IL MATTINO
AntichiRitorni
03.04.2016 - 01:38
Lilith e Lamia
Non è un caso che nella tradizione ebraica più antica Lilith sia il nome della prima moglie di Adamo (prima della stessa Eva). A parlarci di questa donna sono numerosi testi ebraici: dallo Zohar (il più importante tra quelli della tradizione cabalistica) al Talmud, ai manoscritti di Qumran. D'altronde, secondo gli antichi commentatori del Pentateuco, già nelle Genesi vi sono dei passi che lasciano supporre la presenza di una donna prima di Eva
Il mito racconta che un tempo abitava in Libia una bellissima giovane regina, amata da Zeus. Il suo nome era Lamia, molto probabilmente figlia di Poseidone. Il padre degli dèi amò moltissimo la regina, dalla quale ebbe una numerosa prole, ma quando la legittima consorte, Hera, scoprì l’adulterio, si vendicò in modo terribile, uccidendo tutti i figli di Lamia (pare si salvarono solo Scilla e Sibilla). Stando a quanto raccontano lo scoliaste ad Aristofane e Diodoro Siculo, la donna per il dolore impazzì (secondo alcune versioni fu Hera a farla impazzire) e cominciò ad aggirarsi di notte, uccidendo e divorando i bambini delle altre donne, succhiando loro il sangue. Il commediografo greco Aristofane riferisce che la probabile etimologia del nome, sarebbe da ricondurre a λαιμός (laimos), ossia “esofago”, alludendo all’abitudine della creatura di divorare (e probabilmente ingoiare interi) i piccoli che rapiva. Tuttavia, Hera non si era limitata a fare strage della prole di Lamia ma l’aveva anche maledetta, condannandola a non poter mai chiudere gli occhi; sennonché Zeus, mosso a pietà, le concesse di potersi togliere e rimettere gli occhi nelle orbite a suo piacimento, per poter riposare. Così che, quando Lamia ‘deponeva’ gli occhi (solitamente di giorno), non c’era da temere, ma di notte, quando era sveglia, vagava alla ricerca di bambini per saziare il suo bisogno di sangue. Secondo altre versioni del mito, tra le sue prede vi erano anche molti giovani, che seduceva abilmente, per poi morderli e farli morire dissanguati. Il mito di Lamia era spesso utilizzato dalla madri greche e romane per intimorire i loro bambini, affinché non si allontanassero da soli; un po’ come oggi “l’uomo nero” e spauracchi simili. L’esempio più lampante lo troviamo nelle “Metamorfosi” di Apuleio (II sec. d.C.) dove nottetempo un giovane è vittima di due streghe mentre dorme: una gli immerge sino all'elsa una spada nel collo e raccoglie il sangue che sgorga dallo squarcio in un otre; l'altra tampona la ferita pronunciando delle parole magiche. La mattina dopo sul collo non si vede traccia alcuna di ferita ed egli dice solamente d'aver sognato che lo sgozzavano. L'azione di queste “lamiae” si maschera, allora, da visione onirica, salvo poi rivelarsi egualmente letale: il giovane non sopravvivrà che poche ore. A conti fatti, il personaggio di Lamia fa pensare ad una sorta di vampirismo ‘ante litteram’; si badi, infatti, che ci troviamo dinanzi ad una creatura che si nutre di sangue, che si aggira per lo più di notte, che seduce le sue vittime, inoltre, si racconta che - a causa di questo ‘modus vivendi’ - la sua bellezza originaria si corruppe, trasformandola in un essere di orribile aspetto, capace di mutare forma e apparire attraente per sedurre gli uomini. Tutte caratteristiche che sono prerogative delle figure dei vampiri dall’età medievale a quella moderna. Difatti, Lamia fu dapprima associata alla Empusa (semidivinità figlia/seguace di Ecate, la dea degli inferi), successivamente, nel Medioevo, divenne sinonimo di ‘strega’, mentre nella tradizione della Cappadocia si crede che fu la prima sacerdotessa del culto di Lilith (che nella religione mesopotamica era il demone femminile della tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte). Non è un caso che nella tradizione ebraica più antica Lilith sia il nome della prima moglie di Adamo (prima della stessa Eva), ripudiata e cacciata via (divenuta seguace di Lucifero), e temuta nell’immaginario collettivo come demone notturno capace di portare danno ai bambini. A parlarci di questa donna sono numerosi testi ebraici: dallo Zohar (il più importante tra quelli della tradizione cabalistica) al Talmud, ai manoscritti di Qumran. D'altronde, secondo gli antichi commentatori del Pentateuco, già nelle Genesi vi sono dei passi che lasciano supporre la presenza di una donna prima di Eva: ad es. in Gen. 1,27 si legge: «Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò», quindi la donna e l’uomo sono stati creati assieme, ma poi abbiamo una ‘apparente’ contraddizione in Gen. 2,22 dove si dice che la donna venne creata successivamente dalla costola dell’uomo; stando a queste interpretazioni, insieme ad Adamo fu creata Lilith che però non fu ‘gradita’, per cui viene creata Eva. Nella nostra edizione attuale della Bibbia la parola “lilith” è presente in Isaia 34,14 ma nella versione della CEI (Conferenza episcopale italiana) viene tradotta con ‘civetta’, che era un animale (insieme al serpente) associato a questo demone. Orbene, lungi da me, addentrarmi oltre in questioni di filologia ed esegesi veterotestamentaria, quello che mi preme sottolineare è che molte delle caratteristiche di Lilith sono poi quelle attribuite anche a Lamia, ovvero ci sono figure simili in culture diverse (quella ebraico-mesopotamica e quella greco-latina) che prevedono una donna-vampiro. E voi, avete paura delle ‘vampire’?
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