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Pensieri dell'altrove

Ritrovarsi nell'incedere sospeso delle cose senza tempo

Ritrovarsi nell'incedere sospeso delle cose senza tempo

Accucciarsi in un ricordo, in una musica, in un odore. Accucciarsi e farsi neonati, senza usare le parole, le gambe, il ragionamento. Affidarsi al sogno, o ad una idea e pensare ad un vestito, ad un paio di occhiali. Non farsi male, forse non farsi bene, fare il niente. Pensarsi, come una foglia d'autunno, come un'increspatura del mare, come l'abbaiare di un cane. Cioè come cose che vanno da sole, senza spinte né azioni, senza sentimenti, senza passioni. Guardare i vetri della propria vita e non vedere la goccia di pioggia rimasta appiccicata, la polvere, l'aria sporca. Guardare il tempo attraverso le mani che invecchiano, attraverso gli occhi che si asciugano, i capelli che si imbiancano. E, stranamente o incredibilmente, ritroverai tua madre. Il tuo cammino, la tua storia, il tuo divenire. Ritroverai un po' di te. Forse.

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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