IL MATTINO
AntichiRitorni
04.10.2015 - 01:18
Era e Zeus
Il commediografo Aristofane (V sec. a.C.) addirittura impianta tutta la trama di una commedia, la “Lysistrata”, sullo sciopero del sesso da parte delle donne ateniesi per convincere i loro uomini a porre fine alla guerra
Se è vero che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, ciò valeva anche sull’Olimpo, dove dietro il grande Zeus c’erano spesso i voleri o i capricci della consorte Era. Stando ai vari miti, era cosa risaputa che il padre degli dèi non era certo il più fedele dei mariti (tutt’altro!), al punto che fare l’elenco dei suoi amori o delle sue ‘avventure’ con dee, ninfe e donne mortali non è cosa facile né breve; tuttavia quando Era si metteva d’impegno non c’era donna o dea che potesse rivaleggiare con lei nell’arte della seduzione, tanto da riuscire a ‘piegare’ anche il potente Zeus. Che gli uomini si facciano irretire e soggiogare dal fascino muliebre, diventando completamente privi di senno dinanzi ad una donna che ‘sa come prenderli’ è storia antica, tanto che il primo esempio di una donna che utilizza la seduzione e il sesso per ingannare il suo uomo è nell’opera letteraria più antica giunta fino a noi: l’“Iliade”. Ci troviamo nel XIV libro: la guerra volge a favore dei Troiani ma la regina degli dèi (che parteggia per gli Achei) non può restare inerte, per cui decide di raggiungere Zeus sul monte Ida, dove il dio ‘pilotava’ le sorti della guerra, e di ‘distrarlo’ (se così si può dire) dai campi di battaglia, per passare ad altri campi e ad altre tipologie di combattimenti. Per far ciò Era deve ricorrere a tutte le ‘armi’ a sua disposizione: innanzitutto il profumo, «un profumo talmente soave che l’odore si spandeva sia in cielo che in terra», vesti di ambrosia, perle e, soprattutto, la «cintura, ricamata e variopinta [appartenente ad Afrodite], dov'erano racchiusi tutti gli incanti; vi erano amore, desiderio, dolci parole e la seduzione che rapisce la mente dell'uomo più saggio». Come Zeus la vide fu invaso da una irrefrenabile passione: «la vide e l’amore gli riempì il cuore, come quando, di nascosto dai genitori, entrarono nel medesimo letto e per la prima volta si unirono» e così i due si coricano, avvolti da una nuvola dorata. L’episodio qui descritto è noto come “Diós apáte” (ossia in greco “la seduzione di Zeus”) ed era talmente famoso nella letteratura greca che da Omero in poi chiunque avesse voluto scrivere di donne che seducono i loro uomini ‘trafugava’ dall’Iliade stilemi e cliché. È il caso del commediografo Aristofane (V sec. a.C.) che addirittura impianta tutta la trama di una commedia, la “Lysistrata”, sullo sciopero del sesso da parte delle donne ateniesi per convincere i loro uomini a porre fine alla guerra; ne risulta che i poveri uomini non possono vivere senza questa piacevole ‘droga’, per cui alla fine, sfiniti, acconsentono. «Sta a te cuocerlo per benino, raggirarlo, sedurlo, dirgli di sì e di no, e concedergli tutto, salvo quello che abbiamo giurato», così la protagonista Lisistrata (nome parlante che vuol dire “colei che scioglie gli eserciti”) raccomanda all’amica Mirrine (“piccolo mirto” pianta sacra a Venere) di far ‘rosolare’ il marito ma di non concedergli nulla, proprio per accrescere ancor di più in lui il desiderio. Cosa ne pensate? Tutt’oggi sono ancora le donne a ‘raggirare’ i maschietti?
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