Cerca

AntichiRitorni

Le donne? Un ‘danno’ per ogni palato. Ecco quali erano i vari ‘tipi’ per i Greci

Gli antichi Greci non avevano una concezione molto lusinghiera dell’essere femminile, al punto che attribuivano alla donna l’origine di ogni male diffuso sulla terra.

Le donne? Un ‘danno’ per ogni palato. Ecco quali erano i vari ‘tipi’ per i Greci

A detta di Semonide, non solo «Zeus massimo fra i mali fece ciò, le donne» ma anche «diversa il dio fece l’indole della donna», vediamo dunque quali sono le varie tipologie.

Creatura angelicata? Oggetto di desiderio? Compagna di vita? Qual era la concezione che gli antichi avevano della donna? A dir il vero, per chi ricorda il nostro articolo “Pandora, quando la curiosità è femmina (ed anche un po' pericolosa)”, già gli antichi Greci non avevano una concezione molto lusinghiera dell’essere femminile, al punto che attribuivano alla donna l’origine di ogni male diffuso sulla terra. È innegabile, pertanto, che la misoginia sia una costante nella letteratura greca: dall’epica (si pensi alla guerra di Troia scatenata a causa di Elena) alla tragedia (personaggi che provocano catastrofi sono spesso donne: Medea, Fedra, Niobe etc), alla lirica. In particolar modo, un tipo di poesia mordace e aggressiva era quella giambica (dal verbo greco “iáptein” = colpire) ed è proprio in quest’ambito che troviamo quella che è la più lunga e famosa invettiva contro le donne, sotto forma di un vero e proprio catalogo, redatto dal poeta Semonide di Amorgo vissuto tra il VII e il VI sec. a.C., che è nota anche come “giambo contro le donne” (ossia il fr. 7 West), che in 118 versi condensa tutte le varie ‘tipologie’ di donne paragonandole ad animali, quasi in una sorta di manuale di ‘zoologia femminile’. A detta di Semonide, non solo «Zeus massimo fra i mali fece ciò, le donne» ma anche «diversa il dio fece l’indole della donna», vediamo dunque quali sono le varie tipologie: una la fece dalla SCROFA, tutto nella sua casa è sudicio e lei, senza lavarsi, nel letame siede e ingrassa; un’altra la fece dalla VOLPE maligna; un’altra dalla CAGNA, malvagia tutta sua madre, tutto vuole sentire e sapere, tutto perlustra; un’altra gli dèi la plasmarono dalla TERRA e la diedero all’uomo malfatta, né del male né del bene ha idea questa donna; un’altra la crearono dal MARE, ma questa ha due indoli diverse: un giorno sorride amabile, un altro non si può sopportare; un’altra la crearono dall’ASINA, abituata alle botte, con le minacce si rassegna a tutto; un’altra ancora dalla DONNOLA, in lei nulla è bello né amabile «riduce alla nausea l’uomo che la… ‘naviga’»; un’altra nasce dalla CAVALLA delicata bellacriniera, è bella e graziosa ma questa non toccherebbe un setaccio, non si abbasserebbe a spazzare casa; un’altra la fecero dalla SCIMMIA, la peggiore: sgraziata, va per la città ed è oggetto di riso di tutti; una la fecero dall’APE, solo questa, quando la trova, un uomo è fortunato: la casa fiorisce e prospera grazie a lei, è ammirata da tutti e circondata da grazia, ma di questa specie gli dèi ne fecero poche. Orbene, a quale categoria appartiene la vostra donna? O non saranno forse gli uomini il vero malanno? A voi l’ardua sentenza…

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Castello Edizioni e Il Mattino di Foggia

Caratteri rimanenti: 400

Alba Subrizio

Alba Subrizio

«E quel giorno che ha potere solo sul mio corpo e su null’altro, ponga pure fine, quando vorrà, alla mia vita. Con la miglior parte di me volerò eterno al di sopra degli astri e il mio nome non si potrà cancellare, fin dove arriva il potere di Roma sui popoli soggiogati, là gli uomini mi leggeranno, e per tutti i secoli vivrò della mia fama…». Così Publio Ovidio Nasone conclude il suo capolavoro “Le Metamorfosi”; sulla scia del grande Sulmonese. E, allora, eccomi qui a raccontarvi di miti, eziologie e pratiche del mondo antico… che fanno bene anche oggi.

edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione