Cerca

Controverso

Io non ci sto

Non voglio una guerra contro i musulmani, l'Islam, non voglio che il mondo esploda perché c'è chi conosce solo l'odio e non riconosce più il profumo della vita

Io non ci sto

È successa una cosa strana venerdì sera. Nel mio ufficio, in bella vista sulla libreria, ho "Charlie", incorniciato, così per proteggerlo. La memoria deve essere tutelata. Sono maldestra. Innaffio le piante, cade dell'acqua. Si insinua nella cornice. Devo andar via. Mi rendo conto del danno. Soluzione? Asciugare e poi rigirare il "quadretto", non più in verticale, ma in orizzontale, per farlo asciugare. C'è chi se ne accorge. Niente, rispondo, lo troverò come prima. No, non succederà. Non sono stata capace di proteggere quella memoria, almeno nel suo aspetto fisico, quel dolore immenso. Crozza mi distrae, non mi ci fa più pensare, ma è proprio quando parte la sigla dell'edizione straordinaria ed appare Mentana che racconta di tanti morti, ancora a Parigi, che quella copertina di giornale, quella del Profeta (ed uso la maiuscola, non so perché) con il viso rigato da una lacrima, si materializza, di nuovo. Sgualcita.

Resto incollata alla TV, zapping compulsivo, le poche immagini trasmesse, il timore di affermare che, si, si tratta ancora di "loro", anche se tutto lo lascia intendere, lo stadio, gli ostaggi. Non aggiungo altro. Basta guardare i Tg, leggere le prime pagine dei giornali (alcune proprio no, quelle inneggianti all'odio religioso). Ma 8 ragazzi "kamikaze" che si lasciano esplodere, rinunciando al profumo della vita, ed ogni vita ha un profumo unico, irripetibile, non hanno un perché, penso a loro. Dico a me stessa che non li capisco, non voglio capirli, dico che un'occasione l'hanno avuta e l'hanno sprecata, penso alle loro madri, a quel dolore immenso che sono obbligate a vivere. Penso al valore della vita, penso a quelle parole "liberté, egalité, fraternité" che sono le parole della Francia rivoluzionaria ma che sono mie, da europea, italiana, meridionale, pugliese, foggiana. E ripenso a quella che per me è una bestemmia "Allah è grande" se usata imbracciando un kalashnikov e sparando all'impazzata ad altezza d'uomo, lanciando granate, lasciandosi esplodere. La mia religione, premesso che ce l'abbia, che sia una testimone, non è la vostra, quella dei musulmani, ma questo che vuol dire? Io non imbraccio kalashnikov, non sparo urlando "Dio e' grande", non dichiaro guerra agli "infedeli", non mi nascondo dietro parole senza alcun senso, non capisco la sharia (come la intendono loro) non capisco le decapitazioni, le crocifissioni, i massacri dei bambini, le lapidazioni. 

"Questo non è umano", dice Papa Francesco. Chi può dargli torto! Già non lo è. Ed io non ci sto, non voglio una guerra contro i musulmani, l'Islam, non voglio che il mondo esploda perché c'è chi conosce solo l'odio e non riconosce più il profumo della vita. Vorrei che gli stessi musulmani emarginassero i folli senza scrupoli, gli assassini. Su FB sono bellissimi quei bambini con i cartelloni "Gaza è solidale con Parigi", l'hashtag "not in my name" che traccia il solco tra quei ragazzi che uccidono a freddo altri ragazzi e chi, soprattutto donne, dice "no", non condivido, non sei autorizzato a farlo in mio nome. Io sto con i bambini di Gaza, sto con chi non vuole e non usa armi, sto con chi crede, fortemente crede, nei valori della libertà, della fratellanza, dell'uguaglianza.

Non ci rinuncio e non lo farò mai. E non voglio pensare alle minacce "la prossima sarà l'Italia". Oggi c'è la marsigliese.

Allons enfants de la Patrie,

Le jour de gloire est arrivé!

Contre nous de la tyrannie,

L’étendard sanglant est levé!

L’étendard sanglant est levé!

Entendez-vous dans les campagnes

Mugir ces féroces soldats?

Ils viennent jusque dans nos bras

Egorger nos fils et nos compa

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione