva la malattia d’amore come qualcosa di simile alla malinconia, che colpisce il corpo e l’anima e che ha sintomi ben precisi, come la respirazione irregolare, l’attitudine a ridere e a piangere a seconda dei pensieri felici o tristi che riguardano la persona amata. Ebbene, benché si tratti di una malattia dell’animo, il mal d’amore finisce per attaccare a lungo andare anche il corpo, fino a condurre in taluni casi alla morte. È il caso di quanto accadde, appunto, ad Antioco di Siria, innamoratosi perdutamente della matrigna Stratonice. La bella e giovane fanciulla era da poco divenuta sposa di Seleuco I, uno degli epigoni e generali di Alessandro Magno, alla cui morte diede vita alla dinastia dei ‘Seleucidi’; in seguito al matrimonio, il figlio Antioco si ammalò e a nulla valsero le innumerevoli cure somministrate dai medici. Raccontano Plutarco e Valerio Massimo (tra le fonti principali) che solo un medico (Erasistrato o, secondo altri, Filippo) riuscì a capire quale fosse il vero ‘morbo’ che dilaniava il giovane e cercò poi di rivelarlo al padre con un abile stratagemma. Orbene, indizio rivelatore fu proprio il battito del polso che, ogni volta che la matrigna Stratonice entrava per far visita all’ammalato, aumentava a dismisura, in più, anche il colorito e l’espressione del volto del ragazzo, così come il tono di voce, mutavano. Verificando questa cosa più volte, l’abile medico rivelò a Seleuco che suo figlio era affetto da ‘mal d’amore’ che certamente lo avrebbe condotto alla morte; alla domanda del re su chi fosse la donna oggetto del desiderio, il medico disse che si trattava della propria moglie. A questo punto, Seleuco lo invitò a rinunciare alla sua sposa esattamente come avrebbe fatto egli stesso se Antioco si fosse innamorato di Stratonice; solo allora gli fu rivelato che effettivamente si trattava proprio della sua bella e giovane moglie e il re non esitò un attimo a cederla al figlio Antioco. C'è una sola questione che rimane aperta in questo episodio di pietas paterna: ma Stratonice era d'accordo? La volontà della donna non viene neanche tenuta in considerazione, come se fosse soltanto un oggetto del desiderio da trasferire da un padrone all'altro (sic!). Si narra che l'episodio potrebbe risalire al 293 a.C. ma i 'sintomi' non sono cambiati… il mio augurio è di una imminente guarigione a tutti i lettori affetti da questo fatale ‘morbo’.

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Alba Subrizio

Alba Subrizio

«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

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