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LUPO ALBERTO

Nocera, il napoletano che fece grande Foggia

Cosimo Vittorio Nocera

Cosimo Vittorio Nocera

Vittorio Cosimo Nocera non era stato un calciatore del Foggia, lui era il Foggia. Aveva contribuito da protagonista a far conoscere questa squadra e questa città in tutta Italia, aveva dato ai propri tifosi soddisfazioni inimmaginabili per quei tempi, quando le grandi squadre erano grandi e quando le cosiddette provinciali potevano svolgere solo un ruolo di comparsa: Nocera e il Foggia del comm. Rosa Rosa sovvertirono questa regola e riuscirono a dare sonore batoste anche a chi si impettiva per il blasone.
Quel Foggia era abituato a giocare bene, spavaldamente, ma tutti aspettavano che arrivasse la palla a Nocera perché era lui che sapeva finalizzare il gioco organizzato dall’allenatore Pugliese: “Dalla a Nocera, dalla a Nocera che mène a faiòle” questo era l’incitamento del pubblico rossonero e lui non tradiva, in campo era spietato sino a suscitare l’interesse dei giornalisti che coniarono per lui il termine “bomber” mentre il selezionatore della nazionale lo volle provare in un’amichevole e, come al solito, lui non tradì e anche con la maglia azzurra fece gonfiare la rete.
Era di Secondigliano ma a Foggia aveva trovato la popolarità e l’affetto della gente e forse per quello decise di rimanere in città anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo: continuò comunque a insegnare il gioco del calcio ai ragazzi, continuò ad aiutare la squadra del cuore, quella che gli aveva regalato le gioie che solo un pallone sa regalare.
Anche da adulto era rimasto quel ragazzo timido e schivo e si fermava con tutti, dispensava consigli a chi glieli chiedesse ma soprattutto non disdegnava di raccontare le sue imprese, i suoi gol, la sua doppietta all’Inter in una vittoria che resta e resterà la più importante nella storia ultra noventennale del Foggia.
Non sono gli almanacchi a parlare di Nocera, non verrà ricordato solo per i gol messi a segno con la maglia rossonera: di lui parlerà la gente, i comuni tifosi, quelli che lo riconoscevano per strada e lo fermavano ricordando le sue “faiòle”
I grandi sono ricordati non per quello che hanno fatto per sé, ma per quello che hanno saputo donare agli altri e Nocera seppe donare le emozioni e i sogni ad una città che stava riemergendo e che si ritrovava protagonista.
Oggi Foggia e il Foggia avranno perso una risorsa, avranno perso il bomber ma soprattutto piangeranno una persona per bene che sapeva essere vicino a tutti anche e solo con una pacca sulla spalla.

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Commenti all'articolo

  • leonardo.codirenzi

    29 Novembre 2012 - 09:38

    era un grande uomo, prima di essere un grande atleta. porgete le condoglianze alla famiglia

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Alberto Mangano

Alberto Mangano

Alberto Mangano, nato nel 1962, è laureato in Scienze Biologiche e svolge la professione di informatore scientifico. Appassionato di storia locale da sempre, ha realizzato il sito www.manganofoggia.it sulla storia, gli aneddoti e le curiosità sulla città di Foggia molto visitato e apprezzato in tutto il mondo. Tifoso del calcio foggiano, per cui ha maturato anche un'esperienza nel settore giovanile, partecipa a diverse trasmissioni televisive sportive come opinionista. Nel 2010 ha pubblicato per "Edizioni il Castello" il libro "Io non sono fuggito da Foggia", che ha riscosso un grosso successo, ben oltre le più rosee aspettative. Sempre per Edizioni il Castello, ha poi pubblicato "Da grande farò il sindaco di Foggia" (2011) e, nell'ottobre 2012, "I mille anni di Foggia"

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